Dibattiti incandescenti all’Assemblea regionale

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Dibattiti incandescenti all’Assemblea regionale

L’Assemblea regionale ha approvato la realizzazione e l’assestamento del bilancio come pure il resoconto sull’operato del presidente della Regione. Per ottenere la maggioranza, però, c’è voluto un dibattito lunghissimo, al quale i partiti all’opposizione hanno contribuito sia con argomenti sensati e condivisi dalla maggioranza, che con attacchi diretti e ad personam.

Il primo dibattito ha riguardato la realizzazione del bilancio regionale per il 2017. “Il nostro piano finanziario per il 2017 ammontava a 801,2 milioni di kune, dei quali la Regione ha speso 753,7 milioni. Rimangono in cassa 47,5 milioni di kune, la maggior parte dei quali, però, è vincolata a delle voci di spesa ben specifiche, che non verranno modificate. La realizzazione è dunque del 98 per cento, con il risparmio effettivo che ammonta a 6,8 milioni di kune. Questi mezzi verranno ridestinati con la revisione di bilancio”, ha dichiarato Zlatko Komadina, presidente della Regione.
Il capodipartimento regionale per il bilancio e le finanze, Krešimir Parat, ha spiegato tutte le voci di spesa del bilancio 2017, analizzando nei dettagli la struttura dei mezzi e spiegando da dove arrivano i risparmi. “Dei 6,8 milioni di kune che la Regione è riuscita a risparmiare rispetto alla spesa prevista, 2,9 milioni sono arrivati riducendo le spese materiali, mentre altri 2,3 riguardano i risparmi sugli stipendi. Il resto che deriva da tagli di altro tipo. Per ottenere questi mezzi non ci sono stati tagli agli stipendi dei dipendenti dell’amministrazione regionale, semplicemente una parte del loro compenso è stata coperta dai fondi europei per i progetti ai quali hanno lavorato”, ha precisato Parat.

Obiezioni sul bilancio

La prima obiezione è arrivata da Lovorko Gržac (HDZ), il quale ha affermato che il 98 per cento di realizzazione è un dato poco indicativo, in quanto è una media di quanto si è fatto in tutti i campi e non descrive bene alcuni problemi specifici. “La realizzazione è del 100 in molti settori, ma in altri non si è fatto nulla. Questo è un problema molto grave, perché i settori trascurati sono sempre gli stessi e con il passare del tempo le loro necessità crescono”, ha affermato Gržac.
Nerea Pulić (Most) ha avuto da ridire sulla quantità di mezzi trasferiti per il 2018. “Il 5,93 per cento del bilancio arriva da mezzi trasferiti dall’anno precedente. Questa è una prassi del bilancio regionale che va avanti ormai da anni e che ci impedisce di realizzare altri progetti. Vi faccio un esempio concreto: la Regione si è indebitata per realizzare il progetto di riqualificazione energetica degli edifici delle scuole elementari, ma se avessimo usato i mezzi inseriti nel bilancio per voci non realizzate nello scorso anno, non avremmo dovuto chiedere un prestito alle banche. Poi, con i nuovi mezzi disponibili quest’anno, avremmo comunque potuto realizzare gli altri progetti”, ha affermato Nerea Pulić.
Željko Lambaša (SDP) ha replicato affermando che una grossa fetta di quanto non è stato realizzato riguarda dei progetti che sono stati introdotti a bilancio dall’opposizione tramite degli emendamenti. “Innanzitutto va detto che trasferire una parte dei mezzi all’anno prossimo è una prassi in tutte le Città e Regioni. Nello specifico, però, la Regione ha pochissime colpe, perché se l’istituzione alla quale sono rivolti i mezzi non realizza il progetto c’è poco da fare. Ciò che mi disturba, però, è che i partiti che si lamentano sono proprio quelli che hanno proposto i progetti che non sono stati realizzati, ossia quelli che hanno contribuito ad aumentare la percentuale che va trasferita. Un altro fattore da prendere in considerazione è che una parte dei mezzi arriva appena a dicembre”, ha asserito Lambaša.
Petra Mandić (Most) ha avuto ridire sulla trasparenza e ha presentato un emendamento al regolamento per migliorarla. “Vorrei che i documenti relativi alla realizzazione del bilancio ci vengano presentati con il quinto livello di dettaglio e non con il quarto. In questo modo tutti noi potremmo vedere le singole voci di spesa, il che comporterebbe maggiore trasparenza del lavoro della Regione”, ha dichiarato Petra Mandić.
L’emendamento ha ricevuto 17 voti sui 23 necessari per l’approvazione ed è dunque stato respinto, mentre la realizzazione del bilancio è stata approvata con 23 voti a favore.

Il resoconto di Komadina

Il secondo punto che ha generato un altro lungo dibattito è stato quello sul resoconto del lavoro svolto dal presidente della Regione litoraneo-montana negli scorsi sei mesi. Anche in questo caso i primi a essere partiti all’attacco sono stati i rappresentanti dell’HDZ e del Most.
Ines Strenja Linić (Most) ha affermato che nel resoconto presentato Komadina non parla d’altro che di partecipazioni a incontri e riunioni, tralasciando il lavoro concrete. “Questo non è altro che un elenco delle sue apparizioni. Dove sono le iniziative che ha intrapreso per migliorare la situazione socio economica degli abitanti di questa Regione? Cos’ha fatto per il “3. maj”? Perché questo resoconto non parla dei risultati raggiunti?”, sono le domande che ha posto il consigliere del Most.
Dinko Beaković (HDZ) ha lanciato tutta una serie di accuse a Komadina. “Quello di cui si è occupato è assicurare un impiego ai figli dei suoi più stretti collaboratori in qualche Comitato scolastico o in qualche azienda affine alla Regione. Il suo lavoro è criminale e comprende varie azioni illegali, come un supporto incondizionato alla lobby della caccia e la falsificazione dei concorsi“, ha affermato Beaković.
Queste sue parole hanno scatenato la reazione di vari consiglieri regionali che non hanno mai aperto bocca in un anno di mandato. Komadina, invece, non ha voluto replicare alle accuse di Beaković, definito indegno di una risposta. Il presidente della Regione ha però risposto alle altre domande. “Io ho sempre agito in conformità alla legge e per questo dormo sonni tranquilli. Ho sempre fatto il mio dovere e leggendo i resoconti semestrali potete notarlo. Questi resoconti comprendono lo stesso tipo di dati presenti in quelli dei presidente delle altre Regioni o dei sindaci. Criticarne la forma non ha senso. Per quanto riguarda il “3. maj”, invece, posso dirvi di avere fatto molto. Ho incontrato molte personalità di spicco che potrebbero influire sulla questione, sia a livello nazionale che europeo. Ho partecipato a delle riunioni specifiche per chiedere chiarimenti e garanzie e ho intenzione di insistere ancora su questo tema, perché ho quell’azienda nel cuore essendo stata il mio primo posto di lavoro. Ho contribuito al suo sviluppo allora, progettando alcuni attrezzi che ancora oggi vengono chiamati con il mio nome, e ho intenzione di continuare a farlo ora”, ha concluso Komadina, il cui resoconto è stato accettato con la solita maggioranza minima.

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