Palazzo Longo, salvi lo stemma e poco altro

0
Palazzo Longo, salvi lo stemma e poco altro

CAPODISTRIA | Il Museo regionale di Capodistria ha avuto in dono cinque reperti architettonici appartenenti a Palazzo Longo, la cui demolizione dello scorso febbraio ha destato abbastanza sgomento nell’opinione pubblica. L’edificio risalente al XVI secolo, che si ergeva in via della Gioventù, era un tipico esempio dello stile rinascimentale veneziano. Portava il nome della nobile famiglia dei Longo, presumibilmente provenienti dal Cadore. Secondo i dati, l’ultimo discendente dimorò nel palazzo alla fine del XIX secolo. Nel 2012 alcuni studiosi avevano definito l’edificio “una delle testimonianze rinascimentali più importanti della città, rappresentando il nesso stilistico tra un certo numero di edifici residenziali gotici e palazzi già barocchi”. La demolizione si è resa necessaria per la sua instabilità, visto che già all’inizio dell’anno uno dei muri era franato sulla via sottostante, per cui l’Ispettorato edile ha notificato la delibera al proprietario che l’ha acquistato dal Comune nel 2010, lasciandolo però deperire rendendolo un gigantesco rudere. La polemica che si è innescata sulla questione puntava il dito su interessi privati, visto che ora nella zona potrà facilmente sorgere un albergo o un’altra struttura commerciale, con minori spese di quelle che avrebbe richiesto la ristrutturazione nel rispetto dei criteri di tutela del patrimonio culturale. Dall’altra parte è stato criticato anche l’Ente per la tutela dei beni culturali che, con le sue richieste secondo alcuni esagerate, mette in difficoltà i proprietari degli edifici storici. Ora una minima parte di questo lascito sarà restaurata e custodita presso il Museo cittadino. Si tratta di alcuni elementi che si trovavano sulla facciata della struttura, tra cui anche lo stemma della famiglia Longo. 

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display