
Abbiamo trascorso una mattinata tranquilla partecipando alla consueta azione coordinata della Capitaneria di porto di Fiume e della Polizia. Come avviene tutti gli anni, da Pola a Dubrovnik, anche quest’anno il Ministero del Mare, trasporti e infrastrutture promuove un’azione massiccia, seguita dai media, con lo scopo di prevenire comportamenti potenzialmente pericolosi.
Coinvolte quindi tutte le Capitanerie che per l’intera giornata di ieri hanno pattugliato il mare. Il capitano Darko Glažar, a capo di quella fiumana, ci ha spiegato che il 90 per cento del traffico in mare è concentrato nei mesi estivi. Siniša Orlić, capo del Dipartimento per la sicurezza in mare in seno al Ministero, ci ha dato delle cifre interessanti. “L’Adriatico è un’area ristretta in considerazione del numero di natanti che vi si muovono, soprattutto nei mesi estivi. Vi troviamo circa 120mila imbarcazioni immatricolate in Croazia a cui ne aggiungiamo 55mila straniere, quante ne abbiamo registrate nel 2023. Vi aggiungiamo 4.000 imbarcazioni nella flotta charter e 1.500 navi di vario tipo. La maggior parte del traffico è concentrata nell’Adriatico centrale ed è lì che aumenta notevolmente il rischio di incidenti”.
In due ore circa trascorse sulla “Vid”, una delle unità della Capitaneria fiumana, di emozioni non ne abbiamo vissute. Tutto tranquillo anche sullo schermo radar che segnala posizione e velocità di tutto ciò che si muove nel Quarnero. Niente di niente. A un certo punto, ecco una barca ferma a Kostrena a bordo della quale Berislav, in una condizione di invidiabile solitudine, all’ombra della tenda, pescava tranquillamente, o meditava. La sua quiete è stata turbata, neanche tanto, dall’invito dell’equipaggio della Capitaneria a “collaborare”, facendosi accostare dalla motovedetta. Licenze, permesso, patentino, attrezzatura… tutto in perfetto ordine. Fastidio? “Ci sono abituato. Non è la prima volta che mi capita e, sinceramente, va bene così. Anzi, è bene che ci siano dei controlli e chi ha le carte in regola può starsene tranquillo”. Caso analogo qualche minuto più tardi con Tone che, a sua volta, in regola con tutto, ha detto più o meno lo stesso, senza alcun segno di disapprovazione davanti alle telecamere e ai fotografi. Il terzo e ultimo intervento con noi a bordo ha riguardato un gommone con un motore potente, tenda e altri comfort che in quel momento avremmo potuto invidiare a chi si trovava a bordo. Anche in questo caso, niente di grave, tranne la velocità elevata un po’ troppo vicino alla costa. Trovandoci davanti alla zona della raffineria e della centrale termoelettrica di Urinj, il rischio di investire dei bagnanti era davvero minimo. Quindi, parlando in termini calcistici, per chi era al timone è arrivato un cartellino giallo, senza sanzioni.
Le multe ci sono e tutt’altro che simboliche, per chi non osserva certe regole. Per chi infrange i limiti di velocità e si avvicina troppo alla costa le multe vanno da 400 a 6.612 euro. Quando avvengono le disgrazie la colpa non è sempre di chi conduce la barca. Anche i bagnanti che vanno a nuotare oltre i 100 metri dalla spiaggia possono incorrere, se sorpresi, in sanzioni pecuniarie. Lo stesso vale per i sub senza permesso. Per queste categorie le ammende vanno da 70 a 1.330 euro. Si tratta sicuramente di cifre che ognuno di noi preferirebbe spendere in altri modi, ma rappresentano un buon deterrente.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ
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