Balinjerada. «Nel 2022 ci vedrete più pazzi che mai»

Quest’anno la tradizionale «Balinjerada» di Abbazia si svolgerà in forma simbolica, con una piccola cerimonia. Ce ne parla Duško Jeličić Dule, suo «spiritus movens»

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Balinjerada. «Nel 2022 ci vedrete più pazzi che mai»

Il fine settimana che precede la grande Sfilata di Carnevale, Abbazia viene tradizionalmente presa d’assalto dai carretti con cuscinetti a sfera nell’ambito della tradizionale Balinjerada, la cosiddetta “gara più pazza del mondo”. Se non fosse per il famigerato virus, che ha bloccato gran parte degli eventi a livello mondiale, quella di quest’anno sarebbe stata la 38ª edizione dell’allegra kermesse, molto attesa non soltanto dagli abitanti della Perla del Quarnero e di Fiume, ma anche da ospiti da tutta la Croazia come pure dall’estero. E invece, l’evento non si terrà. O, almeno, non nella sua consueta forma bensì soltanto in maniera simbolica, giusto per rendere omaggio a tutti gli appassionati. I partecipanti della divertentissima competizione, che creano da sé i carretti e le rispettive maschere, si daranno appuntamento ad Abbazia domenica prossima, 7 febbraio, a mezzogiorno in punto, senza però scendere in pista. “Sarà un incontro simbolico dove dopo il classico VIA percorreremo alcuni metri sul marciapiede affinché la tradizione non venga dimenticata”, ci spiega Duško Jeličić Dule, spiritus movens della Balinjerada, durante una chiacchierata nel corso della quale abbiamo ripercorso con lui le tappe salienti della manifestazione.

Duško Jeličić Dule

Come e quando è nata l’idea di dare vita a questa simpatica gara?
“Nel 1982 alcuni membri del nostro gruppo carnascialesco di Abbazia e Volosca, decisero di scendere coi carretti lungo l’arteria principale della città. Io ebbi il compito di filmare il tutto e l’dea mi piacque tantissimo. Decisi di proporre a uno dei membri della mia band musicale (Bonaca, nda) di mettere in piedi per la successiva edizione del Carnevale una vera e propria gara. Accolse l’idea subito, anche perché era stato per tantissimi anni arbitro delle competizioni automobilistiche e motociclistiche che si svolgevano a Preluca. Decidemmo di organizzare una gara divisa per categorie: monopattini, carretti singoli, a due posti e quelli più grandi, inclusi i carri allegorici, detti carri americani. Per 10 anni la gara si era sempre svolta lungo il tragitto che porta verso il molo abbaziano, in quanto non c’era molto traffico. Sin da subito la gara ebbe un grande successo di pubblico. Gli ospiti l’accolsero con grande entusiasmo e oggi, ripensando alle prime edizioni e a come si è sviluppata negli anni, stento ancora a crederci. In alcune edizioni abbiamo avuto carri allegorici enormi che oggi, per motivi economici, non sono più tanto presenti. I partecipanti di solito si mascherano prendendo spunto dai temi d’attualità, per lo più di stampo politico”.

Il rombo dei carretti quest’anno non si sentirà
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Tutto ciò doveva però venir finanziato in qualche maniera…
“All’inizio acquistavamo le coppe per i migliori raccogliendo fondi tra i partecipanti. Ognuno dava un piccolo contributo e c’erano dei premi simbolici per i vincitori. Un ruolo importante lo ha avuto la ditta Metal di Abbazia, che per anni ci ha aiutati a preparare i carretti e che ha realizzato anche la prima coppa in assoluto. I copertoni che vengono usati per proteggere la pista durante la competizione venivano anch’essi lavorati presso la Metal. Il numero dei partecipanti cresceva di anno in anno e tradizionalmente il primo a scendere in pista è da sempre il sindaco di Abbazia con i suoi ospiti, ovvero il suo omologo di Fiume, Mastro Toni e altri. Col tempo abbiamo introdotto anche le ‘bici’ sui cuscinetti a sfera, sulle quali poteva salire chiunque per provare l’ebbrezza della discesa. All’inizio, però, le persone avevano un po’ di paura, fino a quando, qualche anno fa, è nato il cosiddetto ‘taxi balinjera’, su iniziativa dell’Ente per il turismo locale. È stato un boom. Le persone facevano la fila per potervi salire e raggiungere zona Slatina, dove c’è il finish. C’erano donne, bambini, anziani”, racconta Dule.

A bordo dei carretti sin dalla più tenera età

Com’è iniziata la collaborazione con la Città?
“A qualche anno dalla prima edizione, fui chiamato dall’allora sindaco Axel Luttemberger, il quale volle sapere se avessimo bisogno di un aiuto finanziario. Per noi fu una manna dal cielo, poiché non avevamo mai chiesto niente a nessuno. Grazie a questo supporto, dopo i primi 10 anni di attività abbiamo allungato il percorso di gara visto che nel frattempo il numero dei partecipanti era sensibilmente aumentato. Non mi pare ancora vero che da allora sono trascorsi 38 anni. I primi partecipanti, allora bambini, oggi sono già nonni. L’anno scorso, l’Ente per il turismo locale ha messo sotto tutela il nome e il simbolo della Balinjerada; una conferma ufficiale dell’autenticità dell’evento, anche se sono tante le zone, Istria inclusa, che hanno poi preso spunto da noi per organizzare gare simili. Tutto questo ci fa piacere e dimostra che l’idea ha centrato in pieno. L’edizione 2020 ha visto la presenza di oltre 300 partecipanti”.

Corsa in costume d’epoca, un vero spasso

Lei, però, a un certo punto aveva rinunciato all’organizzazione della Balinjerada.
“Sì, successe qualche anno fa. Avevo deciso di dare spazio ai giovani, non perché ero stufo di farlo, ma perché reputavo fosse la cosa giusta. Organizzammo così una festa d’addio assieme all’allora sindaco Amir Muzur. In seguito, in vista della 30ª edizione, l’attuale primo cittadino Ivo Dujmić mi chiamò chiedendomi di tornare a guidare il team organizzativo. Accettai con grande piacere, anche se preferisco agire da dietro le quinte. L’Ente per il turismo locale si è curato da anni della parte amministrativa della gara, per cui noi ci occupiamo soltanto di quella operativa. Quest’anno, purtroppo, non avremo modo di sentire il rombo dei carretti, ma speriamo di rimediare tra un anno e di rivederci più pazzi che mai”, conclude Duško Jeličić Dule.

L’edizione 2020 è stata un vero successo

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