Abbazia racconta la sua lunga storia

Nell'ambito della Giornata della Città di Abbazia Villa Angiolina ha ospitato lo storytelling di Martina Findrik e Ana Zbiljski sulle famiglie Scarpa e Jelačić

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Abbazia racconta la sua lunga storia
Un momento della rappresentazione in Villa Angiolina. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Nell’ambito della festa patronale di San Giacomo e della Giornata della Città di Abbazia, in concerto con le tante svariate attività celebrative, il Museo croato del turismo, operante negli spazi della splendida Villa Angiolina, ha messo “in scena” l’interessante rappresentazione in costume “La saga abbaziana nel vortice della storia” (alle ore 18 e alle 20.30), tesa a raccontare e ad avvicinare al pubblico gli affascinanti personaggi storici di Angiolina Sartorio Scarpa e Sofia Stockau Jelačić.

A dare il benvenuto ai convenuti e a spiegare l’originale iniziativa, è stata la direttrice dell’ente museale, Vesna Leiner. “Considerato che in questo palazzo è effettivamente nato il turismo abbaziano – ha detto – ritengo sia il luogo ideale per ospitare il Museo del turismo, in seno al quale installeremo una mostra permanente relativa allo stesso e a quello di Abbazia, come pure una dedicata alla famiglia Scarpa. Mentre la stiamo realizzando organizzeremo, in collaborazione con la Città, con la comunità locale, con le biblioteche, con le scuole, anche altre esibizioni e spettacoli e/o performance come questa, di modo che i visitatori possano conoscere gli altri segmenti del nostro lavoro. Oggi vi faremo viaggiare nella storia facendovi interagire con due donne le cui vite sono legate a quel periodo e alla villa. Attraverso la sofisticata arte del visual storytelling le interpreti, Martina Findrik e Ana Zbiljski, due preparatissime studiose della storia che da anni in seno al centro zagabrese ‘Marija Jurić Zagorka’, approfondiscono i personaggi e hanno alle spalle tanti progetti creativi di successo, ci coinvolgeranno con grazia nelle loro narrazioni. Angiolina e Sofia vissero in epoche diverse, ma entrambe amarono profondamente la Perla del Quarnero”.

Vesna Leiner.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Le signore delle camelie
In seguito, sontuosamente vestite degli ampi e preziosi abiti ottocenteschi, sposati a morbide acconciature abilmente raccolte e abbellite da raffinati accessori e salutando il pubblico con un grazioso inchino, Angiolina e Sofia si sono sedute sulle poltrone spiegando che il leitmotiv della loro conversazione sarebbe stata la camelia. In tale contesto la prima (alias Martina Findrik) ha narrato che “se avete immaginato di sentire la storia delle due donne sedute di fronte a voi vi siete sbagliati. Questa è la novella della camelia, ovvero della ‘cameliomania’, una vera e propria moda diffusasi in Europa che, grazie anche al romanzo ‘La signora delle camelie’ di Dumas, dalla cui trama Verdi attinse l’opera ‘La traviata’, divenne parola e musica. Con questo fiore le dame si decoravano i capelli e i loro petali, cadendo, si adagiavano sulle scollature, nonché venivano intrecciate le ghirlande per i funerali. Mio fratello, Giovanni Guglielmo Sartorio, che affettuosamente chiamiamo Zannetti, come lo fu mio padre, è un uomo importante, un attaché commerciale del re Federico Augusto II di Sassonia, al quale fanno visita teste incoronate, il quale ha per la mente solo le camelie. Ne parla continuamente, tantoché è riuscito a contagiarmi. Lei piuttosto, che impressione s’è fatta di Abbazia?”. Sulla languida scia delle sue parole la contessa Sofia (alias Ana Zbiljski), giovanissima consorte del bano Josip Jelačić, ha risposto di esserne affascinata da quando, nel 1854, la visitò per la prima volta insieme al padre, grande amante della natura e delle piante in generale, che si appassionò subito di questo fiore. Dagli aneddoti e dai racconti delle due dame, abilmente romanzati e riportati a mo’ di una piacevole e intima conversazione, i convenuti hanno potuto scoprire interessanti momenti ed episodi delle loro vite, emozionarsi per la bellezza dell’amore che le legava ai mariti, Iginio Scarpa e Josip Jelačić, personalità di spicco a livello sociale, ma nel privato persone semplici, compagni premurosi e padri attenti, approfondire le conoscenze sulla storia di Abbazia, sui costumi dell’epoca, sui rapporti che caratterizzavano i milieu aristocratici, come pure riflettere sui concetti di vita e destino che, lo si accetti oppure no, non risparmiano nessuno dalle gioie e dai dolori, dalla bellezza e dalla bruttezza. “Nonostante i percepibili cambiamenti abbaziani le persone, come una volta, continuano a venirci e a innamorarsene. E non potrebbe essere altrimenti se neanche i fantasmi, come lo siamo noi, non se ne vogliono andare e abbandonare cotale bellezza”, hanno concluso Angiolina e Sofia, strappando un nostalgico sorriso e un lungo applauso al pubblico.

La processione
La rappresentazione nella splendida cornice di Villa Angiolina, sede appunto del Museo croato del turismo, è stata preceduta da tutta una serie di appuntamenti, iniziati già in mattinata, legati ai festeggiamenti della Giornata della Città di Abbazia e al patrono San Giacomo. In questo contesto, in serata è stata officiata la tradizionale Messa nella chiesa di San Giacomo, dopo la quale è partita la consueta processione sullo storico Lungomare Francesco Giuseppe I.

La processione sul Lungomare Francesco Giuseppe I.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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