«Tomos», si profila il rischio del processo fallimentare

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«Tomos», si profila il rischio del processo fallimentare

Dopo trent’anni il marchio “Tomos” torna a essere coinvolto in un processo fallimentare. Nel 1988 fu smantellato il colosso industriale, che era arrivato a impiegare sino a 2800 persone. Il futuro della piccola azienda di 25 operai che aveva mantenuto finora in vita la produzione di motocicli a Capodistria, è nelle mani del Tribunale. Dopo non aver percepito due salari e i contributi relativi, l’indennizzo ferie e nemmeno gli aiuti dal Fondo di solidarietà, i dipendenti avrebbero sfruttato i benefici di legge e chiesto l’avvio del procedimento fallimentare, per poter accedere al sussidio di disoccupazione della previdenza sociale. Il grave passo è stato confermato dal Sindacato dei metalmeccanici che ha precisato come i proprietari della “Tomos” abbiano ancora la possibilità di presentare la loro visione della crisi ai giudici e impedire il fallimento. A loro avviso, nonostante le difficoltà, esisterebbero ancora spazi di manovra per salvare la fabbrica e i posti di lavoro. Ammettono il mancato pagamento delle paghe, ma affermano che i contributi previdenziali sono stati versati. L’agenzia stampa STA ricorda che tempo fa l’Ufficio delle imposte aveva bloccato i conti della “Tomos”, mentre il consorzio “Hidrya” proprietario del marchio, sostiene di aver vietato la commercializzazione dei motocicli.

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