[FOTO] Bagno Ilona, un tesoro nascosto

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[FOTO] Bagno Ilona, un tesoro nascosto

A Fiume esistono dei veri e propri tesori nascosti, che molti di noi mai ce lo potremmo immaginare. Luoghi d’importanza storica, abbandonati all’incuria e al degrado più totale, che con un buon progetto di restauro potrebbero risplendere in tutta la loro bellezza arricchendo, se non altro, l’offerta turistica della città. Uno di questi gioielli d’epoca, visitabile soltanto previa prenotazione e con tanto d’accompagnamento (anche se non è una prassi), è il vecchio Bagno Ilona (detto anche Elena ed Eneo), racchiuso nel complesso dell’ex piscina di Scoglietto, dirimpetto ai garage dell’Autotrolej e a una minuscola area parcheggio. Uno spazio conosciuto forse a pochi, che traspira storia a ogni passo e che anche oggi, con tutto il suo aspetto decadente rimane ugualmente affascinante. Un posto oggi un po’ noir, che se rimesso a nuovo potrebbe avere un grande successo, non soltanto tra gli abitanti di Fiume, ma anche e soprattutto tra i turisti, abituati a cercare le testimonianze del passato nelle destinazioni da loro scelte. Per il suo aspetto particolare potrebbe inoltre prestarsi, perché no, alle necessità di un set per film, serial televisivi, documentari, pubblicità. Un’idea come tante, che qualcuno potrebbe (o dovrebbe) eventualmente prendere in considerazione, ma la cui realizzazione necessita di investimenti non indifferenti. Finanziamenti che non bastano mai e che al momento la Città usa (giustamente) per altri progetti prioritari. È lecito, però, chiedersi perché quello relativo a un possibile restauro del Bagno Ilona non possa esserlo? Una volta ristrutturato, potrebbe trasformarsi in un’ottima attrazione in vista di Fiume – Capitale europea della Cultura 2020. Perché non si è tentato, allora, di ottenere finanziamenti europei per il rinnovo del complesso? Oltre ad esso, nel programma con cui il capoluogo quarnerino ha partecipato al concorso per il titolo di CEC sarebbe potuta venire inclusa anche la ristrutturazione di alcuni impianti industriali in disuso di Fiume, che hanno segnato la storia della città, come ad esempio la Cartiera o l’ex Silurificio, poi la fabbrica Torpedo, ma questo è un altro discorso. Il nostro non è assolutamente un tentativo di aprire inutili vasi di Pandora, ma certe considerazioni vanno fatte. Quella relativa all’evidente degrado di alcuni importanti tasselli del patrimonio culturale, storico e industriale fiumano è un discorso di vecchia data, che ogni tanto torna a galla. Speriamo soltanto che un giorno tutti questi meravigliosi edifici riescano a suscitare la sensibilità di chi di dovere, com’è successo con il complesso Benčić che oggi, grazie a Fiume CEC, viene sottoposto a una minuziosa opera di restauro e di rivalorizzazione.

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