CCO di Fiume. I Centri di riferimento ora sono nove

Il Ministero ha assegnato il titolo alla Clinica di anestesiologia, medicina intensiva e terapia del dolore per i prossimi cinque anni. Alen Ružić: «Sono orgoglioso»

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CCO di Fiume. I Centri di riferimento ora sono nove

Su decisione del ministro della Sanità, Vili Beroš, la Clinica di anestesiologia, medicina intensiva e terapia del dolore operante in seno al Centro clinico-ospedaliero di Fiume, località Sušak, è diventata Centro di riferimento per l’applicazione degli ultrasuoni nella medicina d’urgenza per i prossimi cinque anni. Questo è il nono Centro di riferimento del CCO, il che lo colloca ai vertici della sanità nazionale.
“Sono orgoglioso di questo titolo perché premia la qualità e un grande e complesso lavoro effettuato dalla Clinica, sia dal punto di vista professionale che scientifico, che si traduce in eccellenza a livello nazionale e internazionale. Ciò è stato riconosciuto dal Ministero e dal Consiglio scientifico nazionale. Si tratta di un tassello intriso nel mosaico della qualità del lavoro del nostro ospedale. Attualmente sono in corso le valutazioni per la chirurgia digestiva, che potrebbe diventare il decimo Centro di riferimento. La medicina intensiva e l’anestesiologia sono state fondamentali durante la pandemia e continuano a esserlo”, ha detto il direttore del CCO, Alen Ružić, il quale ha ricordato che anche durante la pandemia l’istituto ospedaliero ha continuato a migliorarsi. Sono stati aperti cinque reparti per la diagnosi dei test per il Covid, assicurati 200 posti letto con l’ossigeno e aperti sei reparti Covid, puntando sempre sulla qualità.

L’apparecchio a ultrasuoni

Alan Šustić, a capo dell’Istituto per la medicina d’urgenza e titolare della Cattedra di anestesiologia, rianimatologia, medicina d’urgenza e intensiva della Facoltà di medicina, ha spiegato che questo è il risultato di un lungo lavoro nell’applicazione degli ultrasuoni nella medicina intensiva. “Negli ultimi vent’anni i nostri medici hanno avuto molte esperienze all’estero, dove hanno acquisito il sapere necessario, hanno partecipato a tutti i congressi sul tema e pubblicato una trentina di lavori su riviste specializzate”, ha spiegato Šustić.

Tecniche ottimizzate

Alen Protić, primario della Clinica di anestesiologia, medicina intensiva e terapia del dolore, ha ribadito che la nomina è il risultato di un lavoro pluriennale sul piano sanitario e d’istruzione, che ora è possibile applicare anche in pratica. “La medicina a ultrasuoni ha un posto di riguardo nella nostra Clinica e ha svolto un ruolo fondamentale durante la pandemia. Attualmente disponiamo di 8 apparecchi a ultrasuoni, più due che ci sono stati donati. Uno di questi si trova nel laboratorio delle abilità, dove gli studenti hanno modo di usarlo per fare pratica. La Clinica dispone di 24 posti letto in due sedi e 27 unità di lavoro in tre sedi”, ha affermato Protić.

Intanto sono a buon punto i lavori di costruzione delle due nuove strutture a Sušak

Josip Brusić, a capo del servizio tecnico, ha illustrato il funzionamento dell’apparecchio a ultrasuoni. La caratteristica principale è l’uso delle tecniche di anestesia periferica per il posizionamento degli accessi vascolari. Con gli ultrasuoni la procedura anestesiologica, prima eseguita mediante un neurostimolatore, è diventata visibile con la visualizzazione delle strutture nervose. Così si può ottimizzare la tecnica in tutta sicurezza per il paziente. Si tratta di tecnologia non invasiva con risultati in tempo reale, idonea per un’ampia gamma di applicazioni. Uno dei vantaggi è che si può definire la durata dell’anestesia anche fino a 12 ore, il che facilita la fase post-operatoria del paziente.

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