Ampliamento del terminal GNL: tornano le proteste

Una cinquantina di attivisti provenienti da diversi Paesi europei ha espresso il proprio malcontento per l’ultima decisione del governo

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Ampliamento del terminal GNL: tornano le proteste
Gli attivisti dinanzi al cancello del terminal GNL di Castelmuschio (Omišalj). Foto: HINA/ HELENA UPRAHA/ UA

Non succedeva da un po’. Ieri mattina davanti all’ingresso principale del terminal GNL di Castelmuschio (Omišalj) sull’isola di Veglia, si è svolta una manifestazione di protesta da parte di attivisti ambientalisti provenienti da diversi Paesi europei, tra cui Italia, Croazia, Germania, Ungheria, Austria, Romania e Serbia. Si è trattato di una cinquantina di partecipanti al Campus climatico adriatico in corso di svolgimento a Njivice, iniziato lo scorso 14 settembre e che durerà fino a domani. L’incontro nella località isolana è stato organizzato dall’iniziativa zagabrese “Extinction Rebellion” con l’obiettivo di educare, scambiare competenze ed esperienze allo scopo di opporsi all’“industria fossile” che minaccia il pianeta provocando quelli che ormai conosciamo come cambiamenti climatici.

Il governo croato, come noto, ha stabilito poche settimane fa che il rigassificatore sull’isola di Veglia andrà ampliato con un aumento sensibile della produzione e quindi delle quantità che verranno immesse nel gasdotto verso l’entroterra. Il tutto accade in un periodo dominato dalla crisi energetica che sta mettendo a dura prova la solidità delle economie europee in seguito alla chiusura dei rubinetti da parte di Putin. In ogni caso, gli attivisti hanno voluto esprimere in modo pacifico, con striscioni e slogan, il loro malcontento per quanto sta avvenendo. Chiari i messaggi: “Fine all’era dei combustibili fossili”, “Gasdotto verso l’inferno climatico”, “Il potere al popolo”. Non sono mancati cori come “Carbone, petrolio, gas – per voi è finita”, “Unica speranza-giustizia climatica” e “Unica soluzione-la rivoluzione”.
Ai media i partecipanti hanno preferito non presentarsi con nome e cognome. L’iniziativa, come è stato spiegato, era stata avviata tre anni fa per contrapporsi ai combustibili fossili e per lottare a favore dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, utilizzando il denaro pubblico, quello dei contribuenti, destinato all’energetica non per l’ampliamento del rigassificatore, ma per i progetti destinati a dare benessere alle prossime generazioni, oltre a questa. Sostituire i combustibili fossili non è possibile da un giorno all’altro. Una domanda che i media hanno posto agli attivisti riguarda proprio questa constatazione. “Posta in questo modo, la domanda suggerisce che non ci siano alternative – è stato risposto –, ma se non ci sono è perché si investe qui invece che nella ricerca per sfruttare al meglio le fonti rinnovabili. Sull’isola di Veglia, per esempio, c’è sole a sufficienza per renderla indipendente sul piano energetico. Occorre spendere sì, ma per un futuro sostenibile”.

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