Demografia: ci vuole un piano d’azione

«Non è un problema politico, ma nazionale e come tale dovrebbe venire trattato con la massima urgenza», ha dichiarato Stjepan Šterc, uno degli autori dell'analisi presentata all'Assemblea regionale

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Demografia: ci vuole un piano d’azione

Il crollo demografico è uno dei problemi maggiori del Paese e non può venire risolto senza il coinvolgimento dello Stato, delle amministrazioni regionali e di quelle locali. Bisogna realizzate urgentemente un piano di rivitalizzazione demografica, basato su misure concrete volte ad arginare il problema. È stato questo il tema principale discusso all’Assemblea regionale svoltasi ieri nell’albergo Royal di Abbazia. Presente il demografo Stjepan Šterc del Dipartimento per la demografia e l’emigrazione della Facoltà di studi croati di Zagabria, tra gli autori dell’analisi degli indicatori demografici per la Regione litoraneo-montana, il quale ha illustrato il documento.

Il demografo Stjepan Šterc

“Il quadro demografico è la base per tutti i piani e progetti e riguarda tutti i segmenti della vita. Non è un problema politico, bensì nazionale e come tale dovrebbe venire trattato con la massima urgenza. Quello che preoccupa di più è il saldo naturale nella popolazione, ovvero il rapporto tra nascite e decessi. In due anni, la Croazia ha perso 50mila abitanti, la Regione litoraneo-montana 3.500. Incide pure l’emigrazione, ma non più di tanto”, ha spiegato il demografo.

Nell’analisi vengono proposte delle misure da includere nel piano d’azione per la rivitalizzazione demografica. La prima è senz’altro quella legata alla natalità e la seconda all’immigrazione selettiva. “Andando avanti di questo passo, non sarà sufficiente incentivare la natalità. L’immigrazione selettiva è una misura adottata da diversi Paesi, tra cui Irlanda e Israele, che ha migliorato la situazione. Per quanto riguarda l’eventuale rientro in Patria delle persone che hanno deciso di trasferirsi all’estero, ci vogliono investimenti che generano posti di lavoro sicuri e ben pagati. La proposta del governo di incentivare il rientro con 200mila kune, è un’offesa per tutti coloro che se ne sono andati”, ha puntualizzato Šterc.

Al termine della presentazione, è seguito un lungo dibattito. Alcuni consiglieri hanno criticato il documento definendolo di parte (al che Šterc ha protestato e ha abbandonato l’aula, per poi tornare sui propri passi), ma in generale la discussione ha prodotto delle proposte valide su quello che potrebbe realizzare la Regione. Šterc ha comunque precisato che si può fare ben poco senza l’inclusione dello Stato.

In conclusione, tutti si sono trovati d’accordo sul fatto che i fattori più importanti per la rivitalizzazione demografica riguardano posti di lavoro sicuri e ben pagati, nonché una politica abitativa tale da consentire alle giovani famiglie di avere delle agevolazioni per l’acquisto degli appartamenti, oppure in alternativa per gli affitti. Il presidente della Regione, Zlatko Komadina, ha constatato che la rivitalizzazione demografica è un processo duraturo, ma che il primo passo in Regione è stato fatto. “Bisogna preparare un piano d’azione reale, che definisca esattamente i compiti dello Stato, quelli della Regione e quelli delle Città e dei Comuni. La Regione e la Città possono intervenire costruendo più asili e applicando l’edilizia agevolata, lo Stato con la politica fiscale. Sono contento che questo tema sia stato discusso in Assemblea e spero che il quadro demografico migliori negli anni a venire”, ha concludo Komadina. L’analisi demografica è stata votata con 17 voti a favore, 2 contrari e 8 astenuti.

Vladimir Mićović e Zlatko Komadina

Situazione nel settore della caccia

Il costante aumento del numero dei cinghiali, che ormai raggiungono i posti abitati, e gli incidenti avvenuti nei giorni scorsi a Laurana e a Kostrena, come pure la situazione nel settore caccia sono stati all’odg dell’Assemblea regionale. Mladen Brajan, capodipartimento per il turismo, l’imprenditoria e lo sviluppo rurale. Ha spiegato che in Regione ci sono 56 riserve di caccia, di cui la maggior parte gestite dallo Stato, 44 società venatorie e 3.122 cacciatori, tra cui 59 donne. Queste società si prendono cura delle riserve di caccia, dove è permesso cacciare i cinghiali.

Mladen Brajan ha trattato il tema dei cinghiali

“I problemi sorgono quando questi raggiungono i centri abitati. Nessuno vuole prendersi la responsabilità di sparare in un centro abitato. Inoltre, in questi casi è necessario coinvolgere pure le forze dell’ordine. In effetti, quando la selvaggina giunge in un posto abitato, la competenza non è più della società di caccia, bensì dell’amministrazione locale”, ha spiegato Brajan, aggiungendo che si sono svolte alcune riunioni operative nel Ministero competente e la conclusione è stata che è necessario modificare alcune norme legislative legate alla riduzione del numero dei capi di selvaggina. Per fare un esempio, la società Orebica di Veglia ha ingaggiato un cacciatore professionista che allontana la selvaggina dai luoghi abitati facendola ritornare nella riserva di caccia, per poi abbatterla. Lo stesso sistema è stato adottato dai cacciatori a Neresine, sull’isola di Lussino.

Il presidente Komadina ha reso noto che la Regione ha richiesto le dovute modifiche alla legge, ma il Ministero non le ha accolte. Inoltre, il problema dei cinghiali sulle isole e nel Gorski kotar è stato risolto e il loro numero è stato ridotto al minimo. “Abbiamo richiesto pure l’applicazione di metodi alternativi, quali la sterilizzazione, ma non ci sono stati concessi”, ha concluso Komadina.

Scambio di opinioni tra il presidente dell’Assemblea, Marko Boras Mandić, e alcuni consiglieri

Question time

Nel corso del question time il consigliere Josip Katalinić (Most), ha chiesto quando verranno presentati i risultati di un’analisi sui danni alla salute e all’ambiente relativi al Centro regionale per la gestione dei rifiuti di Marišćina, realizzata dall’Istituto regionale di salute pubblica. L’analisi ha preso in esame 116 composti chimici, di cui i valori di 12 superavano quelli consentiti. Vladimir Mićović, direttore dell’Istituto, ha risposto che l’analisi sta per essere conclusa e che i risultati saranno resi noti a breve.

Iva Rinčić, dell’omonima Lista, ha chiesto informazioni sulla sorte di due edifici a Novi Vinodolski. Il primo è l’ex sede della Casa della salute, che avrebbe dovuto essere messa in vendita per coprire le spese di costruzione di quella nuova. Il vicepresidente della Regione, Vojko Braut, ha risposto che l’interesse per l’acquisto esiste e che a fine febbraio la vendita dovrebbe venire concretizzata. Per quanto riguarda l’edificio dell’ex albergo San Marino, è stato venduto a un investitore ungherese.

Leo Pavela (indipendente), ha chiesto informazioni sulla sorte dell’emittente televisiva locale Kanal Ri, di cui anche la Regione risulta tra i fondatori. “Sono venuto a sapere che l’emittente è stata messa in vendita e vorrei sapere se questo corrisponde a verità”, ha chiesto Pavela. Komadina ha risposto che effettivamente esiste l’interesse di un investitore privato, ma che per il momento non è stato deciso nulla.

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