Strugnano, cerimonia per le giovani vittime

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Strugnano, cerimonia per le giovani vittime

STRUGNANO | Con una mesta e sentita cerimonia Strugnano ha ricordato ieri i fatti di sangue che colpirono la località alle porte di Pirano 98 anni fa. Il 19 marzo 1921, infatti, due ragazzi del borgo furono uccisi da colpi d’arma da fuoco esplosi dal treno della linea ferroviaria Trieste-Parenzo, più nota come Parenzana. Altri bambini rimasero seriamente feriti. Responsabile dell’assurdo gesto fu un fascista, ma la sua identità non fu mai appurata, né fu condotta una seria inchiesta. Le autorità italiane archiviarono l’accaduto come un incidente e negarono anche l’indennizzo alle famiglie. Per ricordare quello che è considerato uno dei primi crimini fascisti in assoluto, ogni anno si danno appuntamento davanti al monumento che ricorda le giovani vittime e i Caduti per la libertà di Strugnano, Associazioni combattentistiche di Slovenia, Croazia e Italia. Ai piedi del cippo sono state deposte corone di fiori anche da parte della CAN e della Comunità degli Italiani di Pirano. Un cenno di saluto ai presenti è stato rivolto dal sindaco, Đenio Zadković, che nel suo intervento ha posto in risalto valori come la pace, la pacifica convivenza tra i popoli e la necessità di impedire che siano ripetuti gli sbagli del passato. Presenti i sindaci o i vicesindaci dei quattro Comuni costieri, particolari saluti sono andati ai deputati della regione al Parlamento sloveno, Meira Hot e Matej T. Vatovec. Quest’ultimo è stato l’oratore ufficiale della manifestazione e si è assunto il compito di lanciare chiari messaggi politici. Ha avuto parole di critica per i recenti discorsi del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che hanno rilanciato tesi care ai fascisti e a coloro che portarono morti e persecuzione in Istria. Per il parlamentare andrebbe preso spunto proprio dalle nostre terre, dove si decise di convivere in armonia tra i vari popoli, traendo da ciò la forza per combattere congiuntamente il fascismo. Il discorso in italiano è stato affidato allo storico Kristjan Knez, che ha ripercorso i fatti di Strugnano, collocandoli nella realtà storica che emerge dagli archivi e dalle testimonianze. Ha messo in guardia dalle tentazioni di modificare il corso degli eventi, mistificandoli, rilevando, invece, che è compito degli storici comprendere quanto accaduto veramente ed evitare che si arrivi alla strumentalizzazione. Si è soffermato poi sull’ideologia dei nazionalismi, che aveva investito tutti i popoli. A suo avviso non può essere messo in rilievo il nazionalismo di una componente negando quello delle altre. La storia va capita, metabolizzata e non temuta. Strugnano fu uno dei primi esempi nefasti di violenza politica in Istria che era prodotto diretto della mattanza della Grande Guerra. L’assassinio dei ragazzini è stato definito un gesto insensato, folle e da condannare nel modo più assoluto, ha detto ancora Knez, che si è poi soffermato sulle violenze fasciste e sugli scontri con i socialisti in regione proprio in quegli anni colmi di tensione. Ai discorsi ha fatto seguito uno spettacolo artistico- culturale preparato dalle scuole elementari del Piranese.

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