Cosa c’è di meglio di una bella giornata autunnale trascorsa assieme ad amici, magari approfittando di una gita fuori porta? Non si può negare che questo sia sicuramente un bel modo di riempire il fine settimana e godersi il tepore di inizio novembre. Ed è proprio ciò che hanno fatto sabato i connazionali della Comunità degli Italiani di San Lorenzo-Babici, diretti alla volta di Cherso per far visita ai membri del locale sodalizio.
Arrivati sull’isola non poteva di certo mancare una bella passeggiata tra le vie della cittadina per scoprirne i segreti, ammirare la splendida architettura del luogo e i magnifici paesaggi a perdita d’occhio sull’immensa distesa blu del mare. Il sole di questi giorni ha sicuramente reso ancora più piacevole una giornata già di per sé spensierata e diversa dal solito, abbracciando con i suoi raggi i molti attivisti in gita. Ad accompagnare i connazionali la presidente della CI di San Lorenzo-Babici, Roberta Grassi Bartolić e il presidente del sodalizio di Cherso, Daniele Surdić.
L’incontro tra queste due realtà non si poteva che coronare con uno spettacolo per rallegrare i molti membri della CI di Cherso accorsi a salutare i connazionali istriani.
Quella di San Lorenzo-Babici è una delle 4 Comunità dell’Umaghese, fondata nel 1993; tutt’oggi opera con la voglia e l’entusiasmo di mantenere vivi le tradizioni e i valori locali legati alla cultura e alla lingua italiane. Le attività proposte spaziano da quelle musicali a quelle recitative, senza tralasciare lo sport, includendo persone di tutte le età, grazie ai programmi didattici per bambini e a quelli artistici per gli adulti.
Tradizioni e valori locali
La serata è stata aperta dal coro misto della CI di San Lorenzo-Babici, attivo già dal lontano 1997. Il gruppo vocale è formato da una quindicina di membri e tutti loro dedicano con entusiasmo il loro tempo libero alle solide tradizioni del canto. Il programma della formazione canora varia da canti popolari istriani, italiani e croati. Sotto l’attenta e trainante conduzione della Maestra Giulia Fonzari il coro prosegue il suo percorso con energia, con l’obiettivo di migliorare e di rinnovare le proprie esibizioni. L’ensamble della CI dell’umaghese ha rallegrato i presenti proponendo alcuni brani del suo vasto repertorio, riscuotendo un’ottima risposta da parte degli spettatori.
È stata poi la volta dei più piccolini, i minicantanti, un gruppetto di una decina di bambine dai 5 ai 12 anni. Con le loro voci spaziano dalle canzoni dello Zecchino d’oro alle sigle dei cartoni animati, includendo anche brani moderni, oltre a intonare assieme a “I cantadori”, pezzi della tradizione popolare istriana. Con la loro energia e il loro entusiasmo contagioso hanno conquistato subito il pubblico isolano, anche grazie alla loro fedele maestra Giulia Fonzari.
La filodrammatica è uno dei gruppi storici della CI con sede a Babici, fondato pochi anni dopo la sua costituzione, nel corso del tempo ha proposto sketch e commedie in istroveneto le cui trame si ispirano alla vita quotidiana e a momenti tipici del nostro vissuto. L’obiettivo del gruppo è quello di unire le persone della Comunità e fare conoscere la varietà culturale e linguistica del territorio, coinvolgendo spettatori di tutte le età in un’esperienza teatrale di vicinanza, ma soprattutto trascorrere momenti in compagnia tra una risata e l’altra. A Cherso gli impavidi attori hanno proposto “Una questione di eredità” e “La casita”, sprigionando la loro bravura e la spigliatezza per il riso e la recitazione, il tutto sotto l’attenta dirigenza di Marina Corenica.
L’amore per i canti popolari
Uno dei gruppi più rappresentativi della Comunità di San Lorenzo-Babici è quello de “I cantadori”, formazione relativamente giovane, formatasi nel 2003 con la volontà di preservare e promuovere le antiche melodie istriane che rischiano di perdersi con il passare del tempo e la crescente modernizzazione della società. Il fondatore e leader del gruppo, Antonio Nino Zacchigna, ha sempre nutrito una profonda passione per questo aspetto della tradizione. Egli ne è un vero curatore e ha dedicato gran parte della vita alla raccolta e alla conservazione dei brani popolari che non venivano scritti sugli spartiti ma erano tramandati oralmente. Un aspetto distintivo del complesso e l’esecuzione delle canzoni con l’accompagnamento della fisarmonica triestina, strumento secolare, che fa parte del patrimonio musicale locale. “I cantadori” sono un simbolo di resistenza culturale e un omaggio vivente alla tradizione. Il pubblico presente alla serata artistico- culturale svoltasi a Cherso ha ammirato anch’esso la bravura, l’originalità e la passione di questo gruppo vocale, apprezzando l’esecuzione proposta dagli ospiti.
“Siamo veramente lieti di essere vostri ospiti questa sera per un evento artistico-culturale che rappresenta una splendida occasione per celebrare assieme le nostre tradizioni, la nostra storia e i talenti della nostra Comunità – ha commentato la presidente Roberta Grassi Bartolić –. Questa serata è dedicata non solo a chi è parte integrante del sodalizio, ma anche a tutti coloro che ci sostengono e ci incoraggiano nel promuovere la nostra identità culturale”.
Una giornata diversa dal solito culminata in un incontro che ha riunito connazionali di due diverse realtà, unite dal medesimo amore per l’italianità e per le radici comuni.
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