Allarme dipendenze. La Regione litoraneo-montana reagisce

È stato presentato il Programma per la prevenzione delle dipendenze da alcol, gioco d'azzardo e nuove tecnologie

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Allarme dipendenze. La Regione litoraneo-montana reagisce
Aleksandra Marković, Sandra Krpan, Željko Linšak, Darko Roviš e Tomislav Lesica. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Le dipendenze da sostanze quali alcol e droghe, come pure quelle comportamentali (gioco d’azzardo, Internet e nuove tecnologie) sono importanti fattori di rischio per la salute pubblica le quali, per ciò che concerne la Croazia, hanno raggiunto percentuali preoccupanti. Per tale ragione, l’Istituto regionale per la salute pubblica, in collaborazione con l’Associazione Hepatos di Fiume e il Club degli alcolisti curati “Novi život”, hanno promosso il “Programma multicomponenziale per la prevenzione delle dipendenze dall’alcol, dal gioco d’azzardo e dalle nuove tecnologie nella Regione litoraeo-montana”, per il quale il Ministero della Salute ha assicurato l’importo di 160mila euro. Lo stesso è stato presentato in conferenza stampa dal direttore del sunnominato ente, Željko Linšak, dalla vicesindaco del capoluogo quarnerino, Sandra Krpan, dal capodipartimento per la promozione e la salvaguardia della salute mentale dell’Istituto nonché titolare del progetto, Darko Roviš, dalla presidente della suddetta associazione, Aleksandra Marković, dai coordinatori del Club “Novi život”, Ivica Grokša e dallo psichiatra Tomislav Lesica, nonché dalle direttrici degli asili Rijeka e Snjeguljica, rispettivamente Davorka Guštin e Barbara Drezga. Nel suo breve intervento iniziale, Linšak ha rilevato che, per le necessità relative al sunnominato programma a breve, in seguito al concorso ancora in auge, la già nutrita squadra di psicologi, psichiatri, psicologi clinici e pedagoghi sociali verrà rafforzata da altri tre psicologi.
A sua volta la vicesindaco ha affermato: “La Città supporterà con convinzione il progetto, nel quale sono inclusi gli asili Rijeka e Snjeguljica, teso al rafforzamento delle competenze socio-emotive dei bambini, come pure quelle dei genitori. Nello specifico, ci si riferisce all’uso occulto ed eccessivo delle tecnologie digitali per cui, sia i bambini che i genitori, dovrebbero essere supportati. Gli asili si prendono cura anche della sicurezza emotiva dei bambini, di modo che crescano in un ambiente sicuro. La prima fase coinvolgerà 30 educatori, 15 gruppi educativi e 300 bambini in età prescolare”.

I giovani vittime delle dipendenze
A detta di Roviš, in seguito alla pandemia di Covid, l’aumento della depressione e dell’ansia tra i giovani ha portato a una percentuale equivalente al 30-40 p.c. in più di adolescenti ricoverati. Al giorno d’oggi, già il 75 p.c. degli alunni delle scuole medie gioca occasionalmente e, dal 10 al 20 p.c. ha sviluppato il rischio della dipendenza. Inoltre, il 45 p.c. dei sedicenni si ubriaca regolarmente, mentre i bambini di età compresa tra i due e i tre anni, sebbene non dovrebbero farlo, trascorrono fino a due ore al giorno davanti allo schermo televisivo. Quelli un po’ più grandi vi rimangono incollati anche tre o quattro ore al giorno, mentre i bambini delle scuole elementari, in particolare quelli delle classi superiori, addirittura sei o anche più. Tutto ciò, oltre al rischio della dipendenza, produce altri pericoli inerenti allo sviluppo, tra cui uno dei più preoccupanti è quello riguardante i disturbi mentali nei bambini e nei giovani, che negli ultimi anni sono aumentati del 100 p.c.
Sulla scia dei suoi ragionamenti, lo psichiatra Tomislav Lesica ha ribadito che “le malattie da dipendenza sono oggi il principale problema per la salute pubblica e che poche altre hanno conseguenze così gravi sulla salute psicofisica del paziente, così come su quella della sua famiglia. Infine, Marković ha rilevato che, ormai da qualche anno a questa parte, l’associazione Hepatos affronta le problematiche in questione attraverso una serie di spettacoli educativi che vengono presentati ai giovani e che, finora, hanno riscontrato grande approvazione da parte degli stessi, rilevando ancora che “le rappresentazioni raccontano i problemi più comuni dei giovani: dalla violenza tra pari, i disturbi alimentari, l’influenza dei media e dei social network sui giovani fino all’ansia”.

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