Allietare il palato in tanti «porti»

Interessante progetto dell'Ente per il turismo di Fiume

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Allietare il palato in tanti «porti»

S’intitola “I porti gastronomici di Fiume” (Riječke gastronomske luke) il nuovo progetto dell’Ente per il turismo di Fiume in collaborazione con la ditta Abisal, volto alla presentazione dei ristoranti locali, della loro offerta e della storia dei prodotti offerti. Il tutto allo scopo di creare un nuovo brand gastronomico, che aiuterà i potenziali clienti a scegliere la struttura adatta ai loro bisogni. L’iniziativa è stata illustrata dal direttore dell’Ente, Petar Škarpa e da Karin Mimica, rappresentante della ditta Abisal (Klub Gastronaut). “Abbiamo una ricchissima offerta gastronomica in città. Visto che il nostro slogan è ‘Porto delle diversità’, abbiamo deciso di offrire ai clienti tantissimi piccoli porti in cui poter promuovere la qualità dell’offerta gastronomica. Sarà un progetto che durerà alcuni anni, con ampliamento graduale dell’offerta”, ha detto Škarpa.

 

Ogni ristorante può diventare una piccola nave che ci farà viaggiare attraverso gusti e sapori di varie cucine, ha affermato Karin Mimica. “Lo scopo principale è ‘catalogare’ i ristoranti in modo che ognuno di noi possa scegliere quello più adatto alle proprie esigenze, non solo dal punto di vista gustativo, ma anche in base al lavoro che svolge. La maggior parte dei ristoranti ha un’offerta molto variegata e difficilmente possiamo presentarlo con una sola parola. Grazie a questo progetto renderemo più facile la scelta in modo da soddisfare tutti quanti, sia i clienti che i ristoratori”, ha aggiunto Mimica.

Petar Škarpa e Karin Mimica

La parola ‘porto’ diventa così un’unione tra la cultura, i prodotti offerti, le sensazioni e i racconti legati a una singola pietanza, e la trasforma in un ottimo prodotto turistico. Sono 7, finora, i ristoranti interessati a far parte del progetto, che si sono candidati in varie categorie, per un massimo di tre. Un’altra decina è invece in stand-by visto che non hanno ancora deciso di che ‘porto’ fare parte. Tra i ‘porti’, quello romantico, familiare, d’affari, dei pescatori, vegano, enologico, della birra, locale e delle specialità particolari, ovvero ristoranti che offrono cucine tradizionali straniere. Tutti offriranno dei pasti che si addicono al loro nome e al quale adegueranno il loro spazio. Così, ad esempio, in quello romantico potremo trovare piatti con prodotti che possono essere afrodisiaci, in quello d’affari sarà necessario avere uno spazio per eventuali pranzi o cene di lavoro. Il porto enologico dovrà offrire al minimo 30 tipi di vini, mentre quello della birra 20 nomi diversi. Quello dei pescatori dovrà avere un contratto con i pescatori locali e non offrire pesci acquistati nei negozi, quello locale invece offrirà come minimo il 70 p.c. dei prodotti per l’appunto locali. “Abbiamo voluto elevare al massimo la qualità dell’offerta per cui gli interessati si dovranno attenere a determinate regole. Molti i suggerimenti che ci sono giunti in questi giorni e che prenderemo in considerazione. I ristoratori interessati possono candidarsi entro il 15 febbraio. Quelli che decideranno, invece, di adeguare la loro offerta, possono richiedere un prolungamento del termine pari a tre settimane”, ha concluso Karen Mimica.

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