Acqua, un «lusso» da preservare

È stato avviato da poco il progetto di ammodernamento e ampliamento della rete idrica e fognaria, finanziato dall’Ue, con i primi cantieri aperti anche in questi mesi estivi. Ce ne ha parlato Andrej Marochini, direttore della VIK

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Acqua, un «lusso» da preservare
Il cantiere in via Nikola Tesla, nel rione di Potok... Foto: RONI BRMALJ

Nelle settimane in cui il fabbisogno idrico è superiore del 40 per cento rispetto ai mesi invernali, a Fiume e nel suo circondario non vi sono limitazioni. La siccità sta mettendo a dura prova i sistemi di approvvigionamento idrico in molte località europee e anche nella vicina Istria. Noi, grazie alla generosità delle sorgenti, possiamo continuare ad annaffiare l’orto o il giardino, lavare la macchina e, se ce l’abbiamo, riempire la piscina. Non ci rendiamo conto, o semplicemente non ci pensiamo, che si tratta di acqua potabile, di un bene prezioso che usiamo anche per scopi industriali. Anche se il nostro PIL non è elevatissimo, disponiamo di un lusso che in molti ci invidiano. Per la serie “lo sapevate che”, abbiamo scoperto che negli ultimi trent’anni i consumi d’acqua a Fiume e dintorni sono diminuiti notevolmente. Il motivo è legato alla deindustrializzazione, cioè alla chiusura di numerosi impianti produttivi che non esistono più. Nel 1993 la municipalizzata Vodovod i kanalizacije (VIK) distribuiva 29 milioni di metri cubi, lo scorso anno appena 13,5. Senza andare a ragionare su altri aspetti, possiamo constatare che di acqua a disposizione ne abbiamo davvero molta, ben oltre le nostre necessità.

Un progetto appena avviato
Non ci pensiamo, ad esempio, quando dobbiamo aspettare al semaforo temporaneo di un cantiere, dove la circolazione si svolge a senso unico alternato, quando siamo costretti a percorrere vie alternative a causa di deviazioni. Il peggio, in questo senso, nel capoluogo quarnerino deve appena arrivare. Il progetto finanziato con i fondi dell’Unione europea, con l’ammodernamento e ampliamento della rete idrica e di quella fognaria nell’Agglomerazione fiumana, è soltanto agli inizi. Sono proprio questi grandi interventi nelle infrastrutture che dovrebbero consentirci di continuare a vivere nell’abbondanza, almeno per quanto riguarda l’acqua, nei prossimi cinquant’anni e oltre.
Proprio in queste calde settimane quando i medici e il buonsenso ci raccomandano di assumere più liquidi, abbiamo scelto di fare delle riflessioni assieme ad Andrej Marochini, direttore della VIK, l’azienda che gestisce acquedotto e rete fognaria a Fiume e in altri Comuni e Città limitrofe.
“Mi fanno sorridere le scene al supermerccato quando vedo uscire persone con le mani piene di mega-confezioni di acqua naturale. Evidentemente, ci sono delle cose che non sanno e che tengo a precisare. L’acqua che viene captata dalle nostre sorgenti, nei mesi estivi dalla “Zvir 1”, richiede pochissimo trattamento prima di venire immessa nella rete di distribuzione. Infatti, sgorga con una temperatura di 8-9 gradi e quindi con scarsissima presenza di microorganismi. Pertanto, vengono utilizzate piccole quantità di cloro. Alla fine, credetemi, l’acqua che esce dai nostri rubinetti è uguale, se non migliore per qualità rispetto a quella imbottigliata che si compra nei negozi. Per molti dei turisti che vengono a trascorrere le vacanze da noi, comprare l’acqua da bere al supermercato è una cosa normale, inevitabile”, commenta Marochini.

