Caso Marišćina «Comprati» altri due mesi

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Caso Marišćina «Comprati» altri due mesi

Una telenovela di cui non s’intravede la fine, dove tutto cambia continuamente purché nulla cambi. Un’emergenza che dura da anni e per la quale sembra non ci siano soluzioni all’orizzonte. Una bomba a orologeria, che stenta però a scoppiare perché c’è sempre l’autorità di turno che promette, ma non mantiene le promesse. Una patata bollente, certamente fastidiosa a quelli da cui ci si aspetta risolvano la questione. Speriamo, però, che stavolta sarà quella buona e che le cose non finiranno con un nulla di fatto. L’ultima parola data potrà garantire pertanto una pronta soluzione? Non è detto, anche se un barlume di speranza c’è. Un preambolo un po’ lungo, che riassume quella che è diventata negli anni la vergogna di Marišćina, caso eclatante di degrado ambientale di casa nostra. Ebbene sì, perché è di anni che stiamo parlando – non mica di mesi, settimane o giorni –, in cui nonostante i continui appelli degli abitanti della zona o di chi per loro, non è stato fatto assolutamente nulla per arginare il problema. Una soluzione provvisoria potrebbe però arrivare entro l’estate. Ad assicurarlo ieri, è stato il ministro per la Tutela dell’ambiente e per l’Energetica, Tomislav Ćorić, per il quale si spera potrà porre finalmente la parola fine a un lunghissimo periodo di agonia. “Se nell’arco dei prossimi 60 giorni il degasaggio non darà i risultati sperati, il Centro Marišćina chiuderà provvisoriamente fino a che non avremo individuato una soluzione definitiva – ha dichiarato in mattinata a Viškovo, al termine di una riunione a porte chiuse con i rappresentanti dell’Unità di crisi ecologica (KESM), Josip Begonja (presidente), Josip Katalinić e Mirna Međimorec. “Questo procedimento ha comunque i propri tempi e bisogna vedere se funzionerà – ha spiegato il ministro –. Se ciò non sarà sufficiente, procederemo con altri tipi d’intervento. Nei prossimi sette giorni, dopo una serie di nuove misurazioni dei valori di acido solfidrico, sapremo in che direzione stiamo andando e se sarà il caso di proseguire”. “Circa un mese fa ho fatto una promessa e intendo mantenerla – ha detto ancora –. Oggi ribadisco che farò il possibile affinché questo problema venga risolto nel migliore dei modi. Per il momento non vedo altre soluzioni per cui chiedo ai cittadini e all’Unità di crisi di avere ancora un attimo di pazienza”.

Tomislav Ćorić ha ricordato l’incontro avuto due settimane fa con le autorità regionali e cittadine, relative a una possibile rilettura in termini di sanamento della fase 0 del Centro Marišćina, nell’ambito della quale viene eseguito l’interramento dei rifiuti. “Ne ho parlato anche stamani con il sindaco di Viškovo, Sanja Udović“, ha affermato aggiungendo che il processo di risanamento, secondo lui, andava avviato da tempo. Il ministro ha concluso il suo intervento dicendosi ottimista circa il degasaggio, che secondo lui riuscirà a produrre effetti positivi. “In caso contrario, decreterò il divieto assoluto per l’attività del Centro”.

Il KESM per la chiusura immediata

Insoddisfazione mista a un pizzico di rassegnazione, è stata espressa dal presidente del KESM, Josip Begonja, il quale ha richiesto invece, assieme ai suoi due colleghi, la chiusura immediata dell’impianto di Marišćina. “Ne abbiamo sentite già abbastanza ed è ora di finirla – è stato risoluto –. Sono state fatte promesse su promesse, ma ormai non c’è più tempo da perdere. Anche in precedenza ci sono stati dei tentativi di risolvere il problema con il degasaggio, ma non hanno mai generato soluzioni. Ringraziamo comunque il ministro per avere mantenuto la sua promessa e per essere tornato qui nei termini pattuiti, anche se l’incontro non è andato come speravamo. A questo punto, non ci resta che attendere altri due mesi”, ha detto Begonja. La sensazione, dunque, è che si sia soltanto comprato del tempo in attesa dell’esito finale, che potrebbe comunque finire a sfavore degli attivisti. “Tra due mesi saremo già in estate e con i primi caldi i miasmi inizieranno a sentirsi ancor di più. Non possiamo assolutamente permettere che ciò accada, rischiando di dover nuovamente assistere a orribili scenari del passato”, ha appellato il presidente del KESM.
Mirna Međimorec ha ribadito infine l’importanza della raccolta differenziata, ma soprattutto del compostaggio, soluzioni favorite anche dall’Unione europea quando si parla di smaltimento ottimale dei rifiuti.

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