A una settimana dalla sua entrata in vigore, il regime di circolazione introdotto in centro, tra Riva, Žabica e via Krešimir, sembra aver superato la prova. Gli ingorghi nelle ore di punta non si differenziano più di tanto da quelli di un anno fa, praticamente inevitabili. I complessi lavori al mega progetto, finanziato in gran parte dai fondi europei, per il miglioramento della rete idrica e di smaltimento delle acque reflue nell’Agglomerazione di Fiume, sono al culmine.
Circolazione scorrevole
Si sta lavorando a tutti i livelli, nel vero senso della parola. Non sorprende più di tanto l’annunciato ritardo della conclusione delle operazioni, slittata di qualche mese. In un primo tempo, infatti, il ritorno alla normalità in centro era prevista entro la fine dell’anno, ma nelle ultime settimane ci si è resi conto che si trattava di valutazioni troppo ambiziose e ottimistiche. Mese più, mese meno, ce ne facciamo una ragione, ma cerchiamo di capire cosa sta succedendo in questo momento e che cosa ci attende nei prossimi giorni e settimane. Per ciò che riguarda la viabilità, il peggio dovrebbe essere passato e l’assetto attuale sta assorbendo bene il flusso di veicoli lungo l’arteria principale. Gli imbottigliamenti si verificano a monte, lì dove dalla Fiumara si entra nella Veslarska prima di imboccare via Ivan Zajc da dove si prosegue lungo due corsie per parte. Qui c’è una sola corsia e quindi il motivo del caos è chiaro. Per il resto, la circolazione verso Ovest è scorrevole e questo fatto potrebbe anche giustificare dei progetti futuri, incoraggiandone la messa in atto. Le vie Zajc e Riva fino al sottopassaggio in Žabica, in futuro, potrebbero restare a doppio senso come lo sono oggi, provvisoriamente, mentre via Adamich verrebbe inclusa, parzialmente in un contesto di zona pedonale. Questa è più che un’idea fantasiosa. Fa parte di un progetto di massima già discusso diversi anni fa, ampiamente condiviso, e che limiterebbe questa arteria ai soli mezzi pubblici. Quando ci sarà anche l’autostazione nuova in Žabica e, presumibilmente, la strada che la dovrebbe collegare verso Ovest alla nuova D403, l’idea avrà anche più senso.
Progetto… stratificato
Quando parliamo di interventi a più livelli, ci riferiamo proprio al fatto che il progetto è concepito in modo stratificato. Partiamo dal livello più basso, lì dove vengono introdotti i segmenti del futuro collettore centrale, a 4-5 metri di profondità, sotto tutte le installazioni esistenti. Il collettore è il motivo principale per cui è stato aperto in centro il grande cantiere edile, ma l’azienda municipalizzata VIK, preposta al servizio pubblico di forniture idriche e di gestione della rete fognaria, sta provvedendo ad aggiungere o a sostituire gli allacciamenti e le diramazioni che si trovano a profondità inferiori e che si intrecciano con altre infrastrutture, dal gas ai cavi elettrici fino a a quelli delle telecomunicazioni.
Fin qui è la VIK a doversi disimpegnare tra i grovigli di tubi e cavi che, in molti casi, sono stati posati decenni fa senza un adeguato riscontro nella mappatura. Tutte le volte che si va a scavare in centro ci sono delle sorprese. Il torrente scoperto in piazza Adria rientra in questo discorso, ma lì dove non ci sono i corsi d’acqua sotterranei, c’è il mare che filtra attraverso il terrapieno su cui è stata costruita la città tra il Corso il mare.
Il livello intermedio è direttamente legato alle competenze della Città di Fiume che deve provvedere alla ristrutturazione della rete di smaltimento delle acque meteoriche. La scorsa settimana ha fatto ingresso nel cantiere un altro investitore, l’azienda “Hrvatske ceste” che provvede alla ristrutturazione della statale che attraversa il centro nella direzione Est-Ovest. Il responsabile operativo dell’azienda, Martin Abramović, che abbiamo conosciuto nello stesso ruolo nell’ambito della costruzione della D403, ci ha spiegato in che modo avverranno le fasi successive. “Noi subentriamo nel momento in cui gli altri avranno portato a termine la loro parte. Prima del nastro di asfalto, poseremo una base di cemento armato lungo tutto il percorso”. Ciò impedirà che si verifichino situazioni come quella in via Martiri antifascisti, vicino al Palazzo del Governo, dove scoppiò l’acquedotto principale. Cent’anni fa non vi passavano sopra veicoli di 30 tonnellate come avviene oggi e le condutture venivano interrate a bassa profondità.
Taglio del nastro a maggio
Via Scarpa dovrebbe essere la prima a essere asfaltata. Poi si proseguirà vero Ovest lungo via Adamich, seguendo le dinamiche degli altri lavori. “A noi spetta anche l’allestimento dei marciapiedi e del bordo stradale in pietra che deve rimanere così com’è, secondo le indicazioni dalla sovrintendenza alla tutela del patrimonio storico e culturale”, ha precisato Abramović. L’azienda “Hrvatske ceste”, per contratto, ha otto mesi di tempo per realizzare la sua parte di lavori per cui, in teoria, possiamo aspettarci il taglio del nastro a ridosso dell’1° maggio. Siamo ancora in alto mare, ma tutti sperano che si possa arrivare alla conclusione entro i primi tre mesi del 2025. Nelle prossime settimane, intanto, dovrebbe venire interamente ripristinato anche il transito dei pedoni da Žabica fino alla mensa “Index”. In questi giorni è stata interrata buona parte dei canali scavati fino all’”Art kino” e quindi, dopo il passaggio a livello, in direzione di Braida. Sul lato opposto del cantiere, da Palazzo Modello verso il Canal Morto, viene posato l’ultimo tratto del collettore con il sistema di “microtunneling”. I segmenti di tubatura vengono introdotti uno ad uno, orizzontalmente, con l’avanzare della testa di scavo, a oltre 4 metri di profondità. Questa tecnologia viene adottata per la prima volta dalle nostre parti ed è particolarmente indicata nei centri urbani per evitare le altre infrastrutture.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.