In estate, Fiume offre incontri interessanti. Le sue strade riescono a volte, o in alcune sue parti, a essere animate da un viavai di persone affrettate con volti sudati già all’ora di colazione. Per un motivo o per l’altro ci troviamo di primo mattino in una piazza Žabica più viva che mai, con un tasso di inquinamento acustico (tra clacson, traffico, urla e lavori in corso) che farebbero arrossire addirittura Bengaluru e Mumbai. E allora, che si fa? Piuttosto d’incappare in qualche nervoso passante con défilé gratuito in una valle d’imprecazioni, possiamo decidere di spostarci verso il mare e andare a vedere cosa succede nei pressi del terminal passeggeri, da dove partono i catamarani per le isole di Cherso e Lussino da un lato, e Arbe e Pago dall’altro. Che posti, che ricchezze! Ma ci rendiamo conto della natura che abbiamo?
Al terminal, la quantità di macchine parcheggiate è evidente. Ma la gente passa tranquilla. Molti sono in vena di camminata e si apprestano a percorrere Molo longo, mentre quelli che interessano a noi, sono facilmente avvistabili con un gadget che li tradisce: sono muniti di valigia e stato d’animo tranquillo, che solo i viaggiatori veri conoscono. Alcuni di loro, come del resto i catamarani che prendono, tornano dalle isole arrivando a Fiume al mattino, mentre altri sono in procinto di partire e si recano agli sportelli per acquistare e assicurarsi il biglietto pomeridiano.
Ci imbattiamo in due ragazzi giovani, Lucas e Alex, entrambi ventiduenni, ben felici di farsi intervistare. Dopo alcune battute, capiamo che ci assomigliano molto: sono liberi e istintivi. Lucas spagnolo, ma residente in Francia, ci racconta la storia della loro vacanza: “Il mio amico ha avuto l’idea di fare un viaggio, zaino in spalla, partendo da Lubiana, per proseguire verso la Croazia. Siccome siamo entrambi votati all’avventura, non abbiamo la più pallida idea di dove stiamo andando, dove finiremo, dove dormiremo, cosa faremo e tutte queste cose…”. Al discorso si unisce Alex, di origini bulgare, anche lui residente in Francia: “Non sappiamo mai, in realtà, dove ci porterà ogni nuovo giorno… andiamo con il flow. Non sappiamo in quale isola andremo con il catamarano, ma amiamo il fatto di poterci svegliare e decidere sull’istante dove andare. È un lusso, se ci pensate bene, o almeno a noi sembra lo sia”.
Raccontano di spostarsi liberamente in treno o in bus, e il consiglio che diamo loro è di includere anche l’autostop nella loro lista, che in Croazia va alla grande. Parliamo ancora un po’, ci chiedono informazioni sulla qualità dell’acqua potabile e su cosa provare dal punto di vista gastronomico. Alla fine ci salutiamo con un caloroso “take care” (letteralmente: prenditi cura di te).
Proseguiamo la nostra inchiesta. Avvicinandoci a un bar, sentiamo parlare in italiano. Raggiungiamo il tavolino da cui proviene il suono melodioso della lingua di Dante.
Ennesimo acconsentimento per una dichiarazione per il nostro quotidiano: papà e figlio da Manzano in provincia di Udine, Michele (49) e Samuele (27), tornati via catamarano dall’isola di Unie, dove possiedono una casa ereditata dai parenti, loro trisavoli originari di lì: “Vi andiamo in vacanza ogni anno e siamo molto legati a queste terre, che in pratica sentiamo, anche per appartenenza familiare, un po’ nostre. È una cosa che va avanti da una cinquantina d’anni. I genitori di mia nonna materna sono sempre stati qui, lei invece si è innamorata in Italia, ha avuto un figlio, è tornata qui, ma poi, in prossimità della guerra, si è ricongiunta con mio nonno in Italia, per poi rientrare qui solo anni dopo”.
Ci confermano di venirci anche in inverno a fare lavori di manutenzione della casa. Ai nostri nuovi interlocutori chiediamo come vedano la Croazia dal punto di vista dell’offerta turistica. “Per quanto riguarda i prezzi, diciamo che sono ancora abbordabili e comunque non troppo differenti dalle località turistiche italiane. Quindi Lussino, Cherso, Fiume sono sempre una buona concorrenza ai posti nel Bel Paese. Anche se, negli ultimi anni, il salto dalla kuna all’euro li ha sicuramente incrementati”.
Si inserisce anche il figlio Samuele: “Magari io, in questi bei posti, come turista, vorrei avere dei servizi un pochino migliori. Credo che qui la Croazia abbia ampi margini di miglioramento e confido nel fatto che sappia sfruttarli”.
Il signor Michele si lascia andare sul fatto delle tasse, essendo proprietario di un immobile e quindi soggetto al pagamento delle stesse: “Le tasse sulla proprietà sono praticamente raddoppiate con l’arrivo dell’euro. La tassa turistica è una cosa normale e su quella non obietto. Magari un presidio medico in una località come Unie non sarebbe una cattiva idea. Speriamo veramente che la Croazia non si piegherà al turismo di massa, mi auguro di no, sarebbe una scelta sbagliata. Al di là di tutto, questi posti sono veramente magici e noi vi ci troviamo molto bene”.
Per finire, una folta comitiva di amici giovanissimi (provenienti dalla provincia di Padova), che si erano organizzati prima per andare a Santorini in Grecia, ma avendo il volo cancellato, nelle ultime tre settimane hanno deciso di prendere un alloggio a Veglia città ed esplorare, seguendo un proprio itinerario, per una settimana l’isola in lungo e in largo.
Tanto mare e sole, qualche uscita e scorpacciata in uno dei locali, ma l’importante è fare gruppo, come in ogni viaggio del resto, per creare ricordi che resteranno per sempre. Ludovico, Elisa, Riccardo, Matteo, Martina, Massimo ed Erik, divertitevi al massimo!
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