Riscoprire la storia di parchi e giardini

Giulio Ruzzier ha condiviso curiosità e ricordi

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Riscoprire la storia di parchi e giardini

Nell’ambito del progetto “Riscopriamo l’importanza del territorio”, Giulio Ruzzier ha portato gli interessati alla riscoperta dei parchi e dei giardini di Portorose. L’escursione ha preso il via al parco Rastelli, una volta appartenente all’omonima villa, che arrivava fino alla zona soprastante dove oggi ha sede il ginnasio “Antonio Sema”, dotato di un laghetto artificiale con isolotto nel mezzo. “Una delle voci dice che la famiglia Rastelli abbia perso tutti i propri averi in una sola notte al Casinò, ma è probabile che siano dicerie”, ha spiegato Ruzzier che per l’occasione ha portato degli ingrandimenti di scatti d’epoca per riassaporare lo sfarzo che una volta era il biglietto da visita della località turistica. Il parco Rastelli vanta numerose specie di alberi e arbusti ornamentali. Prosperano faggio a foglia rossa, cedro, prugnolo, magnolia a fiore grande, tasso e lagerstroemia. Inoltre qui si trova anche il leccio più spesso della Slovenia, alto 17 metri e con una circonferenza del tronco di 375 centimetri. Più che una lezione sull’aspetto del periodo d’oro di Portorose, l’incontro si è sviluppato in un’occasione per condividere curiosità e ricordi. Proseguendo davanti a Villa Maria e il suo parco, infatti, molti hanno scoperto di aver frequentato la scuola elementare nell’edificio, compreso Giulio Ruzzier. Non poteva mancare la tappa dinanzi l’odierno albergo “Kempinski Palace”, dove una volta si trovava un’enorme agave e addirittura, così Ruzzier, palme da dattero. In zona stava anche la statua a Oscar Cosulich, perito in mare il 25 luglio 1925 per salvare la vita al figlioletto. Culmine della passeggiata il roseto all’entrata della spiaggia centrale di Portorose, che ospita oltre 120 varietà di rose, compresa la “Portorose”, con le più antiche che risalgono all’epoca in cui iniziò a svilupparsi il turismo agli albori del secolo scorso. Il piacevole incontro all’aria aperta e all’ombra dell’arte floreale che caratterizza lo stile liberty, la variante italiana dell’Art Nouveau, chiamato anche arte floreale si è concluso con un intervento dell’architetta Romana Kačič, che aveva già trattato pavimentazione e orti di Pirano nell’ambito del progetto proposto da Manuela Rojec, vicesindaco e presidente della CI “Giuseppe Tartini”.

La varietà di rosa “Portorose”

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