CAPODISTRIA| Proseguono i lavori di ampliamento del cimitero capodistriano a San Canziano. Il camposanto, che ha oltre due secoli di storia, è ciclicamente oggetto d’interventi per offrire una dignitosa, ultima dimora ai concittadini. Agli inizi degli anni ’90 furono allestiti fuori dalle mura dell’antico cimitero, i primi campi con tombe singole o doppie. Subito dopo vi fu l’esperimento, poco riuscito, del parco con tombe ricoperte di erba, sullo stile di quelle inglesi o americane. Nel 2017 e lo scorso anno, fu dato corso all’allestimento delle altre ali del cimitero, come previsto da un programma approvato dal Comune, lungo Via dell’Istria, verso Bertocchi. Nelle ultime settimane gli operai sono tornati a scavare per ricavare altre 115 tombe per sepolture classiche. Dopo aver sistemato la scalinata che collegherà la parte nuova del cimitero, saranno predisposti circa 276 loculi per le urne. Quest’ultimo tipo di sepoltura sta prendendo sempre più piede e l’azienda pubblica concessionaria per i servizi funebri e cimiteriali, deve tenerne conto. Si moltiplicano anche le richieste per affidare al mare le ceneri dei capodistriani. I loro nomi sono ricordati nella parte alta di San Canziano con alcune steli. Rimane aperto, però, il problema della salvaguardia della parte storica o monumentale del cimitero, che ospita le tombe di personaggi e famiglie importanti per la storia della città. Una minima parte sono tutelate grazie all’intervento del Consolato generale d’Italia, ma le altre rischiano di sparire. Il problema esiste anche nei cimiteri dell’entroterra, come constatato dalla CAN comunale. Il Comune sarà sollecitato a preparare la documentazione per il decreto di tutela dei luoghi di sepoltura, come già fatto a Isola e Pirano, in collaborazione con i rappresentanti della CNI. Primo intervento da fare chiedere uno studio agli enti preposti, primo tra tutti quello per la tutela del patrimonio culturale.