
Dalla scorsa settimana al volante degli autobus dell’”Autotrolej” possiamo incontrare i primi conducenti asiatici, parte del contingente che lo scorso autunno l’azienda fiumana di trasporti pubblici aveva richiesto a un’agenzia di collocamento. Dopo pochi giorni si è scoperto, da un servizio trasmesso dall’emittente televisiva RTL, che i quattro nepalesi e i due filippini giunti a Fiume vivono in condizioni a dir poco precarie, per non dire disumane.
All’agenzia avrebbero pagato 3.000 euro, passando poi tutte le procedure necessarie, visti e licenze, prima di poter entrare in servizio. L’”Autotrolej” aveva firmato il contratto con l’agenzia che alla gara aveva offerto il prezzo migliore. In altre parole, lo stipendio non lo riceveranno dalla municipalizzata, bensì dall’agenzia, loro datore di lavoro. I quattro nepalesi vivono insieme in un angusto appartamento, senza acqua corrente. Inoltre, i primi euro di stipendio, quelli per il mese di luglio, li riceveranno a metà agosto.
Dopo la messa in onda del servizio è iniziata una gara di solidarietà per raccogliere denaro sufficiente per assicurare ai conducenti giunti qui da lontanissimo generi di prima necessità. “Non sapevamo in che condizioni vivessero – ci ha detto Mateo Mavrić, capo del maggiore sindacato che opera nell’”Autotrolej” -, ma ora cerchiamo di aiutarli. Sono state organizzate delle collette per consentire ai nuovi arrivati di disporre di cibo e prodotti per l’igiene. Nelle condizioni in cui ci troviamo, con una carenza cronica di organico, i lavoratori arrivati dai Paesi asiatici sono i benvenuti. Inoltre, devo dire che sono diligenti e allo stesso tempo pieni di umiltà, buona educazione e riconoscenza”.
Dall’ufficio stampa dell’azienda fiumana spiegano che sarebbe stato compito dell’agenzia assicurare ai lavoratori le condizioni per vivere. Kristina Prijić, responsabile per le pubbliche relazioni commenta: “Siamo sbigottiti. Faremo ciò che possiamo, andremo al supermercato a fare la spesa”.
Nelle prossime settimane dovrebbero arrivare altri 14 lavoratori provenienti da Nepal, Filippine e India, indispensabili in un quadro generale critico. Terminato l’anno scolastico si è ridotto notevolmente il numero di passeggeri e quindi anche quello delle cose su tutte le linee. Per tornare alla normalità, a uno standard degno di una città moderna nel XXI secolo, servirebbe una cinquantina di conducenti. Questi venti rappresentano una misura emergenziale. Attualmente ve ne sono 242 e, se non altro, sembra che con l’ultimo aumento degli stipendi e le misure adottate, con dei “premi fedeltà”, abbiano arrestato l’emorragia di personale e portato addirittura a nuove assunzioni. Stranieri al volante? C’è sempre chi è portato ad assumere un atteggiamento di diffidenza verso tutto ciò che è nuovo, sconosciuto, ma questa è la realtà con la quale, inevitabilmente, dovremo fare i conti anche in futuro”.
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