
P“Vi abbiamo portati qui per vedere da vicino cosa sta succedendo”, ha spiegato la deputata di “Možemo!” Ivana Kekin, assieme a Dušica Radojčić e Morena Lekan, delle sezioni istriana e litoraneo-montana. Ci siamo trovati nella baia Stupova, vicino a Brestova, a camminare su una splendida spiaggia di ciottoli bianchi divisa dal confine tra le Regioni istriana e litoraneo-montana, tra i Comuni di Chersano e Draga di Moschiena. La spiaggia non è divisa soltanto da un confine amministrativo tra i due enti locali, ma anche da una robusta transennatura tra la spiaggia e l’entroterra, a una decina di metri dal mare.
“Lo scorso anno, in ottobre – ha precisato Ivana Kekin –, avevamo convocato un incontro con i media per parlare dello stesso tema, in quel caso sul belvedere di Fianona. Da lì è stato difficile far vedere cosa stesse succedendo per cui abbiamo deciso di portarvi fin qui in barca. Dunque, la ditta AMRE aveva acquistato 6 ettari di terreni nell’entroterra della baia in un’area non urbanizzata nella quale intende costruire delle strutture, case e villini, per circa 500 posti letto e tre eliporti. Oltre a non essere urbanizzata, quest’area non è nemmeno prevista come zona turistica nel Piano territoriale. Pertanto, qui non si può costruire nulla. Da parte dell’investitore ci sono forti pressioni nei confronti della popolazione e dell’amministrazione locali oltre che verso la Regione. Anche se non dispone di alcuna autorizzazione per costruire, ha cominciato a predisporre delle infrastrutture abbattendo il bosco per trarne una strada d’accesso. Lo scorso anno, in agosto, l’Ispettorato all’ediliza lo aveva fermato in quanto si tratta di una zona boschiva che non può che rimanere tale. Comunque, i lavori sono ripresi, non sappiamo come, poiché l’investitore avrebbe ottenuto il consenso per creare un sentiero all’interno del bosco, una prerogativa concessa soltanto nei casi in cui il passaggio viene creato per le attività forestali”, ha spiegato.

Foto: RONI BRMALJ
Transennatura
Ci siamo trovati davanti alla transennatura e a cartelli che indicano sia il pericolo di frane che la presunta titolarità dell’investitore nella zona a ridosso della spiaggia, comprendente anche 13 baracche che stanno lì da decenni, come decine e decine di altre lungo la costa orientale dell’Istria, lì dove è difficile accedere dalla terraferma. “È chiaro che l’investitore stia per costruire una strada. La transennatura è stata sistemata con la giustificazione legata al pericolo di frane che, tra l’altro, sono provocate dai lavori. Qui ci sono delle baracche, entro i 5 metri quadrati, utilizzate dai pescatori da generazioni”.
Due baracche, cioè lo spazio tra loro e il mare, non è transennato. Si tratta delle due che si trovano sul territorio amministrativo della Regione litoraneo-montana, che ha provveduto, in buona parte, a definire i confini del demanio marittimo, cosa che la Regione istriana non ha fatto. Sul demanio marittimo, come si sa, non c’è proprietà privata. La Regione ha inviato la richiesta al Ministero competente per definire i confini, un documento che si attende dal giugno dello scorso anno.
Morena Lekan ha sottolineato che, tra l’altro, la zona interessata ha lo status di area naturale protetta, come lo sono i parchi nazionali o naturali: “Ha lo stesso status delle isole Brioni o del versante meridionale del Monte Maggiore. È l’occasione per renderci conto una volta ancora della lentezza con cui vengono emessi i documenti che riguardano l’ultilizzo del demanio marittimo. Questa lentezza favorisce le iniziative di investitori come questo, che approfittano di ogni occasione. Anche quando le regole sono definite, avvengono abusi e usurpazioni in quanto non ci sono degli organi repressivi pronti a intervenire”.
Benefici? Anche no
Secondo Dušica Radojčić in questo caso l’investitore è particolarmente ambizioso e fortemente intenzionato a influire sulle decisione della Regione affinché l’area da boschiva possa venire convertita in turistica, con la possibilità di costruirvi delle strutture turistiche: “Qui intorno ci sono vaste aree destinate al turismo, ma si tratta di lotti edificabili che hanno un prezzo di molto superiore a quello pagato dall’investitore per i terreni a cui facciamo riferimento. In altre parole, ha voluto fare il furbo. Se dovesse riuscire a convertire i terreni, acquisirebbe il diritto di precedenza per la concessione su questa spiaggia naturale alla quale finora ognuno ha potuto accedere liberamente. In futuro, quindi, potrebbero accedervi soltanto gli ospiti del complesso turistico. Per concludere, in base alla legge sul turismo, chi investe può venire esentato per dieci anni dal pagamento della tassa sui profitti in virtù dei benefici per la comunità locale. Quali benefici? I residenti, semmai, avranno il beneficio di fare le pulizie negli appartamenti turistici”.

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