Meduse, flagello per i pescatori

L’invasione del tratto di mare istriano in questa stagione non è una rarità

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Meduse, flagello per i pescatori

Osservare delle meduse lungo le nostre coste in questa stagione non è una rarità, ma notare banchi intere spiaggiati da Pirano ad Ancarano è, invece, una novità che incuriosisce e preoccupa i bagnanti per i mesi estivi. Le protagoniste degli avvistamenti sono le meduse più grandi dei nostri mari, le Rhizostoma pulmo, chiamate comunemente “Polmone di mare”. Di colore rosa-violaceo nuotano pigramente nelle insenature alla ricerca di nutrimento, sino a che il loro ciclo vitale non si conclude. A quel punto o finiscono per arenarsi o per sprofondare. Ne è un esempio il mandracchio di Isola, divenuto in questi giorni un vero cimitero, con decine di esemplari adagiati sul basso fondale. L’invasione ha coinvolto tutta l’Istria e messo in crisi i pescatori professionisti. Con le loro reti incappano in quantità esagerate di meduse, che danneggiano le reti e gli altri attrezzi di pesca, rendendo impossibile il lavoro. Molti di loro, anche nel Capodistriano, hanno rinunciato ad uscire in mare, lasciando più spazio ai pescatori sportivi, che usando in genere la lenza, approfittano della mancanza di concorrenza. Gli studiosi da parte loro hanno la possibilità di esaminare con tranquillità esemplari anche molto grandi. Hanno messo subito a tacere gli allarmismi, rilevando che avvistamenti autunnali-estivi sono consueti, il numero eccezionale può essere dovuto a particolari condizioni favorevoli sia come temperatura sia come nutrimento a disposizione. Quasi certamente, rilevano sempre i biologi marini, i “Polmoni di mare” spariranno entro l’estate, lasciando al massimo qualche “sentinella” nelle baie più riparate e soprattutto nel sud Adriatico. Il tutto con buona pace dei bagnanti nostrani, che mal gradiscono una simile compagnia in mare, benché non urticante e, quindi, potenzialmente non pericolosa, ma ugualmente inquietante.

Diversi esemplari anche a Capodistria

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