Brusić: «I bar chiusi non sono la soluzione»

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Brusić: «I bar chiusi non sono la soluzione»

L’allentamento delle misure anti-Covid scatterà il 1º febbraio, ma non per tutti. Per il settore della ristorazione rimarranno in vigore le misure restrittive che consentono soltanto la vendita d’asporto. Ne sono esclusi i bar che non vendono cibo. I gestori sono delusi dalle ultime decisioni della task force nazionale della Protezione civile.
Josip Brusić, a capo del comparto ristorazione e turismo in seno alla Camera dell’artigianato della Regione litoraneo-montana, commenta la situazione: “Ci dà un po’ di fastidio il fatto che le cose le veniamo a sapere soltanto all’ultimo momento. Per il resto, non resta altro che adeguarsi. Anche tra i ristoratori e i gestori di bar ci sono delle differenze. Per i locali a carattere stagionale nelle località turistiche il problema è meno accentuato poiché, in un modo o nell’altro, durante i mesi estivi lo scorso anno si è lavorato, forse meno del solito, ma si è lavorato. Lo si farà, presumibilmente, anche la prossima estate. Devo dire che il sostegno dello Stato per difendere i posti di lavoro sono benvenuti, ma per molti insufficienti. Il personale, i camerieri, tra stipendio e mancia guadagnano in genere più di 4.000 kune mensili e per molti di loro, con il peso dei mutui, non è semplice adempiere ai propi obblighi verso le banche. I gestori stessi si trovano in situazioni diverse, a seconda che utilizzino vani propri, in affitto presso privati oppure in locali di proprietà dei Comuni, Città e via dicendo. Per questi ultimi ci sono dei condoni, delle riduzioni o altre agevolazioni. Chi ha preso in affitto uno spazio privato non può fruire di questi benefici”.
Chi vende cibo può restare aperto, i bar no. “Secondo me i bar con terrazze all’aperto potrebbero garantire il rispetto delle misure antipandemiche, a differenza di quanto succede oggi davanti alle edicole o intorno ai distributori di benzina dove, ci sono quotidianamente assembramenti incontrollati”, conclude Brusić.

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