Champagne più chic d’Europa: era il fiumano Sans Souci

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Champagne più chic d’Europa: era il fiumano Sans Souci

Si sta avvicinando Capodanno, periodo frizzante, colorato, rumoroso, di festeggiamenti e colori, di sfogo, allegria ed ebbrezza, di balli, canti, desideri e decisioni nuove. Il suo arrivo si aspetta con speranza e leggera trepidazione, si fa il conto alla rovescia e poi, allo scoccare della mezzanotte, si stappa una bottiglia di champagne. Da tempo considerato sinonimo di distinzione e raffinatezza, è il vino della celebrazione per eccellenza.

Generalmente il simbolo della preziosità applicata allo champagne spetta prima di tutto ai vini francesi, vuoi per la loro origine e storia, vuoi per la loro qualità, un mito che non si smentirà all’inizio del XX secolo, con la Belle Époque – l’età d’oro dello champagne –, e i ruggenti anni Venti. In quel periodo a Fiume agivano ormai attivamente i discendenti della potente famiglia Ossoinack, slava di origine e italiana di lingua (apparvero per la prima volta sulla scena della storia nel XVIII secolo a Volosca) e, nello specifico, l’intraprendente Natalino Gennaro il quale, da giovanissimo, accumulò capitali e divenne un importante mercante di vino. Ben presto il giovane acquistò una casa con osteria in zona Fiumara, dove attraccavano le navi che portavano il vino dalla Dalmazia. Le sue abilità imprenditoriali e l’accumulata esperienza nella scelta e cultura dei vini di qualità erano tali da indurlo ad aprire la prima Fabbrica fiumana di champagne. La stessa era sita in quella che allora era la via Belvedere inferiore 13 (oggi via Tiziano 54) e, tra diverse varietà meno note, produceva anche una marca all’epoca ritenuta speciale ed esclusiva, la “Sans Souci”.

Pregiato e noto, in particolare nel periodo attorno alle festività, il suddetto champagne veniva regolarmente pubblicizzato sui quotidiani e sulle guide fiumane dell’epoca (La Bilancia, Guida di Fiume, Riečki Novi List) quale “la più diffusa e ricercata marca a Fiume e litorale, confezionato con vini finissimi nazionali ed esteri, e che può concorrere colle principali marche francesi” e vantava anche una medaglia d’oro ricevuta all’Esposizione Agraria di Praga del 1909.

Oggi, osservando l’edificio al civico 54, l’unico particolare che attira l’attenzione del passante incuriosito e che rivela la sua unicità (attestata da mappe consultabili nell’Archivio di Stato), sono alcuni alberi di palma, simboli, dicesi, dell’abbienza dei proprietari dello stesso e le mura rigate. Neanche gli abitanti dello stabile sono a conoscenza della sua storia, delle sue origini, di un passato glorioso e chic in cui, grazie a un giovane imprenditore, i fiumani di un tempo a quest’ora, forse, stavano già brindando con uno dei vini più fashion d’Europa.

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