Centro clinico-ospedaliero di Fiume. «Chi denuncia le irregolarità finisce in strada»

Radmila Čahut Jurišić, presidente del Sindacato della sanità, sui licenziamenti nel Centro clinico-ospedaliero

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Centro clinico-ospedaliero di Fiume. «Chi denuncia le irregolarità finisce in strada»
Gradimir Šajn, Radmila Čahut Jurišić e la fiduciaria legale Petra Vaci. Foto: RONI BRMALJ

“In due anni di mandato del direttore del Centro clinico-ospedaliero di Fiume, Alen Ružić, sono stati licenziati ingiustamente cinque dipendenti, mentre sono in corso otto cause di lavoro. L’ingegnere Gradimir Šajn, qui seduto al mio fianco, ha ricevuto come augurio pasquale la lettera di licenziamento”, sono state le parole introduttive di Radmila Čahut Jurišić, presidente del Sindacato della sanità in Croazia, che ha convocato un incontro con i media in relazione in primo luogo a quest’ultimo licenziamento. La sindacalista ha aggiunto: “Šajn è stato licenziato dopo che questi ha denunciato alla Procura di Stato attività criminali a corruzione della dirigenza del CCO. Ciò a cui assistiamo è un vero horror, qualcosa che non si è mai verificato negli ultimi trent’anni, non solo nel CCO, ma in tutta la Croazia. I lavoratori se ne stanno andando comunque, all’estero, ma qui è la dirigenza a cacciare i propri dipendenti innocenti. Perché? Semplicemente perché osano dire la verità tentando di impedire le attività criminali e la corruzione. Le persone licenziate aspettano che venga fatta giustizia, ma i tempi sono lunghissimi. Per la prima udienza si aspetta oltre un anno. Invece di loro in strada ci sarebbe dovuto finire il professor Ružić perché ci sono i documenti in cui le istituzioni competenti, l’Ispettorato di Stato e quello del lavoro, ma anche di quello del Ministero della salute, confermano che il direttore opera violando le leggi. In casi come questi il Consiglio d’amministrazione dovrebbe avviare la procedura per la sua destituzione. Altrimenti, dovrebbe farlo il ministro”.
Gradimir Šajn era stato assunto, attraverso un regolare concorso pubblico, sette anni fa come responsabile dei servizi tecnici del CCO. Non ha potuto entrare nel merito del contenuto della denuncia sporta alla Procura di Stato (DORH), ma ha accennato ad alcuni aspetti della situazione in cui è stato coinvolto. “Fino al 2020 ho ricoperto l’incarico di responsabile tecnico, affidato successivamente attraverso un concorso pilotato a un altra persona senza le qualifiche necessarie. Per assumerlo è stato modificato per due volte l’organigramma. Successivamente sono stato sistematicamente marginalizzato, demansionato, mi è stato precluso l’accesso alle informazioni e al sistema informatico. L’ex direttore Davor Štimac aveva assunto degli ingegneri per migliorare il livello del settore tecnico che io ho guidato fino all’arrivo di Ružić, il quale si è circondato di collaboratori senza competenze adeguate. Per i ‘lavori sporchi’ ha impiegato Željko Baković che comunica con i dipendenti minacciando e ricattando. Io stesso sono stato attaccato da Baković e ho provveduto a informarne il direttore Ružić. Ho accennato a delle irregolarità nelle assunzioni”. Sarebbe stato ignorato anche il fatto comprovato da un test per verificare la positività all’alcol. “A lui è stato affidato un compito di grande responsabilità nella sala di controllo del nuovo ospedale che gestisce centinaia di telecamere. Due giorni dopo aver denunciato il fatto che egli beveva sul posto di lavoro, ho ricevuto il preavviso di licenziamento”.

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