Meeting di protesta contro la TV slovena

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Meeting di protesta contro la TV slovena

CAPODISTRIA| Alcune centinaia di persone hanno preso parte giovedì sera alla manifestazione di protesta, promossa dall’Associazione dei combattenti per i valori della Lotta popolare di liberazione, contro la revisione della storia, che sarebbe stata attuata sulle frequenze di TV Slovenia. A scatenare aspre polemiche anche sui social, è stata l’intervista del giornalista Jože Možina allo storico Jože Dežman, notoriamente molto critico nei suoi scritti e nei suoi interventi con il movimento partigiano e la resistenza all’occupatore nazifascista. Nella trasmissione andata in onda il 22 luglio scorso, lo studioso non ha lesinato critiche alla Lotta popolare di liberazione e ai comunisti sloveni, accusati di collaborazionismo con i russi per instaurare in Slovenia una dittatura. Le unità paramilitari slovene, alleate con i fascisti prima e i tedeschi dopo l’armistizio, sono state indicate come il vero fronte che combatteva per l’indipendenza e la democrazia del loro Paese. Simili tesi hanno innescato una serie di accuse incrociate, culminate con la protesta delle Associazioni dei combattenti in piazza Tito. Davanti agli stendardi dei veterani di guerra e ai dimostranti che sventolavano bandiere slovene con la stella rossa, sono state lanciate chiare richieste di severi provvedimenti alla TV nazionale. I presidenti dell’Associazione combattentistica nazionale e di Capodistria, Tit Turnšek rispettivamente Marjan Križman, hanno rilevato l’uso improprio fatto dalla televisione pubblica per diffondere falsità e offese nei confronti di chi, quasi ottant’anni fa, diede la vita per ideali di giustizia e libertà. Al direttore generale della RTV di Slovenia, Igor Kadunc, è stato chiesto d’intervenire per evitare in futuro simili usi impropri del mezzo pubblico e di prendere provvedimenti contro il giornalista che ha guidato la contestata trasmissione. Sono stati annunciati passi molto concreti anche contro lo storico Dežman, per il reato di diffamazione. I promotori della protesta hanno chiesto alla cittadinanza di sospendere il pagamento del canone RTV sino a quando non saranno ripristinati in video la verità e la tolleranza nel trattare argomenti storici tanto delicati da dividere ancora profondamente la società slovena. Možina e Dežman, in comunicati separati, hanno respinto ogni addebito, difendendo le posizioni assunte e rilevando che nello svolgere i rispettivi lavori sono legati a criteri di verità e professionalità. (gk)

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