Tremul: «Estendere il territorio bilingue»

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Tremul: «Estendere il territorio bilingue»

Il secondo comizio elettorale del candidato al seggio specifico CNI al Parlamento sloveno, Maurizio Tremul, è stato rivolto ai connazionali e compaesani di Bertocchi. Lunedì sera presso la sede della CI locale si è svolto un incontro a cui hanno partecipato anche suoi ex compagni di scuola e amici. Ad accompagnare Tremul è stata la proponente Ondina Gregorich Diabaté del gruppo “Unitarietà – Insieme” che prima di cedergli la parola ha rivelato che in questi giorni hanno avuto modo di incontrare anche molte persone non appartenenti alla CNI che sono interessate a chi andrà la poltrona del seggio specifico, “perché ogni voto conta e anche il nostro è uguale a quello a tutti gli altri in Parlamento”. Tremul ha esordito domandando al pubblico quale secondo loro è il compito di un deputato. Per lui il massimo rappresentante della CNI a livello nazionale dovrebbe soprattutto “parlare, discutere, fare proposte di legge che regolano la nostra vita”. “Al Parlamento”, è stato critico Tremul, “non si organizzano viaggi in Italia e non si dice alle Comunità, alle CAN o all’Unione cosa devono fare”. Il candidato ha poi spiegato che aveva sollecitato, senza successo, l’avversario Felice Žiža a svolgere congiuntamente gli incontri, acciocché le persone abbiano modo di sentire “due programmi, due opinioni e poi decidere a chi dare il proprio voto”. Tremul si è poi concentrato sulle maggiori iniziative che l’Unione Italiana, di cui è presidente, ha condotto nell’ultimo quadriennio e che sono state portate avanti e andate a buon fine anche grazie al suo contributo. Tra questi i 25 milioni di euro ottenuti dall’Italia e destinati alla CNI in Croazia e Slovenia, la registrazione dell’istroveneto come patrimonio culturale immateriale, la ristrutturazione del palazzo Gravisi Buttorai a Capodistria e l’istituzione dell’Incubatore d’impresa a Santa Lucia che sarà inaugurato in mattinata. Secondo Tremul anche in materia di bilinguismo si dovrebbero fare dei passi avanti. Andrebbero organizzati corsi di lingua italiana per gli impiegati pubblici del territorio, ma anche stilata una legge sull’uso ufficiale delle lingue delle Comunità nazionali autoctone, che andrebbe a regolare l’attuazione del bilinguismo a livello statale. Tremul ha ventilato, inoltre, la necessità di estendere il territorio bilingue nelle aree dove la presenza di italiani raggiunge percentualmente una certa soglia. Infine, ha concluso affermando che le due Comunità autoctone in Slovenia meriterebbero un proprio dicastero, simile al Ministero per gli sloveni nei Paesi contermini e nel mondo, che avrebbe maggiori competenze e risorse finanziarie.

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