Rigassificatore? Anche no, grazie!

La fornitura dalla Russia pone forti interrogativi in termini di autonomia, rilanciando l’ipotesi di un terminal costiero

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Rigassificatore? Anche no, grazie!

Sta salendo di tono il batti e ribatti in regione sulla costruzione di un terminal gas nel comprensorio del Porto di Capodistria. La questione è tornata prepotentemente d’attualità con lo scoppio della crisi ucraina e del rischio che il gas prodotto in Russia non sia più disponibile per la Slovenia. Il premier Janez Janša e il ministro dell’Infrastruttura, Jernej Vrtovec, in alcune dichiarazioni, hanno rilevato la necessità di differenziare le forniture e di diventare quanto più autonomi. Ciò significherebbe ospitare un rigassificatore in uno dei Comuni istriani. Il progetto era stato vagliato e respinto una ventina d’anni fa, quando il nuovo Piano urbanistico per l’unico scalo marittimo aveva ipotizzato una struttura del genere. I dirigenti portuali d’allora ne difesero la validità dal punto di vista economico e il competente Ministero per gli affari economici era in procinto di concedere la licenza energetica. Poi il progetto fu abbandonato per i rischi ambientali che il rigassificatore avrebbe comportato. Nettamente contrari si dissero il Comune di Capodistria, le Comunità locali più vicine al Porto e gli ambientalisti. Nonostante la latente crisi energetica e l’aumento smisurato dei prezzi del gas, le posizioni dell’opinione pubblica non sembrano cambiare. Nei giorni scorsi il sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, ha assicurato che il tema non sarà riaperto e che la sua Amministrazione è fermamente contraria all’impianto per il gas, che rappresenterebbe un potenziale pericolo per i cittadini, il mare e la natura in generale. Il primo cittadino di Ancarano, Gregor Strmčnik, ha lanciato la proposta per un accordo con la Croazia che consenta alla Slovenia di accedere al gas prodotto sull’isola di Veglia e che potrebbe ricalcare l’intesa esistente per la corrente elettrica della centrale nucleare di Krško. I sindaci dei quattro Comuni costieri dovrebbero parlarne la settimana prossima, nel corso della loro regolare riunione di coordinamento. Emergono anche proposte, ieri l’ha formulata ad esempio il partito Oljka, per sedute congiunte dei Consigli comunali di Capodistria, Isola, Pirano e Ancarano, che dopo aver trattato la materia prendano posizioni condivise.

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