Dare voce a chi voce non ha, ma ha sentimenti…

Due giorni di incontri alla Facoltà di Giurisprudenza di Fiume: un convegno internazionale per parlare dei diritti degli animali e della stessa natura

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Dare voce a chi voce non ha, ma ha sentimenti…
Gita Gill parla ai presenti. Foto: RONI BRMALJ

“Trasformare il paradigma giuridico antropocentrico: i diritti degli animali nell’ambito dei diritti della natura”. È questo il titolo, eloquente, della conferenza organizzata dall’Istituto per la Democrazia, la Giustizia Sociale e lo Sviluppo Sostenibile della Facoltà di Giurisprudenza di Fiume, risultato di un progetto che dura da diverso tempo, finanziato dall’Università di Fiume. La conferenza è strutturata in più sessioni, in cui si procederà da una visione generale verso temi che andranno nel particolare. Ci sarà un’analisi dei sistemi giuridici europei che, dal punto di vista dei diritti degli animali, stanno iniziando a cambiare e ad adeguarsi. Le questioni trattate nella conferenza toccano diversi aspetti e la tutela degli animali non è l’unico tema. Ci si interroga anche sulla percezione della loro posizione come esseri viventi e sull’eventuale possibilità che possano essere titolari di diritti propri.

Diverse prospettive morali
Una parola spesso menzionata durante la prima giornata della conferenza è stata l’aggettivo “senziente”. Ma cosa vuol dire esattamente? In pratica, la parola andrebbe a indicare tutti coloro che sentono, che percepiscono. Tale termine, è previsto anche nel diritto primario dell’Unione europea, in numerosi documenti.
Si è riflettuto anche sul diritto privato e sulla responsabilità, volgendo lo sguardo anche ad altri aspetti. Abbiamo potuto sentire le diverse prospettive morali, civili dei relatori. Oggi è atteso l’intervento di Roberto Garetto, proveniente da Torino dall’Istituto legale internazionale igiTO, che tratterà il tema della protezione degli animali negli eventi sportivi.
A partecipare, oltre alle sempre disponibili Sanja Barić (considerata il capo team dell’intero progetto) e Sandra Winkler che alle nostre domande ha risposto come sempre in perfetto italiano, vi erano anche altri colleghi della stessa università, della Facoltà di Filosofia di Fiume e della Facoltà di Giurisprudenza di Osijek, per quanto riguarda la Croazia.

Un diritto della natura in sé
Non erano i soli perché davanti al microfono si sono intercambiati anche esperti dalla Serbia, dall’Italia, dall’Austria, dal Belgio. Non è certamente mancata la riflessione su temi molto attuali e importanti, che riguardano i diritti degli animali ma anche, più in generale, i diritti della natura. “Non un diritto alla natura e quindi un punto di vista antropocentrico, bensì un diritto della natura in sé”, precisa Sandra Winkler, docente presso la Cattedra del Diritto di Famiglia, la quale ha esposto, oltre a fare da moderatrice come la stessa Barić, anche il tema della famiglia multispecie, ovvero quella che riunisce vari esseri viventi sotto lo stesso tetto.
Winkler ha ricordato che, ad esempio, nella regione Piemonte opera anche il Garante per i diritti animali, figura che in Croazia ancora non esiste. “L’importante è proporre questi temi e discuterne, perché da una cosa può nascerne un’altra”.
Tra i vari profili professionali di spicco intervenuti, bisogna sicuramente menzionare anche Martin Balluch, arrivato dall’Austria, che ha esposto la situazione austriaca. Hanno parlato nomi illustri come Gita Gill (Regno Unito), la quale ha ipotizzato un passaggio da una visione antropocentrica – con l’uomo al centro, soprattutto dal punto di vista giuridico – verso una visione ecocentrica. Lo scopo era comprendere il significato e il ruolo della natura per le varie culture e popoli.

Sandra Winkler.
Foto: RONI BRMALJ

Maggiore attenzione nell’emisfero sud
Winkler ci ha raccontato come nell’emisfero sud del mondo ci sia una maggiore attenzione e sensibilità per la questione della natura e ci si interroga, dal punto di vista che qui interessa, se tale mentalità e approccio possano influenzare le questioni giuridiche della parte settentrionale della realtà globale. In America Latina si sta sviluppando una forte consapevolezza su questo aspetto.
Sanja Barić, titolare della Cattedra di Diritto costituzionale e vicedirettrice dell’Istituto per la Democrazia, la Giustizia Sociale e lo Sviluppo Sostenibile della Facoltà di Giurisprudenza di Fiume,ci ha spiegato come tutto è partito: “Il progetto è nato per caso perché la collega Sandra Winkler è stata invitata a una conferenza su questo tema e, poiché amiamo gli animali, abbiamo pensato che valesse la pena promuovere anche a Fiume questo argomento. Finora, nella nostra facoltà non esisteva nulla legato ai diritti degli animali – racconta con fierezza –, ma per il prossimo anno abbiamo introdotto un corso opzionale al quarto anno del corso integrato. Tutto nasce dall’amore reciproco per gli animali,” aggiunge la prof. Barić, che a casa, pur considerandosi una “persona da cani”, ha dei gatti, che definisce molto empatici e capaci di percepire quando una persona è di cattivo umore e di intervenire come conforto.
“Abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo capito che si tratta di una questione seria e particolare. In Croazia, Osijek e la sua facoltà di giurisprudenza erano in prima linea su questi temi: lì esiste anche una clinica di diritto ambientale”, ha concluso.

