Presentati gli elaborati del Centro culturale

La struttura contribuirà a riqualificare un’area degradata

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Presentati gli elaborati del Centro culturale
L’area dove dovrebbe sorgere il Centro culturale. Foto: KRIS DASSENA

“Si sta realizzando il sogno di molti isolani”, ha esordito il sindaco Danilo Markočič alla presentazione delle proposte progettuali per il nuovo Centro culturale istriano, che si è tenuta martedì sera a Palazzo Manzioli. Uno spazio interamente dedicato alle più svariate discipline artistiche, concepito per diventare il nuovo salotto cittadino in un luogo strategico dell’abitato, ossia nel punto di congiunzione tra il centro storico, il lungomare e la zona residenziale. La nuova struttura dovrebbe sorgere nell’area conosciuta come IPA3, che una volta ospitava il mobilificio “Mala oprema”, riqualificando e dando vitalità a un fazzoletto di terra a lungo degradato. Secondo quanto dichiarano i rappresentanti comunali, i cittadini aspettano da ben quattro decenni un nuovo spazio culturale che vada a rimpiazzare l’odierno teatro che, oltre a essere interessato da numerosi problemi strutturali, è angusto dal punto di vista degli spazi. Per trovare la soluzione urbanistica, architettonica e paesaggistica più adeguata per la costruzione del nuovo Centro culturale, la municipalità ha bandito un concorso pubblico al quale hanno risposto 12 studi di architettura.
A Palazzo Manzioli gli intervenuti hanno potuto apprendere le specificità delle tre proposte progettuali meglio valutate dalla commissione giudicatrice, formata dai rappresentanti del committente, dell’Ordine nazionale degli architetti e altri esperti. L’elaborato architettonico vincente è stato quello proposto dallo studio “Ark arhitektura Krušec”. A spiegare cosa ha convinto la giuria è stata la presidente Polona Filipič Gorenšek: “Il progetto vincente unisce la passeggiata costiera con l’area conosciuta come ‘Fontana fora’, inglobando lo squero che è iscritto nel registro dei beni culturali immobili, collegando, dunque il patrimonio culturale con quello naturale. L’elaborato prevede la creazione di una direttrice di comunicazione pubblica tra via Dante e il mare, ovvero di un nuovo elemento urbanistico che dischiuderà la vista verso l’orizzonte. Una soluzione creata sul genius loci di questa città”. La struttura, inoltre, ha un’entrata “a imbuto” che farà confluire in maniera naturale i passanti verso il Centro culturale, che sarà costituito da una sala maggiore con 420 posti a sedere, da una sala minore e pure di un piazzale per organizzare eventi all’aperto. “Un edificio rimane nello spazio per molto tempo, perciò abbiamo scelto il progetto che ha meglio dimostrato di comprendere il territorio, che ha saputo trarne il potenziale e i limiti. Una soluzione che andrà a cicatrizzare un’area che è effettivamente ferita”, ha sottolineato la Filipič Gorenšek.
La questione relativa alla costruzione del nuovo Centro culturale è balzata agli onori della cronaca locale soprattutto in vista del referendum abrogativo sul Piano regolatore, in quanto parte degli isolani si sono dimostrati scettici riguardo alla sua ubicazione e sull’utilità di avere a Isola uno spazio dedicato alla cultura di tali dimensioni. “Credo sia importante collocare il Centro culturale nello spazio che è stato individuato per la sua costruzione per dare alla cultura un ruolo centrale nella vita cittadina. Nella regione istriana non esiste una struttura che possa accogliere un programma culturale come quello che il Comune ha previsto. Credo che Isola e i Comuni limitrofi meritino una Centro così”, è convinto uno dei realizzatori dell’elaborato vincente Tomaž Krušec.
”Non credo sia un Centro culturale immenso, bensì adeguato allo sviluppo regionale, quindi prende in considerazione le necessità di quattro Comuni e di un territorio più ampio. Si tratta di una struttura medio-grande, che non sarà effettivamente la maggiore nel nostro comprensorio considerando che l’Auditorio di Portorose ha 500 posti. Si dice che quando si costruisce un edificio pubblico così importante se lo fa per 100 anni, quindi bisogna pensare allo sviluppo nel tempo. Anche il Teatro di Pirano quando è stato costruito nel 1900 era troppo grande per gli abitanti di quella città”, ha evidenziato la vicepresidente della giuria del concorso di architettura, Martina Gamboz, che nell’ultimo anno ha guidato l’Ufficio per le attività sociali. Per quanto concerne l’ammontare dell’opera, la Gamboz ha affermato che è ancora prematuro parlarne, tuttavia alla fine dello scorso anno l’investimento era stato stimato a oltre 16 milioni di euro. Tutti gli interessati agli elaborati di architettura pervenuti al concorso possono visitare la mostra allestita a Palazzo Manzioli sino al 20 dicembre dalle ore 10 alle 20.

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