San Giorgio. Una festa sentita

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San Giorgio. Una festa sentita

PIRANO | È stata una domenica di festa quella di ieri a Pirano, per la celebrazione del Patrono San Giorgio, inaugurata con l’immancabile Inno a lui dedicato, puntuale alle 9 in Piazza Tartini. Un rito sentito e con molti partecipanti, accompagnato dall’Orchestra di fiati cittadina, con la partecipazione della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, rappresentata tra gli altri dal gruppo in costume “Famea dei salineri”. Dopo l’apertura, il lungo cordone di fedeli, si è diretto al Duomo intitolato al patrono, per prendere parte alla Santa Messa. La manifestazione quest’anno si è svolta per la prima volta quasi esclusivamente di domenica, visto che la giornata di sabato, solitamente dedicata ai salinari e al sale, viene spostata al 25 agosto, quando in passato i piranesi ritornavano dal lavoro nelle saline. Come rimarcano gli organizzatori dell’Auditorio, la decisione è stata presa anche per il tempo di aprile, spesso non clemente. Ciò nonostante, in previsione del fine settimana, sono stati coinvolti i ragazzi degli istituti scolastici cittadini, tra cui anche gli allievi del ginnasio “Antonio Sema” e gli alunni dell’elementare “Vincenzo e Diego de Castro”, che assieme a numerosi volontari hanno addobbato la piazza centrale e le vie cittadine con catene di edera, tipica pianta legata alla festività. Inoltre sabato, Daniela Paliaga Janković ha tenuto due visite guidate del centro cittadino alla ricerca delle cisterne e delle fonti d’acqua, mentre nella chiesa della Madonna della Salute è stata inaugurata la mostra del pittore francese Michel Pouchet. Dopo la messa, al ritmo dell’orchestra cittadina, la Famea dei salineri è giunta al molo, salendo a bordo della barca “Pyros”, ricordando simbolicamente la partenza delle famiglie piranesi per il lavoro nelle saline. Infine, in Casa Tartini, la CI, ha organizzato l’apertura della mostra “In nome di Dio, al servizio del popolo, Beato Francesco Bonifacio”, allestita in collaborazione con la Famia piranesa e resa possibile grazie alla partecipazione dell’Azione cattolica, con molti dati, e della famiglia del Beato, che ha messo a disposizione numerosi reperti, che sono vere e proprie chicche, oggetti personali dello stesso. La mostra, che rimane visibile sino al 13 maggio e pensata anche in ricorrenza del decennale della beatificazione di don Bonifacio, ne presenta la vita in varie sezioni temporali, che culminano con la sua uccisione e l’occultamento del cadavere, come chiarito da Kristjan Knez in apertura, visto che era una pedina scomoda per il regime di allora. Si giunge infine all’ultimo atto, nel luglio 2008, quando la sua morte venne definita martirio in odio alla fede, proclamandolo Beato nell’ottobre dello stesso anno.

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