Andrej Marochini, direttore della VIK.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Bollette salate?
In autunno, a causa dell’aumento dei prezzi dei combustibili, è probabile che vi sia anche una correzione per quanto riguarda le nostre bollette. Non possiamo farci nulla e tanto vale goderci le ferie e non pensarci fino ad allora. “Abbiamo parlato di abbondanza e di qualità, ma se ci riferiamo ai prezzi, credo sia proprio il caso di rifletterci un po’. Oggi un nucleo familiare di tre persone paga mensilmente intorno alle 200 kune per l’acqua potabile, servizio che include anche lo smaltimento delle acque reflue. Vorrei fare un paragone. Quanto paghiamo ai vari operatori di telefonia mobile, Internet e piattaforme TV a pagamento? Non sono sempre servizi indispensabili, eppure arriviamo a sborsare per averli a 600-700 kune e oltre”.

Agglomerazione, opera epocale
Nei prossimi anni verranno posate nel sottosuolo condotte nuove o in sostituzione di quelle vecchie per circa 217 chilometri e circa 100 chilometri di acquedotto. Lo scopo è quello di raggiungere gli standard europei, soprattutto in funzione di un’esigenza irrinunciabile: “L’acqua che utilizziamo proviene dalle falde sotterranee e se non vi è una rete fognaria adeguata per proteggerle, c’è il rischio che possano venire contaminate. Si tratta di una situazione particolarmente delicata che non ci consente di considerare questo fatto con sufficienza. Siamo fortunati ad avere a disposizione queste risorse, peraltro di ottima qualità, ma non ci possiamo giocare. Quello che stiamo facendo, grazie ai mezzi erogati dall’Ue, è d’importanza epocale, una rete efficiente che condurrà le acque reflue al nuovo depuratore che verrà costruito in Delta. Naturalmente, tutto ciò richiederà degli scavi che creeranno dei disagi ai cittadini – aggiunge il direttore della VIK –, ai quali possiamo chiedere di avere pazienza e di tenersi informati attraverso la nostra piattaforma digitale aggiornata sull’andamento dei lavori in corso e su quelli annunciati”.

Condotte vecchie un secolo
L’acquedotto moderno non è altro che la versione evoluta di quelli romani. Quello fiumano non risale a quell’epoca, ma in diverse zone della città supera cent’anni di onorato servizio. Qualche settimana fa, ricorderemo, era scoppiata la condotta principale in via Pomerio, in prossimita del Palazzo del governo, con conseguente interruzione provvisoria dell’erogazione in una vasta area del centro e non pochi disagi nel traffico. “C’è sempre chi si lamenta, ma sono cose che possono succedere. Da noi non avviene di frequente, anche se qualcuno sostiene il contrario. In relazione al suddetto caso avvenuto, ad esempio, si è detto che vi sarebbe stato di recente un altro evento simile sulla stessa condotta. Si tratta di quella principale, che dalla sorgente Zvir 1 conduce verso via Vukovar. È avvenuto sì, ma cinque anni fa in via Vukovar. Non è sempre una questione di vecchiaia. Il problema consiste nella loro profondità. Un secolo fa non si prevedeva che questa sarebbe diventata una strada principale con il transito continuo di automezzi pesanti. Per il resto, sappiamo che molto spesso reggono meglio le tubazioni in ghisa sistemate cent’anni fa, che quelle posate in tempi successivi”.

Accorpamenti, si riparte in autunno
Negli ultimi giorni del 2021 il governo aveva varato una Legge che si rifà, con diversi anni di ritardo, a quelle che sono le Direttive dell’Ue che impongono l’accorpamento delle piccole aziende comunali a imprese più grandi. Lo scorso luglio, in base alla decisione del governo, in seno alla VIK sarebbero dovute essere inserite l’azienda “Liburnijske vode” e quelle di Čabar, Delnice e Vrbovsko. Alla decisione si era opposta l’azienda abbaziana, facendo ricorso alla Corte costituzionale. In un certo senso, come ammette lo stesso Marochini, l’azienda di Abbazia che presta servizio negli altri centri dell’area liburnica, soddisferebbe il criterio principale, rappresentato dai numeri. Infatti, supera i 2 milioni di metri cubi all’anno distribuiti alle utenze. “In questi 2 milioni, va ricordato, un terzo proviene dall’acquedotto fiumano”, conclude Marochini aggiungendo che in Croazia operano al momento 162 aziende che distribuiscono acqua potabile e che le Direttive Ue seguono un principio di solidarietà in cui i grandi sostengono i piccoli. Il dibattito, comunque, si riaprirà in autunno.

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