A vela, parlando nella lingua dei segni

Tra Abbazia, Cherso e Lussinpiccolo la ventunesima edizione di «Con il vento nel silenzio»

0
A vela, parlando nella lingua dei segni
Jadran Rubeša, Darija Žmak Kunić e Damir Herega. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Sembra il titolo di un romanzo o di un film. “Con il vento nel silenzio” (“S vjetrom kroz tišinu”) è, invece, un progetto giunto alla sua ventunesima edizione, nato in primo luogo per l’inclusone di persone sorde o audiolese nel mondo della vela. L’iniziativa venne avviata da Damir Herega che nel corso degli anni ha esteso le attività a quelle subacquee e a quelle artistiche. Il programma di quest’anno, include anche i bambini con problemi di udito che parteciperanno a un corso di vela organizzato dal club velico “Reful” di Cherso, mentre il circolo velico “Opatija” fornisce le barche e gli skipper per la tradizionale regata sul percorso Abbazia – Cherso città.
”Coinvolgere i bambini è per noi una grande sfida e sono certo che verrà accolta bene”, ha detto ieri Herega all’incontro con i media in vista della manifstazione che inizia domani ad Abbazia e che proseguirà a Cherso e a Lussinpiccolo. Finora è stato dimostrato che anche una persona priva di udito può “funzionare” a bordo di un’imbarcazione a vela, con la stessa efficienza di chi non ha questo difetto, seguendo un altro linguaggio che va da quello dei segni ai colpi dati alla barca dallo skipper per attirare l’attenzione e far eseguire le manovre. Nel corso degli anni si sono formati così dei velisti in grado di partecipare a regate veliche ordinarie, non solo quelle riservate a persone con disabilità.
Da 6-7 anni sono state introdotte anche le attività subacquee, un segmento coordinato da Jadran Rubeša, allenatore di riabilitazione, che conosciamo già per le sue attività inclusive legate soprattutto all’infanzia. “Una volta sott’acqua, siamo alla pari. Chi è sordo e chi non lo è in questo ambiente ha più o meno le medesime capacità. Anzi, le persone sorde che conoscono la lingua dei segni sanno comunicare meglio. Ci sono delle limitazioni nei casi in cui vi sono problemi fisiologici che non consentono la compensazione della pressione nell’orecchio. Per il resto, è necessaria un’autorizzazione del medico, come per tutti gli altri che vanno a praticare questo sport”.
Inclusione è anche la parola d’ordine con cui si presenta, da molti anni, l’Accademia di arti applicate di Fiume, rappresentata da Darija Žmak Kunić. Ci pensano gli studenti, assieme ai bambini, a realizzare le medaglie, rigorosamente con materiali ecologici, l’argilla in primo luogo, e i doni per tutti i partecipanti che quest’anno saranno 65 di cui 25 bambini.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display