
I cambiamenti climatici rappresentano una sfida per il futuro e condizioneranno molte delle attività umane. Sembra un luogo comune, ma, purtroppo, è così. Ieri ne hanno parlato esperti di vari profili alla Facoltà d’Ingegneria edile di Fiume che ha ospitato un incontro, seguito da un panel, ponendo sul tavolo una serie di problematiche. Nevenka Ožanić, docente della Facoltà e organizzatrice dell’appuntamento ha constatato: “L’obiettivo è quello di acquisire ulteriormente consapevolezza su ciò che sta avvenendo. I rischi stanno aumentando a livello globale e noi non ne siamo esclusi. Se si parla di prevenzione, temo che siamo arrivati in ritardo. Rimane la soluzione di ripiego, cioè quella di adattarsi alle nuove condizioni. I cambiamenti devono venire presi in considerazione nella pianificazione dei programmi di sviluppo. Gli eventi estremi sempre più frequenti ci spingono a ragionare sulle misure con le quali limitare i danni”.
L’appuntamento è stato organizzato dal Comitato per la collaborazione con l’economia e per l’organizzazione regionale in seno all’Accademia croata delle scienze nell’edilizia, assieme alla Facoltà ospitante. Il preside Mladen Bulić ha salutato i partecipanti, studenti e docenti: “Siamo testimoni tutti i giorni di eventi meteorologici estremi, lunghi periodi di siccità e poi alluvioni devastanti. La scienza ha un ruolo fondamentale per trovare delle soluzioni con la consapevolezza che si debba arrivare a una riduzione drastica delle emissioni di gas serra. Altrimenti, continueremo a subirne le conseguenze”.
Nedjeljko Perić, membro dell’Accademia, ha aggiunto: “Siamo riusciti a raccogliere esperti di profili diversi per un approccio multidisciplinare. Abbiamo due obiettivi. Il primo è quello di sensibilizzare tutti sul problema attraverso un’analisi della situazione. Quindi, occorre procedere con una sintesi, indicando le direttrici e le metodologie per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per rendere l’economia resiliente alle nuove sfide”.
Possibili conseguenze? Vari tipi di carenze
Sugli effetti diretti dei cambiamenti climatici sull’economia ha parlato Mirko Orlić, sull’energia e sulla decarbonizzaazione ha espsto la propria visione Alfredo Višković, entrambi membri dell’Accademia (HATZ). Di temi legati all’agricoltura ha parlato Ivica Kisić della Facoltà di Agronomia di Zagabria seguito dal professor Tomislav Radoš della Camera di economia, Branka Pivčarić Novak del ministero dell’Ambiente e della transizione ecologica, mentre Tamara Uzelac ha partecipato come rappresentante del settore edilizio.
Eventi climatici estremi, come uragani, inondazioni e incendi, possono distruggere infrastrutture, aumentando i costi di riparazione e riducendo la produttività. Nell’agricoltura i cambiamenti nelle temperature e nelle precipitazioni, chiaramente, influiscono sulla produzione. Alcune regioni potrebbero diventare meno adatte alla coltivazione, portando a carenze alimentari e aumento dei prezzi.
Dalle nostre parti, a Fiume e dintorni, non sono molto accentuati i problemi con le risorse idriche. Comunque, le alterazioni legate alle quantità di precipitazioni e l’aumento delle temperature possono influenzare la disponibilità di acqua, compromettendo sia l’agricoltura che le esigenze industriali e domestiche.
C’è anche una ricaduta sulla salute pubblica che l’aumento delle temperature e l’intensificarsi di eventi meteorologici estremi che possono contribuire negativamente al diffondersi di malattie e problemi di salute, incidendo sui sistemi sanitari e sui costi per le cure. C’è quindi il problema dell’occupazione e quello delle migrazioni. Le regioni colpite dai cambiamenti climatici spesso determinano anche una perdita di posti di lavoro.
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