Viticoltori connazionali pronti alla vendemmia

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Viticoltori connazionali pronti alla vendemmia

ISOLA I È vendemmia anticipata per diversi viticoltori istriani, tra cui i connazionali di Isola, Matej Zaro e Robi Štule. “Abbiamo avuto un febbraio caldo, poi un marzo freddo che ha determinato una breve sospensione della crescita, ma c’è stato un recupero nella fase vegetativa di aprile e maggio con le piogge copiose, per proseguire con temperature alquanto elevate” spiega Zaro confermando così che il tempo capriccioso non ha causato grandi sconvolgimenti. Anzi, l’annata si prospetta molto buona. Queste ultime settimane di gran caldo hanno accelerato la maturazione dell’uva bianca tanto che alcuni viticoltori hanno già fatto la prima vendemmia il giorno successivo la festa dell’Assunta, anticipando la tabella di marcia di oltre dieci giorni rispetto agli anni precedenti. “Di solito si raccoglieva prima l’uva bianca, poi quella nera. Stavolta lo faremo quasi contemporaneamente perché in alcune zone il Refosco è già maturo” ribadisce Štule. Il timore più grosso sono, invece, i fenomeni meteo estremi, negli ultimi anni sempre più frequenti con conseguenze gravissime per l’agricoltura. Per Štule sono stati quasi devastanti: negli anni passati le sue campagne, sparse in più zone di Isola, hanno affrontato sia grandinate che siccità prolungate, con perdite del raccolto pari al 50%. “In parte ci siamo rassegnati perché dal maltempo non ti puoi totalmente difendere. É un rischio che dobbiamo mettere in preventivo. Alla siccità, ad esempio, l’uva si è in qualche modo abituata”. Della stessa opinione Zaro: “In passato ci sono già stati scenari simili. L’aumento delle temperature è in effetti innegabile, ma noi per quanto possibile cerchiamo di adattarci” Štule si dichiara fiducioso, perché quest’anno la produzione sembra essere tornata finalmente alla normalità. Ma c’è un altro allarme: il mal dell’esca – la sindrome dovuta all’azione di vari funghi, che può causare danni importanti al vigneto. “Appena si presentano i primi segni, bisogna rimuovere la vite” spiega Štule “perché il rischio è che si propaghi compromettendo tutto il vigneto. Per ora i danni sono circoscritti, pari al 5% che spero non aumentino”. 

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