Il crollo di una parte della facciata e dell’impalcatura dell’ex Posta, che oggi ospita i negozi Zara, avvenuto il 22 novembre del 2018 in via Adamich avrà certamente un epilogo giudiziario. L’ufficio fiumano della Procura di Stato, infatti, ha sollevato l’atto d’accusa nei confronti di tre persone, rispettivamente di 38, 43 e 52 anni, per i quali si configura il reato di disastro colposo essendosi trattato di un incidente di non comune gravità, produttivo di danni estesi e complessi, che ha messo a repentaglio la vita e l’integrità di un numero indeterminato di persone. Fortuna ha voluto che al momento del crollo non ci fossero né automobili in transito né pedoni, altrimenti si sarebbe trattato veramente di una strage. L’accusato principale è l’ingegnere capo cantiere, al quale viene contestato l’utilizzo, nonostante fosse consapevole delle possibili conseguenze, delle lastre di polistirolo, materiale non idoneo per essere collegato al dispositivo di ancoraggio e pertanto non in grado di sopportare carichi. Sotto accusa anche l’ingegnere addetto alla vigilanza del cantiere, al quale viene imputata l’omissione di adeguata vigilanza, avendo omesso, appunto, di segnalare l’inadeguatezza dei materiali utilizzati, consentendo in seguito la colata di calcestruzzo nella cassaforma. All’ingegnere supervisore, infine, viene contestato di aver apposto la propria firma sul giornale dei lavori pur sapendo di non avere le dovute competenze per poter controllare l’impalcatura e giudicarne l’idoneità.