La platea.
Foto: RONI BRMALJ

Comprendere a fondo il tema
Una conferenza di due giorni, senza contare i momenti informali del giovedì in giro per la città con i relatori arrivati da tutta Europa. “Non volevamo affrontare il discorso consueto sulla tutela dell’ambiente e tutto ciò che ne consegue, ma volevamo che da noi arrivassero relatori che comprendono a fondo tutto ciò che si cela dietro. Pensiamo che tutti siano ugualmente degni di rispetto, anche le persone che riflettono diversamente da un punto di vista spirituale, filosofico o etico. Li abbiamo cercati, li abbiamo trovati, e si tratta di esperti in vari settori, amanti degli animali, che credono e sanno quanto poco si parli di questi temi. Sono stati molto felici dell’invito”.

Un impegno permanente
Nomi di rilievo, conferma la Barić, che insieme alla collega Winkler, frequentando conferenze e istituti, ha conosciuto persone molto sensibili a questo tema. “L’umanità e la disponibilità ad aiutare è ciò che caratterizza i nostri relatori. È un argomento di cui si parla da circa cinquant’anni, e tutto è iniziato con il collega Nikola Visković di Spalato, oggi in pensione. Mentre lavorava presso la Facoltà di Giurisprudenza di Spalato scriveva di ideologia culturale e botanica culturale. Una volta lo consideravano pazzo, mentre ora questi temi sono attuali. Di fatto, è grazie a lui se la nostra Costituzione contiene molte disposizioni sulla tutela dell’ambiente e sui diritti della natura”.
La Barić ci ha confermato che il loro impegno su questa tematica non finirà qui, perché hanno in programma altre idee progettuali, tutto dipenderà dai finanziatori che riusciranno a trovare: fondi europei, finanziamenti statali, regionali, cittadini, universitari, rapporti bilaterali tra Stati, insomma, tutto quello che si può. Questo progetto, ad esempio, è finanziato dall’Università di Fiume. “Avevo ancora qualche fondo avanzato da altri progetti, quindi li ho reindirizzati qui”, conclude sorridendo Sanja Barić, sottolineando che la maggior parte dei relatori è arrivata a Fiume a proprie spese, spinti soltanto dal desiderio di esserci. “Durante i nostri incontri sono già nate alcune idee e speriamo che la maggior parte di esse vada in porto.” Tutti i lavori presentati alla conferenza saranno resi pubblici online e potranno essere utilizzati per diversi scopi, se necessario.

Sanja Barić.
Foto: RONI BRMALJ

La situazione nel mondo islamico
Diana Cerini dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, collegata online, è intervenuta sul tema ‘Gli animali nella Costituzione italiana e in altre fonti di diritto’, presentando principi e incoerenze dei nuovi paradigmi giuridici. Tra i relatori c’era anche Deborah Scolart, professoressa di Diritto dei paesi islamici all’Università di Napoli ‘L’Orientale’, la quale ha spiegato come la legge in questi Paesi tuteli i diritti agli animali: “Sono stata invitata dalle colleghe dell’Università di Fiume, sono specialista di diritto dei Paesi islamici e mi sono soffermata, con una breve relazione, sulla situazione attuale e su quale sia l’approccio giuridico-religioso dell’Islam riguardo ai diritti degli animali. Attualmente, in alcuni Paesi islamici, abbiamo soltanto norme e codici penali che puniscono il maltrattamento generico degli animali, ad esempio, l’uso della sperimentazione medica solo entro un numero e limiti definiti dalla legge. Anche se questo è un tema nuovo per me, sulla base di ciò che ho potuto leggere, mi sembra di poter dire che la riflessione, nell’ambito islamico, sull’esistenza o meno dei diritti degli animali sia ancora, per così dire, in una fase embrionale. Il discorso ruota più attorno al fatto che gli esseri umani abbiano il dovere di riconoscere i diritti degli animali e si basa su una gerarchia voluta da Dio tra umani e non umani. Tendenzialmente, il discorso è ancora impostato su queste basi, lontano dalle visioni promosse oggi qui, che vedono i diritti della natura come indipendenti dall’uomo, ovvero che la natura sia titolare di diritti propri a prescindere dal fatto che l’uomo li riconosca o meno. Mi sembra di poter dire che allo stato attuale ci sia un dibattito tra studiosi, ma in termini pratici siamo ancora molto legati alle leggi emanate dallo Stato, che vengono rispettate finché non entrano in conflitto con gli interessi degli esseri umani”.

Deborah Scolart.
Foto: RONI BRMALJ

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