Come cambiare le nostre abitudini?

Anche a Fiume ha aderito alla Settimana europea della mobilità, un’occasione per riflettere sulle soluzioni alternative all’uso dei veicoli privati

0
Come cambiare le nostre abitudini?
I relatori del panel. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Ci sono processi che si svolgono a velocità inimmaginabili e coi i quali non riusciamo a tenere il passo. È iniziata la Settimana europea della mobilità, un appuntamento che ogni anno si propone di farci riflettere sul modo in cui ci muoviamo da un punto all’altro, nella nostra quotidianità. L’esigenza è quella di farci vivere meglio e uno degli aspetti che dovrebbero contribuire al nostro benessere è anche la qualità dell’aria che respiriamo. In aggiunta, è ormai un fatto provato scientificamente, che le attività umane, producendo inquinamento, contribuiscono ai cambiamenti climatici e causano eventi meteo estremi, talvolta devastanti. Cosa possiamo fare nel nostro piccolo? Ieri al “RiHub” è stato organizzato un panel nell’ambito del quale si è cercato di dare qualche risposta al quesito. Il tema “Mobilità sostenibile – le sfide e le opportunità per le città del futuro” è stato proposto ai media, ma anche a una nutrita scolaresca delle scuole medie fiumane.

Il moderatore del dibattito è stato Vedran Kirinčić, professore di elettrotecnica al Dipartimento di elettroenergetica del Politecnico fiumano. Gli ospiti invitati erano il direttore dell’”Autotrolej” Robert Mrvčić, Ivan Begović, rappresentante di una delle imprese che gestisce il servizio di sharing/noleggio di monopattini elettrici e biciclette, Tomislav Ivanetić che dirige una startup che gestisce il sistema QELO per la ricarica dei veicoli elettrici e Ivan Starčević della “Wizi” (ex Cammeo) che presta il servizio taxi in diverse città croate, slovene e in Macedonia del Nord.

Trasporti pubblici, futuro della mobilità
Cambia il mondo, il clima, ma non le nostre abitudini. Nei Paesi più evoluti è più comodo e veloce usare i mezzi pubblici per recarsi al lavoro. Lì il tenore di vita consente più che da noi di possedere una, due o più auto per famiglia, ma al momento di scegliere il modo in cui recarsi al lavoro ci si rende conto dei vantaggi se si lascia l’auto a casa.
Oggi l’azienda di trasporti pubblici fiumana non sta vivendo un grande momento, alle prese con la carenza di organico, cioè di autisti, un problema che ha determinato la riduzione delle corse giornaliere. Comunque sia, abbiamo cercato di fare un calcolo approssimativo per farci un’idea sui motivi che creano lunghe code e imbottigliamenti in città, non solo nelle ore di punta. Un autobus singolo può trasportare fino a un centinaio di passeggeri. È un dato accertato che a bordo di un’auto in coda nelle ore di punta c’è in media un passeggero e mezzo. In altre parole, in una macchina c’è solo il conducente e in un’altra anche un passeggero. Se trasformiamo questi numeri in metri di coda, arriviamo a circa 400 metri in cui si muovono con estrema lentezza circa 85 auto. Se oggi i cittadini, a ragione, ritengono i trasporti pubblici inaffidabili, è anche vero che nelle abitudini dei fiumani prevale l’uso del veicolo privato. Il direttore dell’”Autotrolej” Mrvčić ha raccontato la storia del servizio a Fiume che, tra l’altro, festeggia 125 anni dalla sua introduzione. “Siamo partiti in modo ecosostenibile con i veicoli trainati dai cavalli, poi è arrivato il tram elettrico a cui è subentrato il filobus che alla fine degli Anni Sessanta ha lasciato il posto agli autobus a nafta, il cui sopravvento è avvenuto grazie ai prezzi vantaggiosi del carburante. Oggi disponiamo di una flotta di 150 autobus dei quali 50 vanno a gas. Gli altri sono diesel, ma dotati di motori di ultima generazione. Le prossime sfide sono legate all’adozione di veicoli elettrici per i quali dovremo attingere dai fondi dell’Unione Europea”.

