
Franco Papetti riconfermato presidente dell’AFIM. Nell’ambito del 61° raduno dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo, nella Comunità degli Italiani di Fiume oggi, 1 novembre, si è riunito il suo nuovo Consiglio Direttivo che ha rieletto Papetti, unico candidato, con voto segreto. Dei complessivi 21 membri hanno partecipato 18, di cui 15 hanno dato fiducia al presidente uscente per un altro mandato di quattro anni.
Domani, sabato 2 novembre, alle 10.30, nuovamente nel Salone delle Feste di Palazzo Modello, è in programma l’Assemblea generale dell’AFIM, per la ratifica delle nomine, ma anche per discutere a briglie sciolte dei piani futuri. Dal presidente Papetti i si aspettano i nomi del nuovo Ufficio di Presidenza. “Invito tutti a partecipare – ha detto Papetti –, perché più siamo, meglio è. Qui non ci sono segreti da nascondere e lo scambio di idee è fondamentale”. In base allo Statuto, ne verranno nominati presidente, vice e cinque membri.
“Sono trascorsi cinque anni dalla mia elezione a Peschiera, con in mezzo il Covid. Abbiamo passato di tutto, ma questi anni sono volati. Molti di voi c’erano allora, ma noto anche un notevole ricambio”, ha commentato Papetti compiaciuto della presenza di alcuni giovani. “C’era anche Guido Brazzoduro che, purtroppo, non c’è più – ha aggiunto il presidente AFIM –, e da allora abbiamo intrapreso un nuovo percorso. Siamo in pochi. La prima generazione è scomparsa o sta scomparendo. Ottant’anni fa inizio la nostra catastrofe. Comunque, ci abbiamo creduto e continueremo a crederci fino in fondo. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato. Ringrazio il segretario Adriano Scavardi che, dopo un inizio difficoltoso, è come un fratello”.
È stata anche l’occasione per salutare Melita Sciucca, da poco ex presidente della CI di Fiume e il suo successore Enea Dessardo, che ha da poco preso in mano le redini del sodalizio. “Con Melita abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato molto lontano. Sono molto contento per ciò che abbiamo fatto”, ha aggiunto Papetti sottolineando tra i risultati più importanti quello dell’abbattimento del “muro” tra gli esuli e quelli che venivano chiamati “i rimasti”, che oggi preferisce definire semplicemente “residenti”. Ha concluso: “Siamo un solo popolo, con un grande passato alle spalle e una storia immensa che dobbiamo cercare di salvaguardare e tramandare a quelli che saranno i nostri successori. In questo senso, cominciamo a coinvolgere i giovani e dobbiamo investire in questa nostra storia, cultura e tradizione”. Massimiliano Grohovac è uno di questi giovani che ieri ha ribadito di voler conservare quelli che sono i ricordi legati ai nonni fiumani: “Sono certo che sarebbero fieri di vedermi oggi”.

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