
Un’esperienza di grande impatto ha visto protagonista ieri un gruppo di 32 alunni delle quattro classi V della SEI “Pier Paolo Vergerio il Vecchio” di Capodistria, i quali in mattinata hanno fatto visita alla sede della Casa editrice EDIT. Accompagnati da due insegnanti, un’insegnante di sostegno e dalla preside Helena Maglica, gli allievi hanno partecipato a una giornata interamente dedicata alla scoperta del mondo della carta stampata, nell’ambito di un progetto inserito nel Piano dell’Offerta Formativa (POF), focalizzato sui mass media della Comunità Nazionale Italiana. Accolti al pianoterra del Palazzo della Stampa, dalla direttrice dell’EDIT, Christiana Babić, i giovani ospiti – già reduci da una visita agli studi radiofonici e televisivi di Capodistria – hanno proseguito il loro percorso tra i media esplorando il cuore pulsante della stampa della CNI. La direttrice ha rivolto un caloroso saluto a tutti, dichiarandosi felice della loro presenza in sede, auspicando che la visita al nostro Ente potesse stimolare la loro curiosità. “Spero che, assieme ai miei colleghi, possiate scoprire tante cose belle”, ha detto Babić. “Dopo aver conosciuto radio e televisione, oggi ci immergeremo nel mondo della carta stampata, anche se il giornale ormai non si sfoglia soltanto su carta, bensì potete leggerlo anche sul vostro smartphone. Al giorno d’oggi, la notizia siete voi: siete i protagonisti dell’articolo che verrà scritto su quest’esperienza e che domani potrete rileggere direttamente dal vostro telefonino”.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ
Entusiasmo palpabile
All’appuntamento non sono potuti mancare il caporedattore del quotidiano “La Voce del popolo”, Ivo Vidotto, la caporedattrice del quindicinale “Panorama”, Ilaria Rocchi, la caporedattrice del mensile per ragazzi “Arcobaleno”, Tiziana Dabović, e la responsabile del Reparto editoriale, Liliana Venucci. Attraverso un dialogo aperto e coinvolgente, i professionisti dell’informazione hanno illustrato ai ragazzi il lavoro che viene svolto quotidianamente in seno all’EDIT, conducendoli poi in un tour guidato delle tre Redazioni e dei vari ambienti in cui le idee prendono forma, vengono scritte, impaginate e infine mandate in stampa. Tra i luoghi visitati non poteva mancare, naturalmente, la tipografia: il luogo in cui la rotativa “sforna” i vari prodotti della carta stampata.
Gli alunni, curiosi ed educati, si sono mostrati entusiasti mentre percorrevano i corridoi di una delle realtà fondamentali della CNI. Al loro arrivo, hanno omaggiato la direttrice Babić con due doni: una bottiglia d’olio d’oliva fatto in… casa e un biglietto di ringraziamento raffigurante alcuni dei disegni da loro creati.
Nel corso dell’incontro, Ivo Vidotto ha incoraggiato la partecipazione attiva dei ragazzi, e la risposta è stata immediata: mani alzate, domande puntuali, riflessioni intelligenti. “Se non sono i giornalisti a raccontare ciò che accade – ha detto il caporedattore del nostro quotidiano –, difficilmente qualcuno informerà il pubblico su novità e avvenimenti che accadono nel territorio o nel mondo. Essere italiani in queste terre rappresenta un’eredità interessante, ma anche impegnativa. Tutti noi portiamo con noi una responsabilità storica”. Vidotto ha poi spiegato il processo che porta un’idea a diventare una notizia e quindi un articolo pubblicato sul giornale: dalla nascita del concetto fino alla sua forma finale all’interno di rubriche tematiche o sezioni dedicate a diverse aree geografiche. Ha illustrato la struttura del quotidiano, dalla prima pagina all’ultima, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra nella Redazione.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ
Domande e risposte
Ai giovani più curiosi ha lanciato un messaggio diretto: “Chi di voi ama scrivere, raccontare, scoprire, potrebbe un giorno scegliere il giornalismo come professione. È un lavoro che faccio da tutta la vita, e non riesco a immaginare con cosa potrei sostituirlo”. Il messaggio è arrivato forte e chiaro. Andrea, uno degli alunni, ha affermato con sicurezza di voler studiare storia, ma anche imparare il mestiere di falegname, dimostrando come la capacità di spaziare tra competenze diverse sia ormai naturale tra le nuove generazioni. Lana ha raccontato di voler diventare fotomodella e creatrice di contenuti televisivi legati alla moda. Alice ha espresso il desiderio di diventare giornalista, consapevole però che non tutti possiedono le qualità per intraprendere questo mestiere.
