Davor Štimac: «Il lavoro non deve dipendere dalla politica»

Candidato sindaco di Fiume al ballottaggio del 30 maggio esclude coalizioni postelettorali e invita al dialogo costruttivo teso ad attuare i progetti in clima di collaborazione

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Davor Štimac: «Il lavoro non deve dipendere dalla politica»

“Ci siamo presentati sulla scena politica circa quattro mesi fa e abbiamo ottenuto un successo importante. Vado al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Fiume, nel prossimo mandato avremo nostri rappresentanti sia nel Consiglio cittadino sia nell’Assemblea regionale. Ripeto, è un bellissimo risultato. Il passaggio da new entry in politica a candidato sindaco che va al ballottaggio non è dovuto al caso, è la prova che i cittadini sono stanchi del monopolio targato SDP, il partito che da 30 anni amministra la città con risultati che però evidentemente non soddisfano più la maggioranza dei cittadini. Il trend che vede in calo il sostegno all’SDP ha trovato conferma anche in questo ciclo elettorale. A Fiume, per la prima volta, i cittadini hanno potuto esprimere fiducia a una lista indipendente voluta da persone che vivono del loro lavoro e che non guardano alla politica come a un’opportunità per affermarsi o per trovare risposte alle necessità esistenziali, ad esempio alla ricerca di un impiego. Purtroppo, l’impressione è che attualmente la politica sia diventata proprio questo, un percorso da fare per assicurarsi un lavoro o altri benefit. È così a Fiume ed è così anche sul piano nazionale, cambia soltanto il colore politico, SDP o HDZ. Vediamo però che tira aria di cambiamento, lo si vede dai risultati a Zagabria e a Spalato. Fiume è sempre stata una città all’avanguardia e sono certo che anche qui i cittadini sapranno esprimere questa voglia di cambiamento.” Lo dichiara Davor Štimac, candidato indipendente per l’incarico di sindaco di Fiume che il 30 maggio si confronterà con Marko Filipović, in corsa con i colori della coalizione guidata dall’SDP. Lo incontriamo appunto in vista del ballottaggio e cerchiamo di capire meglio i perché della sua candidatura, ma soprattutto le novità che vuole proporre in termini di gestione della città. Medico specialista gastroenterologo, professore ordinario alla Facoltà di Medicina dell’Università di Fiume, titolare della Clinica di Medicina interna, già direttore del Centro clinico-ospedaliero di Fiume, Štimac ha al suo attivo anche esperienze nel settore del giornalismo e in quello sportivo nonché una formazione manageriale conseguita alla London School of Economics e al Galilee College – International Managemant Institute.

 

Nuovo alla politica, ma non all’esperienza gestionale. A chi contesta i risultati conseguiti alla guida del CCO replica elencando gli investimenti per complessivi 500 milioni di kune fatti nell’ammodernamento delle strutture, nell’innalzamento della qualità dei servizi, l’incremento del numero di medici impiegati di 75 unità e il coinvolgimento di oltre 170 specializzandi.

“Abbiamo anche avviato la costruzione del nuovo ospedale, un investimento il cui valore toccherà, a lavori completati, il miliardo di kune, ovvero un importo pari all’ammontare del bilancio della Città di Fiume. Abbiamo assicurato il futuro della sanità fiumana per i prossimi 20 anni”, dice Štimac. Ma le finanze? “Il sistema sanitario in Croazia versa in debiti per miliardi di kune e questi debiti tendono a crescere ulteriormente. È vero che al CCO di Fiume esiste un debito accumulato nel tempo e dal 2015 al 2019 siamo riusciti a ridurlo di oltre 100 milioni di kune.”

È possibile amministrare una città come Fiume senza alcuna esperienza in politica?

