Porto di Capodistria, il Covid incide sui flussi merci.

Il forte calo influenzato anche dai costi di lavoro maggiorati

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Porto di Capodistria, il Covid incide sui flussi merci.

L’impatto della pandemia Covid-19 sui flussi globali di merci al Porto di Capodistria è continuato pure nel terzo trimestre. A tutto settembre l’Ente portuale ha manipolato il 16 per cento in meno di carichi rispetto ai nove mesi del 2019 e i ricavi delle vendite dell’intero gruppo hanno raggiunto i 155 milioni di euro, l’11% in meno in confronto allo scorso anno. L’utile operativo da gennaio a settembre è stato pari a 22 milioni di euro, ossia il 44% sotto ai valori espressi l’annata precedente, come rilevato dai vertici del Porto tramite il sito web della Borsa di Lubiana. Oltre ai minori ricavi il calo è stato influenzato anche dai maggiori costi del lavoro, condizionato dal numero di assunzioni per regolare la posizione degli interinali. I vertici portuali hanno fatto presente ancora la tassa di trasbordo, che hanno iniziato a pagare nel marzo dello scorso anno, in base alla legge sul finanziamento della costruzione del secondo binario. Da gennaio a settembre sono state movimentate complessivamente 14,9 milioni tonnellate di merci, mentre il volume di due gruppi merceologici strategici nel porto di Capodistria, container e auto, è rimasto stabile. Negli ultimi mesi c’è stata persino una crescita nei trasporti di automobili. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è proseguita la flessione nella domanda di carburanti. In conformità con la legislazione europea, che impone l’abbandono graduale del carbone in tutti i segmenti dell’economia e l’aumento delle tasse sulle emissioni, si prevede una riduzione della produzione di carbone usato nelle termo-centrali. Per quanto riguarda i carburanti liquidi, l’impatto della pandemia sulla riduzione delle vendite di prodotti petroliferi è evidente, soprattutto nel settore dell’aviazione. Il presidente del Consiglio d’amministrazione di “Luka Koper”, Dimitrij Zadel, ha accompagnato queste informazioni con un commento in cui si aspetta una ripresa della produzione dopo la fine della pandemia. “Nonostante le condizioni di mercato aggravate, il gruppo ha continuato a fare investimenti per aumentare la capacità portuale”, ha sottolineato Zadel. Quest’anno gli investimenti raggiungeranno i 50 milioni di euro, ossia il 97 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’edificazione di una nuova rimessa per 6.000 veicoli è in pieno corso, ad agosto è iniziato l’ampliamento del Molo I per i container, mentre è in fase di costruzione un terzo ingresso per i camion. Due progetti sono già stati completati quest’anno, vale a dire un nuovo ormeggio per i traghetti e binari aggiuntivi per le esigenze del terminal automobilistico.

 

Intanto il Sindacato dei gruisti ha espresso contrarietà a un eventuale accordo tra il governo sloveno e l’Ungheria per il raddoppio del binario sulla tratta Capodistria-Divaccia. Condannata fermamente qualsiasi intenzione di cedere a Budapest parte dei demani portuali come contropartita per i finanziamenti dell’infrastruttura ferroviaria. Vengono messi in discussione migliaia di posti di lavoro legati alle attività portuali e a quelle collaterali come logistica, trasporti, spedizioni e altro, si afferma nel messaggio sottolineando che il porto di Capodistria è sempre a corto di spazio e lotta per ogni metro per sviluppare i propri terminal. L’influente Sindacato, che già anni fa aveva contestato le intenzioni di Lubiana di privatizzare lo scalo istriano, assicura che ricorrerà a ogni forma di lotta pacifica per tutelare i propri affiliati e gli altri dipendenti portuali. Alcuni anni fa l’intera regione si mobilitò per scongiurare la svendita di una azienda così importante. A Capodistria si svolsero massicce dimostrazioni, tanto che l’unitarietà d’intenti e il potente messaggio giunto a Lubiana, fece recedere il governo dalle mire per collegare i destini del Porto e delle Ferrovie alla Germania. Ancora una volta insisteremo, sostengono i gruisti, affinché la costruzione del secondo binario venga accelerata sulla base dei progetti già approvati, con piani finanziari ben definiti. Il traguardo da raggiungere è che il tanto necessario secondo binario venga costruito quanto prima e l’intera rete ferroviaria slovena sia ammodernata.

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