Allarme violenza a a Fiume. La denuncia dell’attivista Pavlić: «Rider sotto tiro»

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Allarme violenza a a Fiume. La denuncia dell’attivista Pavlić: «Rider sotto tiro»
Foto Ivor Hreljanović

L’attivista e umanitario di Fiume, Saša Pavlić, noto per il suo pellegrinaggio dal capoluogo quarnerino a Zagabria con una croce in spalla per attirare l’attenzione sui problemi dei bambini gravemente malati, ha denunciato su Facebook un grave episodio di violenza ai danni di suo figlio Mateo, corriere per la società Glovo. L’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei lavoratori delle consegne nella città, portando alla luce una realtà spesso ignorata.

Aggressione a Rastočine: due uomini incappucciati
Pavlić ha raccontato che suo figlio è stato vittima di un attacco, mentre percorreva la via Rastočine, vicino al cimitero di Cosala. “Due uomini con il volto coperto da passamontagna gli hanno sbarrato la strada. Mateo ha accelerato ed è riuscito a fuggire, ma le impronte di uno di loro sono ancora sullo specchietto retrovisore”, ha scritto su Facebook.

Fortunatamente, il giovane non ha riportato ferite, ma Pavlić si interroga sulle possibili conseguenze se avesse fermato il suo scooter. “Quando qualcuno si copre il volto con un passamontagna, di certo non lo fa per diffondere pace e bene”.

Un problema sistemico: violenza e paura tra i corrieri
Secondo Pavlić, questo non è stato il primo episodio di violenza subito da suo figlio. “Non molto tempo fa, è stato aggredito a Kostrena, davanti a centinaia di persone. Nessuno è intervenuto, nessuno ha chiamato la polizia”, ha denunciato.

Il problema, sostiene Pavlić, è che molti lavoratori delle consegne affrontano quotidianamente minacce, pestaggi e rapine, ma spesso non denunciano per paura di ritorsioni. “Hanno paura della vendetta”, ha scritto, sottolineando come la percezione di Fiume come una città aperta e sicura non rifletta la realtà di chi lavora sulle sue strade.

«Non abbiamo imparato nulla»
Nel suo post, Pavlić ha fatto riferimento all’omicidio di Mihovil Simčić Simke nel 2022 (ragazzo diversamente abile gettato nella Fiumara dov’è annegato), lamentando l’indifferenza della società di fronte a episodi di violenza. “Osservatori silenziosi, gente inerme che si preoccupa solo quando è coinvolta in prima persona. Con poche eccezioni”, ha scritto.

Ha infine criticato chi si proclama difensore della giustizia ma ignora problemi concreti come questo. “È molto più facile prendersela con gli ‘scuri’ (škurima), come fanno certi candidati a sindaco”.

L’appello di Pavlić ha acceso il dibattito sulla sicurezza dei rider e sulla responsabilità collettiva nel contrastare la violenza nelle strade di Fiume. Resta da vedere se le autorità prenderanno provvedimenti concreti per tutelare questi lavoratori.

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