”L’esperienza politica che cosa ha prodotto? Come la mettiamo con coloro che ce l’hanno e non la usano a beneficio di tutti, ma esclusivamente nell’interesse proprio? A conclusione del primo turno elettorale sono prontamente iniziate le trattative tese a verificare chi avrà o non avrà la maggioranza nel Consiglio cittadino e chi ha maggiori chance di vincere e realizzare così i propri obiettivi particolari e imporre la propria volontà agli altri. Non è questo il mio obiettivo. Con i miei collaboratori desidero realizzare progetti a beneficio di Fiume e dei cittadini. La domanda di fondo non può essere chi è il proponente di un progetto, dobbiamo interrogarci sulla validità del progetto, sulla sua capacità di portare valore aggiunto, di contribuire alla crescita e allo sviluppo della città e dei suoi abitanti. Il mio è un ragionamento che non fa distinzioni di colore politico, sono aperto sia alle proposte della sinistra sia a quelle che arriveranno dalla destra. Sono certo che quelle valide otterranno il sostegno di tutti.”

Sta proponendo un cambiamento di paradigma nei rapporti tra gli schieramenti e le forze rappresentate nel Consiglio cittadino?

”Sto dicendo che vanno realizzati i progetti validi, che su questi cercheremo il consenso. Non intendiamo entrare in rapporti di coalizione, vogliamo che le buone idee siano riconosciute come tali indipendentemente da chi sia il proponente, che oggetto della discussione siano i progetti e non le ideologie. Sono aperto alla collaborazione con tutti, la composizione del Consiglio cittadino è il risultato del voto dei cittadini e va rispettato. Perché mai dialogare e collaborare dovrebbe essere un’utopia?”

In Consiglio cittadino però una maggioranza è necessaria per il regolare funzionamento del sistema…

”Sì, ma può essere il risultato di una collaborazione e non necessariamente l’esito di una battaglia. Rendiamoci conto in quale stato versa la città; ci sono sempre meno abitanti, i giovani faticano a trovare un lavoro, gli anziani vivono spesso in condizioni di precarietà… Sono situazioni che ci dovrebbero invitare alla riflessione e spingerci a fare tutti insieme qualcosa mettendo Fiume e i suoi cittadini al primo posto. Non si tratta di vincere o perdere per un voto. Ho letto i programmi di tutti i partiti e non mi risulta che ci siano voci contrarie alla costruzione di asili o a maggiori stanziamenti per lo sport.”

Come direttore del CCO ha lavorato a stretto contatto con il governo, le autorità cittadine e quelle regionali. È su quest’esperienza che poggia la sua convinzione che volendo la collaborazione può funzionare indipendentemente dal colore politico?

”Da sindaco collaborerò con tutti come da direttore del CCO ho collaborato con tre governi, il primo SDP, il secondo HDZ-Most e il terzo HDZ. Abbiamo sempre parlato di progetti, dei rapporti con le banche e i fornitori. Non ci siamo persi a discutere di ideologie. Sono certo che questo sia un approccio possibile anche a livello cittadino.”

Bisogna però innanzitutto trovare un’intesa sui progetti, scegliere quali attuare…

”Si devono tenere a mente le priorità dettate dallo stato dell’arte che indica sempre in modo chiaro con quale ordine procedere per innalzare lo standard di vita in modo efficace, possibilmente in tempi brevi. Personalmente sono fortemente dispiaciuto nel notare che a Fiume ci sono bambini che non possono frequentare l’asilo perché non ci sono posti sufficienti, che i giovani non possono trovare un lavoro e che decidono di trasferirsi altrove.”

Come pensa invertire questa tendenza?

”Il futuro dei giovani a Fiume dipende da chi governerà la città e in base a quali principi. I giovani non guardano alle ideologie nel modo in cui lo fanno le generazioni più anziane. Il loro problema è se domani potranno trovare un lavoro nella loro città o dovranno trasferirsi nel circondario, a Zagabria, o all’estero. Sta a noi cambiare questa situazione facendo in modo che per trovare un impiego non serva più la tessera di un partito. Parlando con i giovani apprendo che s’iscrivono nei partiti perché non vedono un’alternativa a questo passaggio. La qualifica richiesta al momento dell’assunzione non può e non deve essere la tessera di un partito, devono essere valorizzate le competenze professionali, il titolo di studio. È un discorso che proponevo già da caporedattore della rivista Val alla fine degli anni ‘80. È inammissibile che le cose stiano ancora così. I migliori studenti devono avere la possibilità di lavorare, altrimenti neghiamo anche la bontà del sistema scolastico e universitario.”

Come creare le condizioni per garantire il lavoro?