Vidotto ha saputo instaurare un dialogo autentico con gli alunni, coinvolgendoli in modo naturale e stimolando le loro opinioni. “Chi lavora in un giornale ha una grande responsabilità – ha detto –. La propria opinione può influenzare l’opinione pubblica, e questo è uno strumento potente che va usato con consapevolezza e nel rispetto della verità”.
Ilaria Rocchi ha raccontato un episodio emblematico per spiegare il potere dei media, ricordando la trasmissione radiofonica di Orson Welles che, inscenando un’invasione aliena, scatenò il panico tra gli ascoltatori. La responsabile della rivista “Panorama” si è messa nei panni degli alunni, avendo insegnato in passato nelle scuole della CNI, e ha risposto con entusiasmo alle domande poste dai ragazzi, sia a lei che agli altri caporedattori: “Che cosa vi ha spinti a diventare giornalisti?”, ha chiesto Sofia. “È difficile fare un giornale?”, “Quanta fantasia serve?” (Kaja), “Quanti giornali si stampano al giorno?», ha chiesto Kala.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ
Un mestiere che richiede rigore
Rocchi ha ribadito come proprio i giovani, nativi digitali con la tecnologia nel palmo della mano, siano i futuri modelli del mondo dell’informazione. Per questo ha sottolineato l’importanza della verifica delle fonti e del contrasto alle fake news. “Il giornalismo è un lavoro dinamico, interessante, ma anche stressante e pieno di sfide”, ha detto. “Permette di imparare molto, ma richiede rigore”. A questo punto si è aperto un vero e proprio dibattito sulla disinformazione. Andrea ha osservato come oggi circoli molta più disinformazione che informazione vera. L’alunna Aurora ha contribuito con spunti interessanti su come prevenire la diffusione di notizie false, dimostrando maturità e senso critico. Tiziana Dabović ha espresso grande entusiasmo per i contenuti inviati dagli alunni nel corso degli anni, definendoli ottimi, e ha invitato l’allegro gruppo di Capodistria nel suo ufficio, minuscolo per dimensioni, ma grande per creatività e produzione di idee. Liliana Venucci ha ricordato che quello dell’editoria è un lavoro serio, ma anche molto creativo, sottolineando l’impegno dell’EDIT nel promuovere la letteratura italiana. “Il legame tra letteratura e giornalismo è inevitabile”, ha detto. “La passione per la scrittura è fondamentale. Abbiamo una lunga tradizione, e speriamo che anche qualcuno di voi, un giorno, possa far parte della nostra Redazione o delle nostre collane”. Sfogliando insieme le numerose opere pubblicate dall’EDIT nel corso degli anni, Venucci ha spiegato come nasce un libro, dalle sue varie parti fino al prodotto finito, frutto di un lavoro meticoloso che la Casa editrice della CNI porta avanti da oltre 70 anni, trattando ogni possibile tematica. Due ore dense di apprendimento e coinvolgimento, trascorse tra i locali del quarto piano (e poi della tipografia) del Palazzo della stampa, con alunni curiosi anche dei più minimi dettagli. In fila indiana, i giovani hanno avuto modo di vivere un viaggio nel cuore della comunicazione e dell’identità culturale, che difficilmente potranno dimenticare.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ
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