Secondo binario al bis

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Secondo binario al bis

CAPODISTRIA | Gli elettori sloveni, all’incirca un milione e 700mila, sono chiamati alle urne domenica 13 maggio per ripetere il referendum popolare sul secondo binario della tratta ferroviaria Capodistria-Divaccia.
Al centro del confronto, tra il governo che ha firmato il progetto per la delicata infrastruttura e l’opposizione, spalleggiata dall’Iniziativa civica e da gruppi di esperti, ci sono le modalità e le spese per l’ammodernamento della rete ferroviaria che ha come capolinea il Porto di Capodistria.
Da tale intervento dipendono le possibilità di sviluppo dello scalo portuale, ossia la capacità di smistare più merci verso l’interno del Paese e dell’Europa Centrale.
In settembre un identico quesito referendario aveva visto prevalere le tesi dell’esecutivo, ma subito la Corte costituzionale aveva invalidato il voto per la posizione privilegiata avuta dal fronte del “si” durante la campagna referendaria. La legge relativa al secondo binario è tornata così al vaglio degli elettori.
L’eventuale abrogazione bloccherebbe il progetto e metterebbe in discussione pure l’uso dei mezzi europei già accordati per la progettazione e gli interventi edili. Il nodo principale riguarda le spese da sostenere che ufficialmente sfiorano il miliardo di euro, mentre per l’Iniziativa civica i costi potrebbero essere radicalmente abbattuti. Gli esperti delle due parti si confrontano sui particolari tecnici della linea.
A livello locale il secondo binario così come proposto dal governo è sostenuto dal Comune di Capodistria, dalla Comunità locale di San Sergio (Črni Kal) le cui case sul Carso sono lambite dalla ferrovia, con forti disagi e pericoli, nonché dall’Ente portuale. Domenica le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 19.

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