”Con una gestione migliore e dando la priorità agli interventi nei settori che possono portare valore aggiunto e sostenere la crescita. Vanno però innanzitutto analizzate le finanze cittadine. Vogliamo un bilancio che sia trasparente fino in fondo e non soltanto a livello dichiarativo. Dopo essere stati richiamati per aver messo sotto la lente le finanze cittadine, abbiamo appreso anche da Obersnel che il debito della Città e delle municipalizzate ammonta complessivamente a circa 750 milioni di kune, come era stato indicato anche nell’analisi commissionata dall’associazione GPS. È evidente che serve un cambio di passo.”

Che cosa propone?

”Ho già detto che i licenziamenti sono esclusi, ma ci saranno pensionamenti. Sapendo che questi toccano in media il 5 p.c. del numero di dipendenti possiamo calcolare che nel corso del mandato in Città e nelle municipalizzate il numero di dipendenti calerà complessivamente di circa 800 unità. Il secondo segmento sul quale lavorare è la riduzione del tasso d’interesse sui prestiti che attualmente ammonta a circa il 3,5 p.c. nonostante sul mercato ci siano possibilità più vantaggiose e, infine, vanno apportate modifiche nel comparto delle licitazioni pubbliche. Nel corso del mandato è possibile ridurre in modo significativo il debito della Città e delle municipalizzate.”

Per attuare il suo programma ha bisogno della fiducia dei cittadini. Qual è il suo messaggio in vista del voto?

”Innanzitutto invito i cittadini ad aderire al voto. Auspico che l’affluenza ai seggi sia quanto più alta, superiore al 50 p.c. e che non succedano più situazioni per le quali il sindaco viene eletto con la maggioranza dei voti del 28 p.c. degli elettori come avvenuto quattro anni fa. Sono convinto che nel caso l’affluenza sarà superiore al 50 p.c. i cittadini sapranno scegliere un sindaco capace di far funzionare la città. In particolare mi rivolgo ai giovani il cui futuro dipende dai valori che ispirano la gestione della città in cui vivono, dalla volontà di mettere le competenze davanti all’appartenenza politica e di creare le condizioni che renderanno possibile un ruolo più incisivo della società civile nelle cui associazioni i giovani potranno sentirsi utili e smettere di cercare un utile. La differenza è enorme.”

Vogliamo impegnarci al 100 p.c.

In caso di elezione continuerà a lavorare al CCO?

”Continuerò a tenere lezione alla Facoltà di Medicina dove sono professore, si tratta di un piccolo fondo ore. Per quanto riguarda l’ospedale probabilmente manterrò un contatto con i pazienti e la professione; eventualmente un giorno alla settimana fuori dall’orario di lavoro ordinario, senza danneggiare nessuno visto che la mia giornata lavorativa supera di gran lunga le canoniche 8 ore. Le formule del volontariato – con tanto di indennizzo – praticate da altri non saranno contemplate per i miei vice. Mi aspetto un impegno a pieno ritmo, con orario pieno e più di questo. Siamo scesi in campo per cambiare la città e introdurre nuovi standard nella gestione cittadina e non per trovare un impiego, lo abbiamo già.”

Con la comunità italiana un dialogo sui contenuti
”Il nostro programma nel quale vengono sottolineati il ruolo e l’importanza delle comunità nazionali è stato integralmente tradotto in italiano. Esponenti della CNI erano candidati sulla nostra lista e intendiamo presentarci anche alle elezioni suppletive per l’Assemblea regionale. Credo sia una prova concreta della nostra disponibilità a collaborare. Le minoranze non devono mai sentirsi marginalizzate e il dialogo non può fermarsi sul piano formale, quello che conta sono i contenuti; di questo siamo fermamente convinti. In campagna elettorale abbiamo incontrato rappresentanti di diverse comunità e sono emersi alcuni aspetti sui quali si può fare di più anche nel rispetto della storia di Fiume. Lavoreremo per assicurare un alto livello di partecipazione delle comunità nei progetti della Città e ampliare al massimo le possibilità di presentare in modo concreto le attività delle associazioni. Mi dispiace che non siano state colte appieno le possibilità nel contesto di Fiume CEC.”

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