
Della portata del progetto di miglioramento del sistema di forniture idriche e smaltimento delle acque reflue, vedi Agglomerazione fiumana, ce ne rendiamo conto tutti i giorni. Per la posa di 217 chilometri di tubazioni per la rete fognaria e un centinaio per quanto riguarda l’acquedotto, gli scavi interessano vaste zone della città. I lavori sono concentrati in centro dove vige un regime di circolazione provvisorio che nel corso dell’estate subirà altre modifiche.
Qualcosa succede lontano dagli occhi e, in questo senso, non crea disagi. Ieri mattina il sindaco Marko Filipović, accompagnato da Andrej Marochini, direttore della municipalizzata VIK che è l’investitrice nel mega progetto, hanno visitato il cantiere in Delta. Accanto al depuratore delle acque reflue esistente, in funzione dai primi anni Novanta, viene costruito un secondo impianto. Il primo, tutt’ora efficiente, provvede al trattamento meccanico delle acque di scarico, mentre quello nuovo sarà in grado di provvedere al trattamento biologico dei liquami provenienti da Fiume e dai centri limitrofi che vi saranno allacciati e dove sono pure in corso i lavori di ampliamento della rete. Il futuro depuratore costerà poco meno di 70 milioni di euro, dei complessivi 320.000 previsti complessivamente per il progetto, e rappresenterà il cuore dell’intero sistema, progettato per smaltire acque reflue per l’equivalente di 200.000 abitanti. Utilizzerà lo stesso scarico esistente tramite il quale vengono rilasciate in mare le acque depurate. Dall’altra parte ci sarà un processo di trattamento dei fanghi che comprenderà la disidratazione, la stabilizzazione e la disinfezione. Il processo completo si svolgerà in un struttura coperta per evitare il diffondersi di cattivi odori. L’area interessata dai lavori è di 21.000 metri quadrati e si procederà attraverso cinque fasi, tutte prestando attenzione alle misure di tutela dell’ambiente.
“Costruire qui il depuratore si rivelò subito come una buona scelta per il fatto che ci troviamo praticamente al livello del mare. In questo modo buona parte della acque reflue arriva fin qui grazie alla forza di gravità, impiegando meno energia per alimentare le stazioni di pompaggio”, ha spiegato Marochini, mentre il sindaco si dice fiducioso per quanto riguarda il rispetto delle tempistiche. L’impianto dovrebbe essere pronto entro la metà del 2027 e l’entrata in funzione dell’intero sistema, rinnovato e ampliato, è prevista intorno alla fine dello stesso anno. Al momento, la dinamica dei lavori rientra nei tempi previsti. L’appalto era stato assegnato a un consorzio cinese (China Energy Engineering Group Jiangsu Power Design Institute – Sumec Complete Equipment and Engineering), che ha vinto la gara internazionale. A settembre dovrebbe arrivare dalla Cina un contingente di 80 operai. Oggi si lavora, nonostante i 35°C all’ombra, ma si evitano le ore più calde della giornata in cui la colonnina del mercurio, al sole, supera i 50°C.
Quando parliamo di milioni di euro, di chilometri di collettori, di acquedotti e di strade chiuse, tendiamo a pensare ai disagi che subiamo, perdendo di vista i motivi per i quali ci troviamo in questa situazione. Si tratta di un programma europeo il cui scopo principale è quello di rendere accessibile l’acqua potabile a tutti i cittadini. Parallelamente, è necessario tutelare le falde acquifere che alimentano la rete idrica e perciò si costruisce la rete fognaria. Se ci riferiamo a Fiume, una città fortunata che di acqua ne ha da vendere, dobbiamo sapere che nel suo entroterra la copertura degli abitati con la rete fognaria varia dal 50 al 70 per cento. C’è il rischio, quindi, che le acque provenienti dalle fosse settiche possano andare a inquinare le acque sotterranee che ci garantiscono oggi acqua potabile di alta qualità anche dopo lunghi periodi di siccità.
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