Un gruppo di dipendenti della compagnia petrolifera nazionale INA si è riunito oggi, 21 novembre davanti al distributore di benzina di Mlaca, a Fiume, per manifestare il proprio dissenso nei confronti dell’operato dell’azienda e del trattamento ricevuto dai Sindacati che dovrebbero rappresentarli. Uno dei problemi principali dei quali si sono lamentati è lo stipendio base, che negli ultimi anni anziché aumentare è diminuito. Alcuni dipendenti hanno spiegato come nell’ultimo periodo la classe dirigente dell’INA abbia deciso di eliminare i bonus relativi all’impiego di materiale potenzialmente pericoloso, tra cui alcune sostanze tossiche. “Ci hanno tolto questi soldi, ma noi continuiamo a svolgere il lavoro e ad avere a che fare con questi materiali”, ha affermato uno dei lavoratori, che per evitare ritorsioni ha preferito trincerarsi dietro l’anonimato. Un problema analogo è legato all’abolizione degli indennizzi per l’anzianità di servizio, un bonus che in un momento di forte inflazione come questo risultava anch’esso significativo. “Ci sono sempre meno lavoratori e quelli che rimangono sono costretti ad assumersi un carico di lavoro maggiore. Spesso chi arriva non ha una conoscenza minima della lingua e per noi risulta allora più complicato spiegare ai nuovi dipendenti quello che dovrebbero fare anziché farlo noi stessi. Non si può andare avanti così”, ha affermato un altro dipendente.
Quelli che sentono di più il problema sono i lavoratori che si occupano del trasporto del carburante e della vendita al dettaglio, che sentendosi completamente abbandonati dai Sindacati aziendali hanno deciso di abbandonarli in massa. “Ci è stato detto che l’azienda non ha concesso un aumento delle paghe, ma non sappiamo nemmeno quale sia stata la richiesta di quello che dovrebbe essere il nostro Sindacato. Praticamente non comunicano con noi, non fanno i nostri interessi”, ha affermato un terzo dipendente.
È a questo punto che entra in scena il Sindacato indipendente dei lavoratori della Croazia, la cui presidente, Marina Palčić, si è assunta l’impegno di portare avanti la causa dei dipendenti dell’INA, formulando tutta una serie di richieste, fra le quali un’aggiunta allo stipendio per quei dipendenti che hanno almeno il livello di conoscenza B1 della lingua croata. La rappresentante sindacale ha spiegato come questa manifestazione sia un modo per cercare di risolvere la questione prima che si arriva ad un punto di rottura, dopo il quale sarà necessario intraprendere tutte le azioni consentite dalla legge nell’ambito della lotta sindacale per i diritti dei lavoratori.
Marina Palčić è arrivata anche a dare dei dati concreti riguardo agli stipendi: “Qualche anno fa chi lavorava ai distributori, con varie aggiunte, riusciva a guadagnare 7.000 kune. Oggigiorno invece, dopo i tagli, gli stipendi sono inferiori agli 800 euro. Tutto ciò nonostante un aumento vertiginoso del costo della vita”. “È una battaglia per la dignità di queste persone”, ha concluso la sindacalista.
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