Desertificazione commerciale: Fiume non detiene l’esclusiva

In Italia un esercizio su cinque ha chiuso i battenti negli ultimi 12 anni, soprattutto nei centri storici. Scopriamo i dati di Confcommercio

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Desertificazione commerciale: Fiume non detiene l’esclusiva
Via Strossmayer è una delle vie di Fiume interessate dalla desertificazione commerciale. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Un negozio chiuso genera un sentimento negativo, di pessimismo. A Fiume, in centro e in periferia, ve ne troviamo tanti, che conferiscono un tono desolante alla città. I cittadini se ne lamentano, indicando spesso come responsabile l’amministrazione cittadina, che adotterebbe politiche sbagliate nella gestione dei locali commerciali di cui la Città è proprietaria. In qualche caso, forse, è così, ma per gran parte delle situazioni, la causa è dovuta a un fenomeno di cui Fiume non detiene l’esclusiva.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Non abbiamo trovato dei dati relativi all’andamento in Croazia, però ve ne sono, tra l’altro ben aggiornati per quanto riguarda l’Italia, con la quale abbiamo tante cose in comune. La Confcommercio, quella che in Croazia è la Camera dell’artigianato, ha svolto una ricerca dalla quale emerge una serie di dati che ci possono spiegare, in qualche modo, anche ciò che sta succedendo nel capoluogo quarnerino. La Città in questo momento dà in locazione 1.292 locali, mentre quelli liberi sono 42. Le aste per l’assegnazione si svolgono ogni 4-5 settimane. Naturalmente, ci sono tanti locali privati non utilizzati per vari motivi, dalle dispute patrimoniali alle attività speculative. Torniamo all’Italia. Citiamo alcune delle conclusioni di Confcommercio: dal 2012 ad oggi, un commerciante su cinque è stato costretto a chiudere la propria attività principalmente a causa della crisi economica, della crescita dell’e-commerce e di altri fattori (aumento dei costi, inflazione, ricambio generazionale, ecc.). Parla di “desertificazione commerciale”, ovvero di scomparsa delle attività tradizionali (le botteghe di “vicinato”) in favore dei servizi, soprattutto nei centri storici. Si stima un calo della densità commerciale da 12,9 a 10,9 negozi per mille abitanti (-15,3%). Nonostante il numero di negozi e attività commerciali sia in calo, il commercio resta vitale e reattivo, come ha sottolineato il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Chiusure
Confcommercio ha analizzato l’andamento delle attività economiche in Italia dal 2012 al 2024 descrivendo la chiusura di oltre 111mila negozi, 8mila dei quali soltanto nell’ultimo anno. Nel 2012 le attività di commercio al dettaglio in sede fissa (come librerie, ferramenta, negozi di abbigliamento e tutte le cosiddette “botteghe di vicinato”) erano 551.317 in totale, mentre ad oggi sono scese a 439.805 (-20,2%). Confcommercio propone alcune misure per contrastare il fenomeno della “desertificazione”. Una di queste è di puntare su efficienza e produttività, anche attraverso una maggiore innovazione e una ridefinizione dell’offerta. Quindi, sfruttare l’omnicanalità, ovvero la capacità di seguire il comportamento dei clienti utilizzando anche il canale delle vendite online. Infine, avviare progetti di riqualificazione urbana per mantenere e migliorare servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città.
In altre parole, occorre sapersi adattare. Per quanto appaia triste l’immagine dei padiglioni dei Mercati cittadini desolatamente vuoti, non c’è da stupirsi. Non c’è da stupirsi nemmeno del fatto che in città, centro e periferia, sono pochissimi gli sportelli bancari. I cinema? Rimane l’Art kino, destinato comunque a un pubblico di nicchia. È da quasi vent’anni che non ve ne sono più in centro dopo l’apertura del multisala nel centro commerciale in Plumbum. Il “Tower center” e le altre strutture simili in altre parti della città e nelle zone limitrofe, si sono “mangiati” il commercio al minuto. Ciò che funziona, invece, in centro e in periferia, è la ristorazione, dai bar ai ristoranti, con i fast food, che non sembrano conoscere momenti di crisi.

A Fiume è in crescita il numero di locali commerciali chiusi…
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
… ma non è un fenomeno che riguarda soltanto il capoluogo quarnerino.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

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