L’Istituto per la pianificazione del territorio della Regione litoraneo-montana dopo due anni di intenso lavoro ha completato il catalogo delle aree industriali e commerciali abbandonate e sottoutilizzate, collocate in ambito urbano o periurbano, con grandi potenzialità di rigenerazione per tutta l’area della nostra regione. Il termine inglese brownfield (terreno precedentemente sviluppato) definisce questi siti che spesso sono pure inquinanti e a rischio per l’ambiente. Il progetto completo è stato presentato nell’Aula consiliare dai diretti autori del progetto, gli architetti Robert Heberling e Dado Jakupović davanti a un pubblico composto in prevalenza dai loro colleghi e dai rappresentati delle Città e dei Comuni sul cui territorio si trovano impianti del genere.
“Siamo stati i primi in Croazia a redigere un catalogo completo di queste aree abbandonate, sia esse di proprietà delle Città o dei Comuni in questione, statali o private – ha dichiarato il direttore dell’Istituto Adam Butigan –. Il fine di questo progetto è di rivitalizzare oppure riprogettare l’area in modo da essere in futuro di utilità alla comunità. Spesso si tratta di vecchie fabbriche, alberghi, edifici scolastici, oppure caserme e così via. Obiettivi già dotati di tutti i servizi (luce, acqua e gas) che possono essere convertiti oppure smantellati per dare posto ad altri progetti. Il fine del brownfield è quello di costruire dove esistono già costruzioni e non allargando l’urbanistica alle aree verdi, salvaguardando così l’ambiente naturale”. Di seguito è stato presentato il catalogo che comprende 140 località abbandonate di cui 68 sono state registrate quali brownfield che rappresentano un potenziale per una rivitalizzazione.
La collaborazione con i vertici cittadini e comunali e l’Istituto è stata ottima. Lo ha confermato il sindaco di Mrkopalj, Josip Brozović. “I dipendenti dell’Istituto hanno localizzato due siti brownfield sul territorio comunale. Si tratta della vecchia scuola di Sunger e dell’albergo Jastreb di Begovo Razdolje. La struttura scolastica è di proprietà del Comune e in un prossimo futuro, mezzi finanziari permettendo, l’edificio e l’area circostante subiranno delle trasformazioni. L’idea è quella di trasformarla in una casa multifunzionale per le varie attività culturali e altri fini. Il secondo caso è molto più complicato in quanto tutta la struttura dell’albergo, dimessa e pericolante e di proprietà di una famiglia che vive in Istria. Sta a noi intraprendere dei passi in cui i proprietari vengano costretti a intervenire sulla struttura oppure venderla a chi ha un progetto concreto”.
Per quanto riguarda la città di Fiume, nel catalogo per ora sono registrate cinque aree brownfield, precisamente l’edificio abbandonato di via Acquedotto al civico 5, le ex caserme di Draga, Pulac e Katarina e l’albergo Kuk. Il catalogo è consultabile sulla pagina web dell’Istituto https://gisportal.pgz.hr/portal/apps/experiencebuilder/experience/?id=f109186540a747aa8648d9afda62d174&locale=hr.
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