Più corse giornaliere eviterebbero l’uso delle macchine per percorsi brevi.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Micromobilità sì, ma per i giovani
“Il nostro proposito è quello di integrare bici e monopattini elettrici nel sistema dei trasporti pubblici. Le bici a Spalato – spiega Begović -, nonostante lo scetticismo iniziale, sono state accettate dai cittadini e si comincia a ragionare sulla creazione di piste ciclabili in città. A Fiume i monopattini sono una realtà. Ve ne sono 600 gestiti da diversi operatori. Purtroppo, si registrano molti atti di vandalismo e di uso improprio. Dopo tre-quattro anni anche il legislatore ha compreso che c’è questo nuovo mezzo di trasporto ed ha stabilito delle regole che, in piena onestà, spesso non vengono rispettate. Se ci riferiamo a Fiume, c’è l’idea di allestire una pista ciclabile tra Preluca e piazza Adria, ma qui sarà necessaria la volontà politica per far cambiare le cose”.

I monopattini elettrici sono molto gettonati, ma spesso usati in modo improprio.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Auto elettriche e ricarica
In Croazia sono poche le auto elettriche e gli incentivi arrivano con il contagocce. Nonostante ciò, qualcuno ci crede. Uno di questi è Tomislav Ivanetić, arrivato a Fiume da Zagabria con un’auto elettrica, dirigente di un’impresa che ha come unica attività l’allestimento e la gestione di colonnine di ricarica: “Le grandi compagnie non sono interessate a farlo per cui subentriamo noi, per assicurare in futuro un’infrastruttura adeguata. La Croazia nei suoi piani di sviluppo si basa esclusivamente sugli esempi altrui, scegliendo le esperienze di Paesi che vengono ritenuti virtuosi nell’adozione di novità. Invece di copiare, noi abbiamo cercato di introdurre delle innovazioni. Siamo i primi e unici a occuparci esclusivamente di quest’attività. Il nostro obiettivo è quello di allestire una rete che copra tutta la Croazia e che si estenda all’estero. In questo senso, devo sottolineare che oltre il 70 per cento delle soste alle nostre colonnine di ricarica riguardano auto straniere. Da noi le auto elettriche sono poco diffuse e il loro prezzo elevato ne è la causa principale. L’Europa sta frenando l’avvento delle auto cinesi, più economiche, ma è solo questione di pochi anni il loro arrivo sul mercato europeo. Non è sicuramente giustificata la tesi secondo cui i prodotti dalla Cina non sono di qualità. Da dove arrivano, per esempio, i nostri cellulari? È solo questione di tempo”.

Con la liberalizzazione, taxi più accessibili
“Operiamo a Fiume da 18 anni. È stata la prima città ad offrire la possibilità di farci lavorare senza limitazioni e concessioni. In questo modo – ha spiegato Ivan Starčević della “Wizi” –, abbiamo potuto istituire un servizio standardizzato partendo da una tariffa di 13 kune per i percorsi entro i 5 chilometri. Ciò ha reso accessibile il taxi a tutti. È stata una vera rivoluzione sul mercato. Abbiamo esteso la nostra attività ad altre città e, crescendo, abbiamo creato un sistema informatico efficiente. A Fiume siamo i leader incontrastati. Tutte le nostre auto vanno a GPL e il sistema, usando anche l’intelligenza artificiale, calcola il modo ottimale di utilizzo dei veicoli in circolazione con lo scopo di ridurre il più possibile i chilometri percorsi e quindi le emissioni. Oggi disponiamo di 450 auto e puntiamo a crescere ancora. Tra i nostri propositi c’è quello di istituire un servizio taxi a Dubai”.

Il taxi della Wizi.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Riflessioni sul futuro
La nostra generazione, probabilmente, non sarà capace di adattarsi alle novità quanto lo saranno i giovani. È proprio necessario, per esempio, che in una famiglia ognuno debba avere la propria automobile? Curiosamente, Fiume come tante altre città in Croazia, registra un notevole calo demografico, ma non per questo ci sono più posti liberi per parcheggiare. Negli Stati Uniti si sta verificando un fenomeno interessante. I giovani tendono a rinviare il corso di guida, in media, di un anno e, allo stesso tempo, dimostrano meno interesse per acquistare un’auto propria.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display