Andrej Poropat: «Pronto a dimettermi se necessario»

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Andrej Poropat: «Pronto a dimettermi se necessario»

Continua a tenere banco la querelle attorno al Consiglio cittadino. Ieri in conferenza stampa il presidente, Andrej Poropat, ha voluto pronunciarsi sulla situazione venutasi a creare ed esporre la propria versione dei fatti su quanto successo nell’ultima settimana.

“È vergognoso che per due volte di seguito il blocco d’opposizione abbia ostacolato la seduta, dove peraltro avrebbero potuto tranquillamente bocciare tutti i punti all’ordine del giorno che desideravano visto che avevano la maggioranza – ha sottolineato Poropat, per poi spiegare ciò che è successo giovedì scorso quando una parte dei consiglieri aveva lasciato la seduta facendo di fatto saltare il quorum.
“Alcuni consiglieri – racconta – avevano giustificato il loro allontanamento, ma poi altri due hanno pensato bene di incitare anche gli altri ad andarsene e quindi di boicottare il normale funzionamento del Consiglio. Chi sono quelle due persone? Non voglio fare nomi (i consiglieri in questione sono Ivona Milinović e Tihomir Čordašev, nda). E poi vengono a giustificarsi tirando in ballo il prestito dell’Energo, previsto come penultimo punto all’ordine del giorno.
Ebbene, voglio ricordare loro che l’odg era stato approvato all’unanimità, e se avessero realmente avuto qualcosa da ridire, avrebbero potuto dirlo prima della votazione. È legittimo essere contrari a uno dei punti, ma allora lo si discute in aula e non nel bar della strada”.

«Čordašev ha perso la bussola»

Poropat punta poi il dito contro il consigliere del Most Josip Kukuljan, che alla ripresa della seduta nella serata di sabato, si era presentato in galleria con in mano un sacchetto di pop-corn, e Tihomir Čordašev dell’Azione dei giovani (AM), reo di avere indotto alcuni suoi colleghi a disertare la riunione.
“Costui che millanta di battersi contro le esose bollette dell’Energo, prima abbandona la seduta (giovedì, nda), e poi (sabato, nda) mette in scena la buffonata dei pop-corn. Čordašev dal canto suo ha perso la bussola: esortare tramite i social i propri colleghi a non presentarsi alla seduta si commenta da sé. Ora finalmente risulta evidente quanto sia stata ragionevole la scelta di sfiduciarlo lo scorso maggio”.

«Avevo le mani legate»

I giornalisti presenti hanno voluto sapere le motivazioni che hanno portato Poropat a convocare la ripresa della seduta nella serata di sabato. “Non avevo altra scelta – si giustifica –. Quando il quorum viene meno, il regolamento interno prevede la convocazione di una nuova seduta al primo termine utile. Dopo l’interruzione mi sono consultato con i consiglieri rimasti ed è risultato che il primo termine utile fosse alle ore 19 di sabato, 29 settembre”.
Inevitabile infine la domanda sulle sue eventuali dimissioni, anche in virtù dell’approvazione o meno del bilancio in programma a dicembre. “Nel caso in cui fossi io il problema, sono pronto a farmi da parte e sciogliere il Consiglio. Credo, tuttavia, che a prevalere saranno la responsabilità e il buon senso da parte dei consiglieri, permettendo di fatto il normale funzionamento del parlamento cittadino”, ha concluso Andrej Poropat.

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