Combattere la disinformazione

Al Campus di Tersatto si è parlato della necessità di istituire sistemi di verifica delle informazioni mediatiche e di diffusione dei dati pubblici

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Combattere la disinformazione
Krešimir Partl e Saša Zelenika. Foto: RONI BRMALJ

L’Agenzia per i media elettronici, in collaborazione con la Facoltà di Informatica e Tecnologie Digitali dell’Università di Fiume, ha presentato il progetto intitolato “L’istituzione dei sistemi di verifica delle informazioni mediatiche e di diffusione dei dati pubblici”, attuato nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza e supportato dal Ministero della Cultura e dei Media. A parlarne ieri, negli ambienti del Campus universitario di Tersatto, sono stati, nella prima parte della conferenza, il sottosegretario del Ministero, Krešimir Partl, il prorettore per i progetti strategici dell’Ateneo fiumano, Saša Zelenika e la preside della Facoltà di Informatica e Tecnologie Digitali, Marina Ivašić Kos, altresì responsabile del Laboratorio per la proiezione computerizzata del Centro per l’intelligenza artificiale e la sicurezza cibernetica.

Nell’introdurre il progetto, il prorettore e la preside hanno segnalato l’importanza dell’ideazione di programmi come questo per una maggior sicurezza degli utenti nell’approcciarsi ai contenuti dei media, della collaborazione di varie istituzioni e dell’educazione dei giovani in merito alla tematica. Sulla falsariga delle loro parole, Partl ha rilevato che lo stesso, per il quale sono state assicurate risorse significative, pari a 45 milioni di kune a fondo perduto, mira al rafforzamento della resilienza della società per affrontare i problemi dell’autenticità e della sicurezza delle notizie riportate dai social media e dai mezzi d’informazione, come pure la questione della qualità del giornalismo in generale, nello specifico della cronaca attendibile e dell’alfabetizzazione mediatica.

Trasformazione digitale
“La trasformazione digitale del mercato dei media e dell’informazione, come pure le abitudini dei cittadini inerenti al settore, hanno minacciato la sostenibilità economica degli stessi e dei loro modelli professionali. Come se non bastasse, il tutto è stato ulteriormente aggravato dalla crisi finanziaria e dalle conseguenze economiche della pandemia di Covid 19”, ha ancora dichiarato il sottosegretario Partl, aggiungendo che “al fine di assicurare e incoraggiare un giornalismo indipendente di qualità, come pure tutti i progetti autonomi, specializzati nell’individuazione delle false notizie, è fondamentale il sostegno di fondi pubblici, erogati attraverso un sistema di sovvenzioni dirette e indirette. Le stesse dovrebbero basarsi su criteri di selezione di progetti chiari, misurabili in relazione agli obiettivi e alle attività prefissati. Nel contempo, inoltre, dovrebbe venire garantita la totale trasparenza in tutte le fasi del procedimento di vaglio, nella comunicazione delle informazioni relative ai beneficiari delle sovvenzioni e agli importi assegnati, come pure nel seguire la realizzazione dei succitati obiettivi e attività. È importante educare le persone, indirizzarle sui modi e sui luoghi in cui leggere notizie corrette e attendibili. Vorremmo che i cittadini potessero riconoscere coloro che investono davvero nel giornalismo investigativo e riportano informazioni e fatti appurati, i quali dovrebbero essere i criteri principali da seguire. Il programma, quindi, rappresenta anche una specie di misura d’incentivazione.Non accadrà nulla a nessuno se continua nella direzione sbagliata, ma sarebbe importante individuare i media che operano in modo corretto”, ha concluso il relatore.

Proposte concrete
Nella seconda parte dell’incontro sono stati presentati tre studi di ricerca relativi alle tematiche trattate, proposti dalla docente della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Zagabria (“Il rafforzamento della resilienza della società alla disinformazione: analisi dello stato e linee guida su come agire”), dal vicedirettore dell’Agenzia per i media elettronici, Robert Tomljenović (“Le norme e i criteri per la pubblicazione di un bando pubblico atto alla distribuzione di mezzi a fondo perduto”) e dalla docente della Facoltà di Informatica e Tecnologie Digitali dell’Ateneo fiumano, Ana Meštrović, la quale ha illustrato i risultati delle ricerche effettuate dal Laboratorio per le tecnologie semantiche e dal Centro per l’intelligenza artificiale e la sicurezza cibernetica. Ha presentato inoltre lo studio “Lo sviluppo delle tecnologie per l’analisi dei testi e il riconoscimento della disinformazione”. A seguire, una tavola rotonda sul documento presentato da Tomljenović, in seguito alla quale i relatori hanno riferito sulle possibilità di sviluppo dei vari sistemi informatici, sulle soluzioni tecnologiche e sugli strumenti per la verifica della veridicità delle informazioni. In conclusione è stata presentata la piattaforma di collaborazione creata al fine di avere a disposizione un sito nel quale pubblicare, classificare e archiviare le disinformazioni individuate, verificate e corrette per mezzo dei programmi fact-checking, realizzati con il sostegno dei suddetti investimenti.

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