RTV, bocciato il piano finanziario per il 2019

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RTV, bocciato il piano finanziario per il 2019

CAPODISTRIA | Il Comitato per i programmi italiani del Centro regionale RTV di Capodistria non approva il piano finanziario 2019. È questa la decisione a cui è pervenuto l’organismo dopo aver esaminato l’ultima proposta del documento, presentata in videoconferenza da Lubiana, dal direttore generale della RTV di Slovenia, Igor Kadunc. Come ha rilevato, dopo le sollecitazioni del Comitato di controllo dell’Ente nazionale, ha deciso di rivedere al ribasso la proposta, proponendo a tutte le unità un taglio lineare del 10 per cento. Le spese potrebbero rientrare rinunciando ai contributi dei collaboratori esterni, ma ogni comparto radiotelevisivo è libero di operare i risparmi come meglio crede. Tra tre o quattro mesi sarebbero rivisti i bilanci, procedendo se necessario a un assestamento dei conti. Per il momento, quindi, non esiste l’urgenza di intervenire direttamente sui programmi, la RTV nazionale ha ancora riserve a cui attingere per risparmiare ed evitare ammanchi nel bilancio finale, ma molto dipenderà dall’aumento del canone. Nella sua risposta il vicedirettore generale della RTV con delega per i programmi italiani, Antonio Rocco, ha fatto presente che il Comitato dei programmi italiani aveva approvato con riserva il piano di produzione per l’anno in corso. Sarà ancora peggio con i nuovi tagli previsti e soprattutto con l’ulteriore perdita di otto dipendenti, in procinto di essere collocati a riposo, senza garanzie di turn-over né di poter assumere in pianta stabile i giovani dipendenti che attualmente lavorano a contratto, sostituendo chi è in licenza parto o in malattia. Tutto ciò causerebbe problemi a Capodistria alla realizzazione del piano di produzione e anche agli investimenti. Lo ha confermato anche il redattore dei programmi televisivi, Robert Apollonio, che ha fatto presenti i contraccolpi che i tagli possono causare sulla qualità dei programmi, dove il contributo degli esterni è molto importante. Ha fatto notare che i provvedimenti di contenimento delle spese andranno a colpire anche il comparto tecnico, già alle strette con operatori di ripresa, montatori, grafici e altri quadri qualificati. Il suo omologo per i programmi radiofonici, Aljoša Curavič, ha ricordato il drastico calo dei dipendenti avvenuto negli ultimi cinque anni con le mancate sostituzioni. Razionalizzazioni si sono avute con gli esterni, ma un loro taglio completo significherebbe non poter realizzare il piano di produzione. Se si considera che il programma radio ha un’ampiezza di 24 ore al giorno, si può immaginare che la situazione diventerebbe drammatica senza nuove assunzioni. Il consigliere della RTV di Slovenia, David Runco e il rappresentante dei lavoratori nel Comitato, Damian Fischer hanno posto in rilievo il ripetersi delle situazioni d’emergenza, che tolgono sempre maggiori risorse, ma soprattutto serenità per chi crea i programmi. Il presidente del Comitato dei programmi italiani di Radio e Tv Capodistria, Alberto Scheriani, ha posto l’accento sul problema politico rappresentato dall’evidente volontà di ridurre i programmi per la CNI. A suo avviso serve una strategia a medio e lungo termine per i media, compresa la carta stampata, per porre il governo sloveno di fronte alle proprie responsabilità per quanto riguarda la tutela dei diritti minoritari nel comparto informazione. Se ne discuterà oggi a Lubiana alla Commissione parlamentare per le nazionalità e negli incontri separati con esponenti governativi. Quanto i media siano importanti per la società lo ha sottolineato il consigliere Salvator Žitko, che ha sua volta ha proposto di impostare un programma di sviluppo dei programmi italiani, importanti in quest’angolo d’Europa anche per far fronte alle ideologie nazionaliste sempre più aggressive. Al termine il Comitato di programma ha deciso di respingere il piano finanziario, riservandosi di esaminarlo nuovamente nel caso vengano apportate le necessarie modifiche per armonizzarlo al piano di produzione. Nella delibera viene ribadita l’assoluta urgenza del turn-over a Capodistria.

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